Refuso o non refuso?

Nel testo informativo in cui si spiega come iscriversi al Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma si dichiara formalmente che tale scuola «non accoglie alunni alunni portatori di handicap». Secondo i responsabili si tratta solo di un refuso in internet, che presto verrà corretto. In attesa però della modifica, non mancano le reazioni e i commenti

Pollice versoSecondo la professoressa Stefania Parente, vicaria di Leonardo Di Dedda, rettore del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma, si tratta solo di «tanto rumore per nulla», come ha dichiarato ad un collega del sito Superabile, che l’aveva interpellata sulla vicenda.
«Si tratta solo di un refuso sul sito internet», ha segnalato. «Abbiamo sempre accolto i ragazzi portatori di handicap, quello che c’è scritto sul nostro sito non è vero e ci affretteremo a eliminare al più presto quella frase. Non mi sembra dunque il caso di fare tutta questo polemica [grassetti in questa e nelle successive citazioni, a nostra cura, N.d.R.]».

Ma quella frase c’era, c’è stata per parecchio tempo e soprattutto, nel sito citato, c’è ancora: provare per credere!
Essa, all’interno dello spazio informativo dedicato alle iscrizioni, recita testualmente: «Si precisa che la Scuola Media non accoglie alunni portatori di handicap».
Tanto da far provare ad Ileana Argentin, consigliere delegato alle Politiche dell’Handicap per il Comune di Roma, «vergogna e dispiacere, prima ancora come donna disabile che non come consigliere, per il fatto che informazioni non commentabili come questa vengano date all’interno di una scuola, dove si va per apprendere, per incontrare la Cultura e integrarsi con gli altri, per conoscere e vedere garantiti diritti e doveri».
«Spero di essere smentita – ha aggiunto Argentin – anche perché quando si apprendono informazioni come questa, sembra di tornare indietro nel tempo, con la sensazione che le quotidiane battaglie contro le barriere culturali, prima che architettoniche, siano state sì efficaci, ma non con tutti o in tutte le direzioni».

Né sono mancati altri commenti, come quello di Alessandra Mandarelli, assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio: «Mi auguro che vengano presi al più presto seri provvedimenti. La Regione Lazio ha investito molto per l’integrazione dei ragazzi disabili nelle scuole: 3 milioni e 800 mila euro sono stati stanziati lo scorso anno per permettere ai ragazzi con disabilità di frequentare le scuole della nostra regione, attraverso il sostegno del personale scolastico. Non posso che essere amareggiata oggi nel constatare che ancora continuino a verificarsi fatti del genere. Episodi di discriminazione come questi sono inaccettabili: l’integrazione non si fa con le parole ma con i fatti».

O ancora di Tiziana Biolghini, consigliere della Provincia di Roma con delega alle Politiche dell’Handicap: «Non si può accettare che su un sito di una scuola venga scritto se i disabili siano accettati o no. Già questa è una discriminazione, anche perché è la stessa Costituzione Italiana a garantire l’inviolabilità del diritto allo studio, diritto che è stato ribadito dalla Legge 104 per quanto riguarda i disabili, che sono cittadini come tutti con eguali diritti. Altro che scritte e divieti discriminatori, anzi dobbiamo impegnarci tutti per garantire agli studenti con disabilità le pari opportunità a scuola, nel lavoro e anche nel tempo libero».

Non ci resta a questo punto che annotare anche quanto riferito da Superabile nella sua nota, che rende conto di una versione leggermente diversa, rilasciata qualche minuto prima dalla stessa professoressa Parenti. «È vero – avrebbe sostenuto quest’ultima – che non accogliamo ragazzi disabili. Ma come facciamo? Non abbiamo docenti di sostegno e le scuole elementari e medie sono al secondo piano dell’edificio, quindi non abbiamo le strutture adatte ad accoglierli».

E allora, tanto rumore per nulla? Refuso o non refuso? E soprattutto, quando verrà veramente modificato il testo del sito?
(Stefano Borgato)

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