È stato a tratti particolarmente aspro il confronto che la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha dovuto affrontare negli ultimi due mesi, in riferimento ad alcune irregolarità emerse in Sicilia, e segnalate dalle associazioni locali, nella gestione di una serie di corsi di specializzazione per attività di sostegno didattico destinato ad alunni con disabilità.
Ora la querelle sembra essersi finalmente risolta, nel modo auspicato dalla FISH: il vicepresidente della Federazione Salvatore Nocera ha espresso infatti, in una lettera ufficiale indirizzata a tutte le realtà interessate dalla vicenda, la soddisfazione della FISH «per avere offerto un doveroso servizio al rispetto della legalità e dell’informazione nell’interesse di tutti».
Ma ripercorriamo le tappe che hanno portato a questo risultato.
In base ad alcune segnalazioni giunte presso gli uffici della Presidenza FISH, la Cooperativa Istituto Walden Arl, con sede a Belpasso in provincia di Catania (e che con l’omonimo prestigioso istituto romano ha in comune solo il fatto di aver attinto per la propria identificazione a Walden, l’opera più nota dello scrittore e filosofo americano David Henry Thoreau) stava organizzando dieci corsi di specializzazione per attività didattiche di sostegno all’integrazione scolastica di alunni con disabilità: era già stato infatti lanciato un bando per cinque corsi da quaranta posti, rispettivamente nelle sedi di Messina, Catania, Paternò, Patti e Caltagirone. Costo di ciascun corso biennale: 6.000 euro.
Il tutto posto in essere sulla base della Sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia n. 733/05 (Reg. Dec. n. 1030, Reg. Ric.) dell’ 8 novembre 2005, considerata decisamente superata dalle associazioni che hanno sollevato il caso e pertanto inutilizzabile come fonte normativa in grado di giustificare l’attivazione di tale iniziativa.
È quanto mai opportuno ricordare a questo punto che ogni formazione inerente al sostegno e i relativi titoli finali conseguiti a seguito di corsi non attivati dall’Università non conferiscono alcuna validità ufficiale né sono spendibili per l’inserimento negli elenchi di sostegno relativi alle graduatorie permanenti del personale della scuola. I privati, quindi (Legge 341/1990, Legge 104/1992), non possono autonomamente gestire corsi di specializzazione, talché i partecipanti a questi ultimi non vedrebbero riconosciuti i titoli acquisiti.
In una lettera del 2 novembre firmata dal presidente della FISH Pietro V. Barbieri, veniva perciò chiesta un’informativa all’opinione pubblica, riguardante la non regolarità di questa iniziativa, «sia sullo stesso sito dove è pubblicato il bando, sia con i mezzi ufficiali dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e alla Pubblica Istruzione, sia dal Ministero dell’Università, unico autorizzato per legge a rilasciare titoli di specializzazione per le attività didattiche del sostegno, sia dal Ministero della Pubblica Istruzione che di tali titoli deve avvalersi per la nomina dei docenti di tali attività». Il messaggio è stato inviato a tutti gli enti chiamati in causa nello stesso.
Pronta è arrivata la risposta dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione Sicilia, il quale precisava che l’autorizzazione era stata accordata all’Istituto Cooperativa Walden solamente per l’attivazione di due corsi biennali di specializzazione polivalente nel Comune di Patti. «Nessun’altra autorizzazione è stata data – si legge nella nota – né avrebbe potuto esserlo per le ragioni rappresentate dalla Federazione».
Difficile, però, comprendere come mai fossero stati autorizzati quei due corsi, una volta ritenute valide le argomentazioni della FISH! Anche per questi, infatti, mancavano i presupposti tecnico-giuridici che avevano portato a negare gli altri otto richiesti. Per questo la FISH ha continuato ad insistere anche per la revisione della precedente autorizzazione.
Come si poteva prevedere, a questo punto è arivata una risposta di tono molto acceso da parte del presidente dell’Istituto Walden, che innanzitutto precisava di aver dato mandato ai legali di valutare le azioni opportune rispetto alla lettera della FISH, ritenuta «di contenuto fortemente denigratorio» e piena di «inesattezze e falsità».
Il presidente dell’Istituto Walden affermava infatti che la cooperativa avrebbe agito nel pieno rispetto della legge, non organizzando privatamente i corsi, che al contrario erano stati autorizzati dall’Assessorato Regionale con il Decreto n. 875/XII del 6/10/2006, emanato in esecuzione di una sentenza definitiva del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia. Nessun pericolo quindi, per coloro che avessero voluto iscriversi, di non veder riconosciuta la validità dei titoli.
«Al Presidente della FISH – si leggeva in chiusura – ricordiamo soltanto che la Regione Sicilia è Regione a Statuto Speciale che annovera, tra l’altro, una competenza esclusiva in materia di istruzione elementare ed una competenza ripartita o concorrente in materia di istruzione secondaria».
In tale documento, però, non vi era alcun riferimento, da parte del rappresentante legale dell’Istituto Walden, al fatto che nel bando lanciato dal sito www.corsidisostegno.com non si parlava assolutamente del citato Decreto Assessorile 875/12 del 6 ottobre 2006 – il quale non avrebbe per altro modificato la situazione normativa illustrata dalla FISH – né si ricordava che lo Statuto della Regione Sicilia attribuisce sì competenze normative alla Regione in materia di istruzione primaria e secondaria, come affermato, ma non in materia di validità di titoli di studio e professionali da far valere nel campo dell’istruzione pubblica su tutto il territorio nazionale.
Risolutivo è finalmente giunto l’intervento della Direzione Generale per la Sicilia del Ministero della Pubblica Istruzione, che ha riaffermato come la competenza sull’attivazione di questi corsi spetti esclusivamente alle Università, «nonostante la recente sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa».
Di conseguenza il 12 dicembre scorso il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, Guido Di Stefano, ha invitato l’Istituto Walden a sospendere le prove di selezione per l’accesso ai corsi, fissate per il successivo 14 dicembre. «La sospensione – ha scritto Di Stefano in una nota – eviterebbe di consolidare comprensibili aspettative in soggetti che allo stato attuale non potrebbero veder valutato il titolo di specializzazione eventualmente conseguito [grassetto nostro, N.d.R.]».
Da ultimo, ma non ultimo, nella stessa data anche il Ministero dell’Università e della Ricerca ha precisato, in riferimento ai corsi del Walden, che ogni altra formazione inerente al sostegno e i relativi titoli finali conseguiti a seguito di corsi non attivati dalle Università «non conferiscono alcun diritto per la loro valutazione né gli stessi sono spendibili ai fini dell’inserimento negli elenchi di sostegno relativi alle graduatorie permanenti del personale della scuola».
La storia per il momento si esaurisce qui, ma non mancheremo di informare i lettori di Superando.it, in caso di ulteriori, nuovi sviluppi.
(Giuliano Giovinazzo)
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