Storia di Marco che non sa dove poter studiare

È stata la CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà) di Torino a rendere pubblica l'intricata vicenda di un diciannovenne con disabilità, che non vedendosi accettata l'iscrizione dal liceo dove era stato due volte bocciato, rischia ora di perdere l'anno, non trovando, per diversi motivi, un'altra scuola dove iscriversi

Persona in carrozzina in un'aula scolasticaÈ una situazione quanto meno intricata quella venutasi a creare a Torino, che vede per protagonista un diciannovenne con disabilità, affetto da una forma di distrofia muscolare e con una problematica situazione familiare.
Marco, infatti – questo il nome della persona – dopo due bocciature consecutive alla prima liceo classico dell’Istituto Alfieri – tra problemi di inserimento e rapporti difficili con gli insegnanti – ha recuperato un anno presso una scuola paritaria, ma al momento di tornare al liceo precedente, si è imbattuto nel rifiuto dell’iscrizione da parte di quest’ultimo, con una decisione che per le persone con disabilità spetta discrezionalmente al collegio docenti.

«Una scelta – ha dichiarato Riccardo Gallarà, preside dell’Alfieri – dolorosa e complessa, ma studiata attentamente e che alla fine mi ha portato a decidere che chi ha vissuto una situazione difficile come Marco e rientra nello stesso contesto non ha alcuna speranza di conseguire un buon risultato. Anzi, sarebbe solo controproducente. Per questo ho suggerito un cambio di contesto che non potrà che fargli del bene».

A questo punto, però, per diversi motivi (niente più posti disponibili nelle classi dell’ultimo anno, corsi esclusivamente sperimentali), Marco non trova più il modo di potersi iscrivere ad alcun altro liceo classico e la CPD di Torino (Consulta per le Persone in Difficoltà), sollecitata dalla famiglia, rende pubblica la situazione, chiedendo anche contemporaneamente una soluzione al direttore del Servizio Scolastico Regionale del Piemonte, Francesco De Sanctis, soluzione, però, che ad oggi non è ancora arrivata.
«Evitiamo di sottolineare – dichiara a tal proposito il presidente della CPD Paolo Osiride Ferrero – che in occasione di altri episodi veramente gravi, documentati in modo incontrovertibile e anche in casi di vessazioni ai danni di compagni con disabilità, non sono state tratte conseguenze definitive come in questo caso; non vogliamo infatti entrare nel merito delle decisioni del dirigente scolastico dell’Alfieri: se è impossibile che il ragazzo frequenti quella scuola, lo accettiamo. Quello che non è giusto è che nessuno si sia attivato per fornire un’alternativa, una soluzione efficace».

In realtà la disponibilità del direttore De Sanctis sembra ci sia stata, almeno in base a quanto da lui dichiarato in questi giorni: «Le situazioni di difficoltà e disagio che coinvolgono i ragazzi – sono le sue parole – mi rammaricano sempre moltissimo e la vicenda di Marco mi trova particolarmente attento e vicino. Non appena vorrà, i nostri uffici saranno sempre a sua disposizione, ovviamente, per offrirgli chiarimenti e consigli».
Disponibilità, quindi, ma nel concreto ancora nessuna soluzione e a questo punto il rischio che Marco perda l’anno di scuola.
«In questo caso – insiste Ferrero – sarebbe servito un piano personalizzato, ma nessuno ha richiesto un tavolo di confronto, di coordinamento: ognuno si è limitato a svolgere il suo compitino e alla fine il risultato è stato un salomonico e inaccettabile “arrangiati” scritto alla famiglia. Per la CPD è inaccettabile che le istituzioni facciano soltanto il loro compitino, badino al loro ristretto orticello, quando di mezzo c’è una persona».

Una situazione, quindi, quanto meno intricata, come scrivevamo all’inizio, che continueremo a seguire, con l’auspicio che presto possa essere risolta in modo soddisfacente, consentendo a Marco di continuare il proprio percorso di studi. (S.B.) 

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