Meritano certamente attenzione tre notizie di questi giorni che riguardano singolarmente il mondo delle persone con disabilità.
La prima – che si ricollega ad una questione cui chi scrive si è già soffermato poco tempo fa su queste colonne – viene da Genova, ove un ospedale cittadino ha risarcito con 1.800.000 euro gli esiti (cerebrolesione con un quadro di tetraparesi spastica) di un danno da errore clinico.
La seconda, sempre in tema di errore clinico, è relativa alla preoccupazione espressa dagli specialisti di medicina legale, riuniti sempre a Genova per un convegno, in un’intervista rilasciata al TG3 regionale circa la nuova normativa che permette di retribuire un avvocato solo in caso di vittoria nel procedimento e secondo una percentuale del danno liquidato.
Secondo l’intervistato questa eventualità porterebbe ad un incremento del contenzioso relativo all’errore clinico, stimolerebbe cioè sia pazienti che gli avvocati ad avviare procedimenti di risarcimento.
La terza, infine, viene da Londra, dove una giovane madre di tre figli, ricoverata in coma in un ospedale cittadino, viene giudicata “irrecuperabile” e i medici insistono ripetutamente per “staccare la spina”. Ma ecco che la signora si riprende, viene addirittura dimessa e la famiglia accusa l’ospedale di aver proposto “un’eutanasia indiretta per razzismo” (la signora è di colore) e per motivi strettamente economici.
Questa sì che a parer nostro è stata sul serio una “proposta indecente”!
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