Le persone con afasia soffrono di disturbi del linguaggio causati da lesioni cerebrali (trombosi, emorragie, traumi cranici, tumori o encefaliti), che non ne alterano l’intelligenza o la capacità di provare sentimenti, ma impediscono loro di utilizzare normalmente il linguaggio nelle attività comunicative di tutti i giorni.
I disturbi afasici assumono forme diverse: in alcune persone, infatti, le parole diventano difficili da trovare, in altre, invece, sono storpiate, mentre in altre ancora sono relativamente semplici da trovare, ma non possono essere messe insieme in frasi grammaticalmente corrette.
E ancora, vi sono persone in cui è compromessa la capacità di parlare e altre in cui è danneggiata la capacità di scrivere; analogamente, in alcuni casi è danneggiata la comprensione delle parole udite, in altri la comprensione delle parole lette.
Oggi di afasia si può guarire – grazie all’intervento medico e al trattamento rieducativo – e tuttavia, in molti casi, il disturbo del linguaggio è permanente, portando letteralmente la persona a “scomparire”, rimanendo isolata nella sua sofferenza e spesso rinunciando di fatto ai propri diritti.
Per dare voce a queste persone e per diffondere la migliore informazione possibile, nel 1994 si costituì in Italia l’AITA (Associazione Italiana Afasici), ricostituitasi nel 2005 con lo stesso acronimo, ma come Federazione Associazioni Italiane Afasici, il cui lavoro è particolarmente importante, anche perché i problemi dell’afasia sono tuttora poco conosciuti, pur interessando molte persone. Si stima infatti che in questo momento nel nostro Paese vi siano circa 150.000 afasici e che si verifichino circa 20.000 nuovi casi all’anno.
«La persona afasica – spiegano i responsabili dell’AITA – ha bisogno di un supporto complesso, che non è solo medico, e che deve venire da coloro che hanno con lui un rapporto professionale (medici, neuropsicologi, logopedisti, assistenti sociali), dalle persone che fanno parte del suo ambiente (familiari, amici, colleghi) o che vi si dedicano per spirito di servizio (volontari). I primi hanno il compito di prestare le cure migliori e più aggiornate, mentre gli altri debbono garantire l’aiuto necessario nella vita di tutti i giorni. Lo scambio continuo di informazioni fra tutti coloro che, a vario titolo, sono coinvolti nell’assistenza alla persona afasica è certamente fondamentale».
Da venerdì 27 a domenica 29 maggio, si terrà ad Abano Terme, presso Padova (Hotel Alexander Palace), il 4° Congresso Nazionale dell’AITA, cui parteciperanno delegazioni di quindici Regioni italiane, che presenteranno le loro attività e avranno modo di confrontarsi sulla situazione in cui si trovano oggi le persone con afasia in Italia.
A coordinare l’evento sarà la presidente nazionale della Federazione, Anna Basso, uno dei principali esperti a livello nazionale e internazionale sull’afasia e sulla riabilitazione logopedica. (S.B.)
Articoli Correlati
- Per conoscersi e per far conoscere sempre meglio l'afasia Pur interessando molte persone - si stima infatti che nel nostro Paese vi siano circa 150.000 afasici e che si verifichino circa 20.000 nuovi casi all'anno - i problemi dell'afasia…
- Sentirsi liberi in mezzo a coloro che hanno problemi simili «Ritrovarsi - scrive Roberta Isastia, raccontando le giornate in Sardegna del XII Congresso Nazionale della Federazione AITA (Associazioni Italiane Afasici) - ha tanti significati, ma a me pare che soprattutto…
- Facciamo conoscere bene l’afasia Si avvicina la Quinta Giornata Nazionale dell’Afasia del 20 ottobre, ma già in questo fine settimana - dal 12 al 14 ottobre - numerose iniziative sono in programma, per far…