Quanti sono gli iscritti all’Università di Torino e quali sono le facoltà?
Gli iscritti sono esattamente 65.875 e le facoltà dodici (Agraria, Economia, Farmacia, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Lingue e Letterature Straniere, Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria, Psicologia, Scienze della Formazione, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Scienze Politiche).
E’ stato fatto un censimento degli studenti disabili presenti nell’Ateneo?
Sì e all’anno accademico 2002-2003 risultavano iscritti esattamente 270 studenti disabili.
Chi se ne occupa e quali sono i servizi attivati in loro favore?
Dal gennaio del 2001 è attivo un apposito Ufficio (Via Artisti, 9, al pianterreno), dove gli studenti disabili possono presentare le proprie richieste e trovare risposte adeguate ai loro problemi. Le forme d’intervento previste per loro sono l’accompagnamento – svolto da obiettori di coscienza e da volontari del servizio civile nazionale che seguono un corso di formazione e preparazione specifica – il tutoraggio di carattere didattico (reperimento testi, fotocopie, ricerche nelle biblioteche, predisposizione appunti ecc.) – che compete agli studenti part-time – e l’attivazione di specifici progetti, quali la presenza di interpreti della lingua dei segni per i non udenti, la possibilità di usare barre braille per i non vedenti, l’attivazione di postazioni informatiche utilizzabili anche da studenti con disabilità motorie. Tali servizi possono per altro essere attivati solo se le persone disabili segnalano le proprie necessità, contattando il competente ufficio.
Per quanto riguarda gli studenti portatori di handicap con un grado di invalidità compreso tra il 50 e il 65%, essi vengono inseriti nella fascia di tasse più bassa (si veda al proposito il regolamento Tasse e contributi dell’anno accademico 2003-2004, art. 14.2.1). Invece gli studenti portatori di grave handicap, con un grado di invalidità pari o superiore al 66% o che abbiano ottenuto il riconoscimento di handicap psicofisico permanente, hanno diritto all’esonero totale dalle tasse e dai contributi universitari (si veda il regolamento già citato, all’art. 14.2.2).
Quali sono stati i cambiamenti più concreti dopo l’approvazione della Legge 17/99 che ha cercato di regolamentare il settore della disabilità nelle università?
In primo luogo sono stati nominati il Delegato del Rettore per le Disabilità, il professor Davide Petrini e i relativi Referenti per i Disabili nelle dodici facoltà. Sono stati tre, poi, i tipi d’intervento predisposti per gli studenti disabili: l’attivazione di sussidi tecnici e didattici, il supporto di appositi servizi di tutorato specializzato e una serie di forme di intervento individualizzato per il superamento degli esami.
C’è collaborazione con le associazioni del territorio che si occupano di disabilità?
Senz’altro. Una collaborazione che ha già dato proficui risultati in vari settori.
Qual è la situazione delle barriere presenti nei vari edifici universitari?
Esistono ancora delle barriere architettoniche presenti nelle strutture universitarie, ma è in atto un progetto per l’abbattimento delle stesse che auspichiamo possa portare a risultati sempre più soddisfacenti in questo campo.
Rispetto ai servizi esistenti, è già stato prodotto qualcosa sul piano dell’informazione agli utenti?
Da una parte sono stati realizzati degli opuscoli informativi sul Servizio Disabili, dall’altra è stata creata un’apposita pagina di Internet dedicata all’Ufficio Disabili sul sito ufficiale dell’università di Torino (www.unito.it).
Anche tenendo conto dell’attuale momento socio-economico, crede che l’integrazione delle persone disabili nelle università italiane sarà sempre più facile o che al contrario le difficoltà cresceranno?
Soffermandoci sulla nostra esperienza, devo dire che dalla nascita del nostro ufficio che si occupa specificamente di disabilità, ci sono stati sensibili miglioramenti per la vita degli studenti con problemi di questo genere. Chiaramente ci si continuerà ad adoperare affinché vi sia una costante e progressiva – seppur graduale – crescita del servizio.
Testo tratto da DM 149/150 (luglio-ottobre 2003), periodico della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).
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