È Maria Laura De Luca la prima studentessa con difficoltà motorie dell’Università della Tuscia di Viterbo ad aver partecipato a un corso di lingua all’estero ed esattamente a Dublino, in Irlanda. «I dieci giorni che ho trascorso al Griffith College – racconta lei stessa – residenza estiva dell’Emerald Cultural Institute, oltre ad accrescere la mia conoscenza della lingua inglese, mi hanno permesso di capire che se c’è la grinta giusta e un valido funzionamento delle istituzioni, volere è potere».
In sostanza, il ruolo dell’Università della Tuscia è stato quello di eliminare le differenze tra Maria Laura e qualsiasi altro studente ed è anche per questo che le spese delle due ragazze che l’hanno accompagnata sono state totalmente a carico dell’Ateneo, mentre lei ha sostenuto le sue, come tutti gli altri.
A seguire l’iter dell’intera operazione è stato Saverio Senni, delegato del Rettore e coordinatore del Tavolo per gli Studenti con Disabilità, che dichiara: «È la prima volta che alla nostra Università arriva la richiesta di un soggiorno all’estero da parte di uno studente o una studentessa con disabilità ed è stato un piacere vedere con quanto entusiasmo Maria Laura abbia affrontato questo impegno tanto utile per il suo percorso formativo. Ci auguriamo che altri possano avanzare richieste del genere».
«Gli studenti con disabilità – spiega ancora il delegato del Rettore – dopo essere stati selezionati sulla base del bando annuale Erasmus, possono richiedere attraverso il proprio Istituto o Università, un contributo supplementare fino a 300 euro al mese a copertura dei costi aggiuntivi legati ad esigenze speciali come un alloggio attrezzato, materiale didattico specifico, l’accompagnatore ecc. Fino a tale ammontare, poi, non è necessario dimostrare con ricevute le spese sostenute, ma va anche detto che Erasmus dispone comunque di un budget specifico che consente di prendere in considerazione anche richieste di contributo supplementare superiore ai 300 euro al mese basate sulle spese che effettivamente si devono sostenere».
È questo, quindi, uno dei tanti meccanismi messi in atto dall’Università della Tuscia per sostenere e promuovere la mobilità degli studenti con disabilità. «Credo che il mio – sottolinea Maria Laura De Luca – sia un esempio da seguire con entusiasmo per capire che ci sono diversi modi di vivere la disabilità, rendendosi conto che in Europa è spesso normale quello che ai nostri occhi è ancora “speciale”». (S.B.)
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