Le discriminazioni continuano ad essere un rischio reale*

«Finora si tratta solo di parole, mentre resta la sostanza di liste che identificano le persone beneficiarie della Legge 104 e le iscrivono nell'elenco degli esuberi». Questo il duro giudizio di Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), rispetto a come stanno definendosi i criteri per le assunzioni nella nuova Compagnia Aerea Italiana (CAI)

Sagoma sfuocata di persona in carrozzinaSu CAI (Compagnia Aerea Italiana) e Alitalia non si placa la bufera. Mentre infatti il presidente della nuova compagnia Roberto Colaninno annuncia le imminenti assunzioni di 12.000 lavoratori, alzando i toni contro chi – lavoratore o sindacato che sia – non accetta le sue condizioni, non si smorza l’allarme sui criteri discriminatori annunciati il 22 ottobre scorso dall’azienda [se ne legga, in questo nostro sito, al testo intitolato Né i disabili né i loro familiari nella nuova Compagnia Aerea Italiana, disponibile cliccando qui, N.d.R.]. Criteri che si prospettavano fortemente penalizzanti per chi avesse carichi familiari, in particolare per lavoratori con disabilità e beneficiari della Legge 104 per l’assistenza a familiari con disabilità.

Proviamo a fare un po’ di chiarezza sulla questione, che ha destato la preoccupazione e lo sdegno di associazioni e sindacati.
Tutto è iniziato il 22 ottobre, quando nel corso di una riunione sono state esplicitate alle organizzazioni sindacali le modalità e i criteri con cui sarebbero stati selezionati e riassunti i dipendenti del Gruppo Alitalia e Air One al netto delle espulsioni già dichiarate. Tra questi criteri dominava l’assoluta discrezionalità dell’azienda: non sarebbero quindi stati riassunti, tra gli altri, «i lavoratori invalidi in possesso dei requisiti di Legge 104, i genitori con figli invalidi a carico (Legge 104), i lavoratori con familiari invalidi a carico (Legge 104)». Sarebbero inoltre state valutate discrezionalmente le percentuali di assenze per malattia dell’ultimo triennio e l’anzianità aziendale.
Una linea dura, quindi, che ha incontrato l’opposizione di alcuni sindacati e ha portato ad un ulteriore confronto.

L’onda di protesta ha tuttavia provocato un ammorbidimento dei toni e un’esigenza di chiarimento da parte dei vertici aziendali, testimoniati dall’Accordo sui criteri di assunzione a tempo indeterminato siglato da CAI e sindacati, d’intesa con il Governo, il 31 ottobre a Palazzo Chigi e reso noto, per motivi di trasparenza, sul «Sole 24 ore» e altre testate.
Il testo finale indica dunque – tra i criteri di selezione dei 12.500 dipendenti della “Nuova Alitalia” – anche i Carichi familiari, dando priorità al «genitore di minore con handicap grave», «a nuclei monoreddito”, alla “presenza di minori in famiglia, ivi comprese se debitamente certificate le situazioni di affido e/o adozioni».
Inoltre le limitazioni indicate da CAI nei criteri di assunzione non varranno per «le lavoratici in astensione obbligatoria» e per «i lavoratori o le lavoratrici inidonei al servizio per una durata massima di 365 giorni».
Un ripensamento? Un chiarimento? Non sono molto ottimisti, a questo proposito, né i sindacati più agguerriti né le associazioni delle persone con disabilità.

«Noi riteniamo sostanzialmente confermate le intenzioni dell’azienda – commenta Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e autore nei giorni scorsi di una dura lettera inviata direttamente proprio al presidente della CAI Colaninno [se ne legga il testo nel nostro sito, intitolato Quei criteri della CAI del tutto inaccettabili, cliccando qui, N.d.R.].
«D’altra parte – continua Barbieri – non è una novità: in ogni momento di crisi aziendale tutti, sindacati compresi, sono pronti a sacrificare i diritti dei lavoratori con disabilità. Si tratta di un meccanismo “ordinario”: lo ha fatto la Fiat negli anni Sessanta, creando reparti riservati a disabili e sindacalisti. Lo ha fatto, recentemente, la Telecom, spostando disabili e sindacalisti in un’azienda poi esternalizzata, che farà una brutta fine».
Ma l’accordo del 31 ottobre non segna un passo in avanti rispetto alla linea dura annunciata dalla CAI il 22 ottobre? «Sono parole – secondo Barbieri – la sostanza resta. E la sostanza sono le liste di proscrizione di cui abbiamo notizia: liste che identificano le persone beneficiarie della Legge 104 e le iscrivono nell’elenco degli esuberi. O quelle carte vanno al macero, oppure è evidente che quei criteri saranno applicati».

Le garanzie promesse dall’accordo del 31 ottobre non convincono neanche il CUB Trasporti, l’unico sindacato che fin dal principio ha detto no alle condizioni di CAI. «Secondo l’accordo siglato a Palazzo Chigi – spiega Antonio Amoroso della Segreteria Nazionale di CUB Trasporti – le tutele sono riservate ai lavoratori con un minore disabile in famiglia. Ma se il figlio è maggiorenne? Le stesse garanzie saranno estese a tutti i beneficiari della Legge 104? Di questo l’accordo non parla e dunque non sgombra il campo da possibili discriminazioni».
Lo scenario, insomma, non è rassicurante: e c’è motivo di credere che le esigenze tecnico-organizzative dell’azienda prevarranno sulle tutele previste dalla legge per i lavoratori con carichi familiari.

*Testo apparso nel portale SuperAbile, con il titolo Assunzioni CAI: le discriminazioni sono un rischio reale, a firma di Chiara Ludovisi e qui ripreso e parzialmente rivisto, per gentile concessione.

Per completezza di informazione, riportiamo integralmente i due punti a nostro avviso più significativi del citato accordo del 31 ottobre, siglato dalla CAI e dai sindacati (non tutti, com’è noto), d’intesa con il Governo (il testo integrale è disponibile cliccando qui):

«B. Criteri di selezione professionali in coerenza con i nuovi assetti organizzativi […] – Carichi familiari: in ossequio ad esigenze di carattere sociale, verrà tenuto conto infine della composizione del nucleo famigliare del candidato, dando precedenza al genitore di minore con handicap grave accertato ai sensi dell’art. 4, 1° comma della Legge 104/1992, a nuclei monoreddito e/o a presenza di minori in famiglia, ivi comprese se debitamente certificate situazioni di affido e/o adozioni».
E successivamente: «C. Priorità applicativa. Nell’applicazione dei criteri di selezione sopra indicati i criteri sub A, attuativi del piano industriale e del relativo dimensionamento, sono necessariamente sovraordinati ai criteri sub B. I criteri di selezione professionali sub B verranno applicati nell’ordine di elencazione».

Nessun riferimento, dunque, né ai lavoratori con disabilità, né ad altri parenti stretti che si occupino di familiari con disabilità, così come – tra le priorità applicative – il paragrafo dei Carichi familiari (che è praticamente l’ultimo della lista dei criteri), resta subordinato a molti altri. Il testo, quindi, parla chiaro! (S.B.)

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