Sì, ci abbiamo sperato fino all’ultimo che la situazione migliorasse e che saltassero fuori le cattedre di sostegno misteriosamente scomparse e invece alla fine la doccia gelida è arrivata lo stesso: il 26 agosto scorso, giorno delle nomine annuali, noi docenti di sostegno delle scuole medie e superiori abbiamo avuto la tristissima conferma dei feroci tagli che hanno colpito il diritto allo studio dei ragazzi con disabilità della provincia di Cagliari.
Paragonando i posti disponibili quest’anno a quelli assegnati alle nomine dell’agosto 2007 (che già erano pochi, se commisurati al numero di studenti aventi diritto al sostegno che frequentano le nostre scuole), la diminuzione delle cattedre per gli incarichi annuali nelle scuole medie e superiori ammonta a circa 90 unità, con un calo percentuale del 30%. Se contiamo infatti due spezzoni da nove ore come una sola cattedra, si è passati da 287 cattedre disponibili all’inizio dell’anno scolastico 2007-2008 alle 146 di quest’anno. Aggiungendo poi le 52 immissioni in ruolo avvenute lo scorso luglio si arriva a 198.
Tantissimi docenti che negli ultimi due, tre, quattro anni scolastici hanno avuto l’incarico annuale dall’Ufficio Scolastico Provinciale sono dovuti tornare a casa a mani vuote e i tagli, va detto, si sono abbattuti su tutte le aree del sostegno.
Il caso limite è quello dei docenti dell’area AD03 (area tecnico-professionale-artistica), in gran parte professori di diritto ed economia che fanno gli insegnanti di sostegno. Per questi ci sono state 27 cattedre in meno, con un taglio percentuale del 42%. Anche chi di loro ha iniziato a insegnare nel 2004, sempre con incarichi annuali, ora si trova disoccupato. Senza tanti complimenti e senza ricevere alcuna spiegazione.
Non solo. In questo calcolo non abbiamo tenuto conto di tutti i posti di sostegno che nello scorso anno sono stati autorizzati ad anno scolastico già iniziato. Se aggiungiamo queste cifre, i tagli diventano a dir poco “spaventosi”.
Stiamo veramente assistendo alla fine dell’integrazione scolastica? Infatti, anche chi il 26 agosto è riuscito ad avere l’incarico sa bene che, continuando questo trend, i prossimi anni potrebbe vedersi riservare la stessa sorte dei colleghi rimasti senza lavoro.
Dopo esserci formati per tre anni presso la Scuola di Specializzazione per Insegnanti delle Scuole Superiori e dopo aver lavorato per lungo tempo con l’incarico annuale nelle istituzioni scolastiche di tutta la Provincia, nessuno di noi si aspettava minimamente un simile trattamento di ben servito. La realtà ha superato la fantasia.
Non siamo persone che stanno elemosinando un posto di lavoro. Siamo professionisti che hanno lavorato con passione insieme alle famiglie e ai tanti colleghi curricolari per garantire ai ragazzi con disabilità una vera integrazione.
Chi in questi anni ci ha visto all’opera sa quanto ci siamo spesi per un lavoro in cui crediamo e ha potuto vedere i risultati che siamo riusciti ad ottenere. Il lavoro avviato con i ragazzi per la loro integrazione è stato spazzato via con un colpo di spugna, seguendo un unico criterio: tagliare il più possibile. E tuttavia, dovrebbe essere principio condiviso che le economie di mercato si fanno sugli sprechi e non cancellando invece il diritto all’integrazione, svalutando la professionalità docente e minando la garanzia di un percorso educativo mirato per le fasce più deboli.
Che ragioni ci sono, infatti, per negare il sostegno a ragazzi che vogliono frequentare la scuola e ne hanno tutto il diritto? Potremmo giustificare i tagli se ci fosse stato un brusco calo di iscrizioni di alunni con disabilità. Ma non è così, i ragazzi ci sono, più numerosi che mai.
Se poi entriamo un po’ più nel dettaglio e andiamo a vedere cosa succederà quest’anno in ogni singola scuola, ci troviamo di fronte a situazioni che hanno del vergognoso: ragazzi autistici cui è stato negato il sostegno, alunni con sindrome di Down che arrivati in quinta superiore si sono visti ridurre il sostegno da diciotto ore settimanali a quattro ore e mezza. E sono solo due dei tantissimi esempi che si potrebbero fare in cui il diritto allo studio è stato negato in modo a dir poco sconcertante.
Chiediamo dunque alle istituzioni competenti – Direzione Regionale e Ufficio Scolastico Provinciale – di attivarsi immediatamente per porre rimedio a questa disastrosa situazione.
Nel frattempo si segnala il pieno stato di agitazione, con adesione immediata a tutte le iniziative in corso anche di carattere nazionale, cui seguiranno sit-in e attività di sensibilizzazione presso l’opinione pubblica e in particolare delle famiglie degli studenti con disabilità e delle loro associazioni, anche in vista di ricorsi al giudice amministrativo, e quant’altro possa essere utile a ripristinare i diritti lesi. Questa volta andremo fino in fondo.
*Comitato dei Docenti Precari di Sostegno.
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