Uno studio collaborativo tra l’Università di Miami (Stati Uniti), quella di Ankara (Turchia), l’Istituto Mendel e l’Ospedale Bambino Gesù di Roma ha permesso di identificare il gene responsabile di una Malattia Rara, la sindrome KBG, patologia individuata per la prima volta alla metà degli anni Settanta, che prende il nome dalle iniziali dei primi pazienti descritti.
I ricercatori italiani hanno significativamente contribuito negli ultimi anni a delineare il fenotipo clinico [insieme dei caratteri clinici, N.d.R.] di questa condizione, fino ad oggi riportata in una sessantina di pazienti. Il numero di agosto della rivista «American Journal of Human Genetics» pubblica i risultati della ricerca.
La sindrome KBG è caratterizzata da macrodonzia [abnorme sviluppo di uno o più denti, N.d.R.] degli incisivi superiori centrali, dismorfismi facciali caratteristici, bassa statura, ritardo dell’età ossea, anomalie delle mani, difetti costo-vertebrali, ritardo dello sviluppo psicomotorio, occasionalmente associato a convulsioni. L’inquadramento clinico è difficile e probabilmente la malattia è sottodiagnosticata.
In questo lavoro sono state incluse dieci famiglie di origine italiana e turca, analizzate con le tecniche molecolari di next generation sequencing, focalizzate allo studio della porzione codificante del genoma (esoma). Sono state quindi identificate mutazioni eterozigoti nel gene ANKRD11 che codifica per il cofattore 1 dell’anchirina, contenente una sequenza ripetuta. Questo gene interagisce con i complessi del recettore nucleare nel modificare l’attivazione della trascrizione.
Lo studio ha dimostrato che ANKRD11 si localizza essenzialmente nel nucleo dei neuroni e che i suoi prodotti si accumulano sotto forma di inclusioni discrete quando i neuroni vengono depolarizzati, suggerendo un ruolo di questo gene sulla plasticità neuronale.
L’avere dimostrato che le mutazioni di ANKRD11 causano la sindrome KBG consente di attribuire a questo gene un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella funzione delle strutture cranio-facciali, dei denti, dello scheletro e del sistema nervoso centrale.
Questa ricerca ha chiarito pertanto gli aspetti della genetica formale della sindrome, che è dovuta a una mutazione autosomica dominante [basta cioè ereditare una copia alterata del gene da uno dei genitori, affetto a sua volta, per manifestare la malattia, N.d.R.].
La disponibilità di un test genetico contribuirà a inquadrare più facilmente i pazienti affetti da questa condizione e consentirà anche di definirne la prevalenza. Le evidenze ottenute suggeriscono tuttavia che la sindrome KBG sia geneticamente eterogenea e pertanto un sottogruppo di pazienti è affetto da mutazioni in uno o più altri geni-malattia che attendono ancora di essere individuati.
*Per gentile concessione di tale testata (sito http://malattierare.sanitanews.it).
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