Lo ha stipulato la Regione Lazio (promotrice dell’accordo attraverso l’Assessorato all’Istruzione, Formazione e Diritto allo Studio), con l’Ufficio Scolastico Regionale, le Province, le Aziende Sanitarie, il Comune di Roma e l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Sono esattamente 20.656 gli studenti con disabilità nel Lazio, come ha ricordato presentando l’iniziativa l’assessore regionale all’Istruzione Silvia Costa, citando i dati forniti dall’Ufficio Scolastico Regionale; la maggior parte di essi sono naturalmente a Roma (oltre 15.000), quindi a Latina e a Frosinone (oltre 2.000), Viterbo e Rieti (circa 500). Sono poi 8.563 gli insegnanti di sostegno sul territorio regionale.
«In due anni – ha inteso sottolineare Costa – la Regione ha lavorato molto sul sostegno; nel 2006, ad esempio, abbiamo investito 3 milioni di euro per supporti all’inserimento richiesti da Province e Comuni. Ora costituiamo un fondo appositamente dedicato di un milione di euro e dobbiamo valutare come integrare tale fondo con l’assessorato regionale alla Sanità».
Che dopo «il grande risultato di oltre 20.000 disabili nelle scuole, frutto della collaborazione tra enti locali e sistema sanitario», si debba ora «dare avvio ad una fase ulteriore», è anche la convinzione dell’assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia. «Abbiamo aiutato la scuola a comprendere i suoi problemi e a misurarsi con l’integrazione – ha dichiarato a tal proposito Battaglia – e oggi ne beneficiano non solo i disabili e le loro famiglie, ma la scuola tutta e la sua organizzazione».
Per quanto poi concerne i cardini dell’accordo di programma, il testo è articolato secondo compiti specifici che i diversi soggetti si impegnano a svolgere, come ha sintetizzato Silvia Costa.
Innanzitutto, quindi, il coordinamento socio-sanitario; poi la collegialità, ovvero prevedere figure diverse per affrontare il percorso di integrazione fin dai primissimi anni scolastici; l’istituzione di un comitato consultivo che dia indirizzi ed elabori programmi regionali di attività per la presa in carico della persona nella sua interezza; un centro di documentazione sull’inclusione scolastica; un portale accessibile per docenti e famiglie; l’individuazione di un profilo professionale certo – e omogeneo su tutto il territorio nazionale – dell’assistente alla comunicazione e dell’assistente familiare.
«L’obiettivo – ha dichiarato ancora Costa – è anche quello di far sì che l’accordo regionale sia la cornice, ma che poi a cascata le Province diano vita ad altrettanti accordi con gli enti locali, perché è proprio sui territori che queste prassi diventano concrete».
«Se tale accordo restasse solo nel Lazio – conferma Salvatore Nocera, vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – esso sarebbe di portata limitata; è quindi necessario che le singole istituzioni scolastiche, le quali sono autonome e quindi non vincolate dal presente accordo, e i municipi ne sottoscrivano altri, per assumersi direttamente impegni, diritti e doveri. Va stimolata inoltre la sottoscrizione di accordi anche a livello di Piani di Zona. E in ogni caso questo accordo costituisce un evento assai importante per le famiglie, per gli studenti e anche per le associazioni che operano nel settore: noi crediamo nei diritti, e oggi un’intesa politica passa dalle parole agli atti giuridici».
*Testo già pubblicato dall’Agenzia «Redattore Sociale – Dire» e qui ripreso per gentile concessione di tale testata.
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