Semaforo verde per la sperimentazione della terapia genica contro due rare malattie genetiche: infatti, dopo l’approvazione ufficiale da parte delle autorità regolatorie dell’Istituto Superiore di Sanità, i ricercatori dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la Terapia Genica di Milano (HSR-TIGET) sono in grado di avviare due studi clinici per valutare se questa strategia terapeutica sia efficace nei confronti della leucodistrofia metacromatica e della sindrome di Wiskott-Aldrich. Entrambe le sperimentazioni dureranno tre anni e coinvolgeranno in totale quattordici bambini.
Nei bambini affetti da leucodistrofia metacromatica si assiste a un progressivo e inesorabile deterioramento delle funzioni del sistema nervoso centrale e periferico già entro i primi anni di vita. Questo perché – a causa di un difetto genetico – essi sono privi di un enzima responsabile dello smaltimento di alcune sostanze tossiche per le cellule nervose. La sindrome di Wiskott-Aldrich, invece, è una rara immunodeficienza dovuta a difetti in una proteina che fa parte dello scheletro delle cellule del sangue ed è importante per il loro movimento e funzionamento. In sua assenza il sistema immunitario funziona male, il numero di piastrine si riduce notevolmente, mentre cresce la suscettibilità a tumori e malattie autoimmuni. L’unica terapia risolutiva è al momento il trapianto di midollo osseo, che però si può effettuare soltanto in presenza di un donatore compatibile.
Forti dunque dei risultati già ottenuti in laboratorio nella fase preclinica e delle scrupolose valutazioni sulla sicurezza del trattamento, i ricercatori dell’HSR-TIGET proveranno a correggere i difetti genetici responsabili di queste gravi patologie attraverso la terapia genica. In entrambi i casi, la procedura sarà la stessa che ha già permesso di guarire tredici bambini affetti da ADA-SCID (deficit dell’enzima adenosina deaminasi), un’altra forma di immunodeficienza ereditaria.
Verranno in sostanza prelevate dal midollo osseo di questi bambini le cellule staminali ematopoietiche e, attraverso un vettore virale, inserita la versione normale del gene. Una volta corrette, queste cellule staminali saranno restituite al paziente e potranno fornire la proteina mancante alle altre cellule dell’organismo, funzionando come una sorta di “serbatoio naturale”. La novità sarà nel tipo di vettore utilizzato, che deriva dal virus dell’AIDS: modificato rispetto all’originale e incapace di dare origine a qualsiasi tipo di patologia, esso conserva una grande capacità di penetrare nelle cellule e di trasferire il materiale genetico che trasporta.
Nel caso della leucodistrofia metacromatica, a coordinare lo studio saranno Luigi Naldini, direttore dell’HSR-TIGET e Alessandra Biffi, responsabile dell’Unità di Ricerca di Base nello stesso Istituto. In totale si sottoporranno alla terapia genica otto bambini affetti dalle forme tardo-infantile e giovanile-precoce della malattia, che si manifestano rispettivamente entro i due anni e tra i due e i sei anni di età.
Un aspetto molto importante è che per ora i ricercatori tratteranno soltanto bambini nella fase pre-sintomatica o comunque all’esordio clinico della malattia, per poter dimostrare in tempi brevi l’efficacia e la sicurezza della terapia ed eventualmente trattare in futuro anche bambini in fase più avanzata. Si tratterà quindi nella maggior parte dei casi di bambini con un fratello più grande malato: in questi casi è infatti possibile fare precocemente la diagnosi, che spesso viene formulata con molto ritardo rispetto alla comparsa dei sintomi.
I ricercatori dell’HSR-TIGET si sono rivolti ai loro colleghi di tutto il mondo per spargere la voce e ricevere così le segnalazioni di casi di bambini che possano partecipare allo studio: il primo è già stato individuato ed è un bambino libanese di 13 mesi.
Anche la sperimentazione sui pazienti affetti da sindrome di Wiskott-Aldrich durerà tre anni e a coordinarla saranno Maria Grazia Roncarolo, direttore scientifico dell’Istituto San Raffaele, e Alessandro Aiuti, coordinatore della ricerca clinica dell’HSR-TIGET. In questo caso saranno sei in totale i pazienti coinvolti, scelti tra quelli affetti dalla forma più grave della malattia e privi di un donatore di midollo compatibile: in caso di esito positivo, la terapia genica rappresenterebbe per loro l’unico modo per risolvere in maniera definitiva il proprio problema di salute. (Ufficio Stampa Telethon)
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