Dal 14 al 25 agosto, a New York, si terrà l’ottava sessione di lavoro del Comitato Ad Hoc (Ad Hoc Committee) che – su mandato dell’Assemblea Generale dell’ONU – sta elaborando il testo della prima Convenzione per la Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità.
In previsione, dunque, di questo fondamentale appuntamento, nei giorni scorsi i membri della Commissione sui Diritti Umani dell’European Disability Forum (EDF) e i delegati di quest’ultimo alla sessione del prossimo agosto hanno incontrato a Madrid il Comitato di Coordinamento dell’International Disability Caucus (IDC), la forma organizzativa che le associazioni di persone con disabilità si sono date per regolare democraticamente le attività collegate ai lavori del suddetto Comitato Ad Hoc.
Una due giorni molto fitta, quella spagnola, nel corso della quale è stato rivisto il lavoro svolto nel durante la settima sessione – quella del gennaio scorso – con particolare riguardo agli articoli del testo a tutt’oggi sospesi, in quanto ancora oggetto di discussione, di contrattazione.
Inoltre, soprattutto per quanto riguarda questi temi ancora aperti, si sono discusse e preparate accuratamente le strategie che verranno attuate nel corso della sessione di agosto, molto importante in quanto potrebbe essere l’ultima.
«Trovare una definizione idonea di disabilità, o meglio, di persone con disabilità, è una questione di primaria importanza, in quanto si tratta di identificare i beneficiari della normativa che ci apprestiamo a definire», ci spiega Giampiero Griffo, rappresentante del Consiglio Nazionale sulla Disabilità (CND) presso la Commissione dell’EDF e presente al meeting di Madrid. «E d’altro canto, i problemi che ci troviamo ancora oggi ad affrontare sono molti, non solo verso l’esterno – e penso al fatto che in Europa esistono ben venticinque definizioni diverse di disabilità – ma anche rispetto al nostro stesso movimento, all’interno del quale si fatica a trovare una soluzione valida e accettata unanimemente».
«Per quanto poi riguarda gli articoli 12 e 17 della Convenzione, che concernono la rappresentanza legale e l’integrità della persona – continua Griffo – la posizione dell’EDF e dell’IDC è chiara e netta: e cioè rafforzare il più possibile il concetto di autorappresentazione, facendo in modo che questa venga formalmente riconosciuta per tutti, limitando al massimo, quindi, ogni trasferimento di rappresentanza a sostegno della battaglia per la parità di trattamento».
«Oltre a questo, altre due questioni che si sono confermate come prioritarie riguardano innanzitutto il mantenimento nella Convenzione dell’articolo sul tema della cooperazione internazionale, il quale chiarisce che l’impegno a sostenere il rispetto dei diritti umani è un tema che deve investire anche gli aiuti ai Paesi poveri. La seconda questione fondamentale, poi, concerne l’introduzione di un articolo sul monitoraggio internazionale, ostacolato nell’ultima sessione dalla Cina, dagli Stati Uniti e dalla Russia. Si tratta, invece, di uno strumento imprescindibile, in quanto garantisce tanto la trasparenza nella valutazione delle politiche internazionali sulla disabilità, quanto l’impegno dei Paesi sottoscrittori al rispetto dei contenuti della Convenzione».
«L’ottava, quella di agosto – conclude Griffo – si ipotizza possa essere la sessione conclusiva, nel corso della quale verrà definitivamente licenziato il testo della prima Convezione per la Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità, cosicché l’Assemblea Generale dell’ONU possa adottarla già durante la sua sessantunesima sessione, entro il 2006. Senza dubbio, quello del Caucus sarà ancora una volta un compito arduo, reso più difficile dal fatto che il ruolo delle Organizzazioni Non Governative sarà limitato dalle procedure dell’ONU che lasciano ai Governi il potere di dire l’ultima parola. Noi però faremo del nostro meglio, cercando di contribuire alla realizzazione di un testo da cui i diritti umani di tutte le persone con disabilità risultino adeguatamente protetti. l’International Disability Caucus, infatti, per sua aperta ammissione non accetterà mai una Convenzione che non tuteli e promuova i diritti di ogni e di ciascuna persona con disabilità, mutuando l’espressione anglosassone each and every».
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