Dopo due anni di formazione professionale sono pronti ad andare in scena a Verona gli attori della Compagnia di Mastro Zeppa che presenteranno l’opera La molto lamentevole commedia e la crudelissima morte di Piramo e Tisbe, liberamente tratta dallo shakespeariano Sogno di una notte di mezza estate, all’interno del prestigioso cartellone della rassegna Estate Veronese.
La pièce andrà in scena venerdì 11 e sabato 12 agosto al Chiostro del Conservatorio dell’Abaco della città scaligera.
Peculiarità dell’evento è che esso rappresenta la fase finale del progetto denominato Diversamente in scena – realizzato dalla Fondazione Aida in collaborazione con il Centro Polifunzionale Don Calabria, l’ULSS 20 Settore Sociale di Verona e la Fondazione Cariverona – grazie al quale, per due anni, quattro persone con disabilità e altre due non disabili hanno condiviso un laboratorio di formazione teatrale, allo scopo di realizzare un’«unità teatrale mista, che unisse attori professionisti e persone con disabilità in modo da diffondere un’immagine più profonda e completa delle persone con disabilità, mostrandone le capacità e le potenzialità artistiche ed espressive», come spiega Gian Paolo Savorelli, direttore artistico della manifestazione Estate Veronese, in accordo con Stefano Schena, direttore del Centro Don Calabria.
(B.P.)
Per ulteriori informazioni: tel. 045 8077201.
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Dopo di noi da creare “durante noi“* L'organizzazione del futuro di una persona con disabilità: quali sono le tutele giuridiche esistenti? In quali ambienti si potrà svolgere la vita di quella persona? E con quali fondi? Un…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…