«La cosa più difficile – è stato scritto – è forse guardare negli occhi il dolore. Sarà per questo che talvolta gli operatori si rifugiano in una professionalità che è distacco difensivo e talvolta sconfina nell’apatia? Eppure nella competenza tecnica dovrebbe starci anche la capacità del farsi carico, nel senso ampio, e la consapevolezza che valori e stile della relazione possono avere un grande peso specifico e offrire un notevole valore aggiunto».
Sono questi i presupposti dell’Accademia della Cura, nata poco meno di un anno fa per volontà del Consorzio Comunità Solidali del Gruppo Cgm, dell’Università Milano Bicocca e della Fondazione Talenti. «Abbiamo constatato – dichiarò allora Grazia Fioretti, amministratore delegato di Comunità Solidali – che gli operatori sono consapevoli dell’importanza dei valori e della motivazione nel lavoro di cura: alcuni momenti formativi in questo senso, pur episodici, hanno riscosso notevole successo e ci hanno indotto a strutturare un’accademia che affronti in modo sistematico e continuativo questi temi».
Ebbene, è ormai imminente una nuova iniziativa, vale a dire il corso denominato Rinnovare la passione per la Cura nelle Organizzazioni a movente ideale, promosso anch’esso dal Consorzio Nazionale Comunità Solidali del Gruppo Cgm, in collaborazione con la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), la Fondazione Dopo di Noi/ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), l’Università Milano Bicocca e l’Università Sophia di Loppiano (Firenze).
Rivolto ai responsabili di Cooperative, Associazioni, Servizi delle reti promotrici o di altre reti partner, il corso sarà “itinerante”, articolandosi infatti dai mesi di marzo a novembre prossimi, in quattro diverse sedi, Loppiano (Firenze), Rivarolo Canavese (Torino), Rho (Milano) e Catanzaro.
«La società dei legami deboli e frammentati, della vulnerabilità relazionale – spiegano per l’occasione i promotori – pone domande inedite e chiede nuove risposte. Da più parti, infatti, si avverte l’esigenza di un nuovo patto sociale, per poter affrontare e vincere queste sfide in modo sostenibile soprattutto per le fasce più deboli. In questo la società civile, con le sue varie espressioni e i suoi talenti e “carismi”, ha un ruolo co-essenziale da svolgere e quindi la cooperazione sociale intende recuperare e realizzare un proprio specifico stile della Cura e un differenziale positivo rispetto agli altri attori, sia pubblici che privati».
Un impegnativo, ma motivato percorso annuale, dunque, che in linea con gli stessi princìpi per i quali era nata l’Accademia della Cura – supportare cioè i responsabili dei servizi di Cura della rete di Comunità Solidali e del Gruppo Cgm, della FISH, dell’ANFFAS, degli Enti Religiosi, delle reti partner e di altre organizzazioni del privato sociale – proporrà un buon intreccio di teorie e pratica, fornendo un insieme di strumenti e metodologie per tradurre nel quotidiano quegli stessi princìpi in dinamiche organizzative e gestionali, dando al tempo stesso la possibilità di realizzare, nelle proprie rispettive organizzazioni, percorsi formativi mirati sui temi della Cura e rivolti ai diversi livelli delle risorse umane. (S.B.)
Segreteria Accademia della Cura, Consorzio Comunità Solidali, tel. 0372 415629, segreteria@accademiadellacura.it.
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