Classi sempre più numerose nelle scuole superiori di Bologna, con più di trenta alunni per due o più ragazzi con disabilità grave. La denuncia è arrivata in concomitanza con il primo giorno di apertura delle scuole da parte del CAD di Bologna (Comitato Associazioni dei Disabili), organismo che riunisce alcune delle più importanti associazioni impegnate nel settore della disabilità.
«All’ITIS Majorana di San Lazzaro – ha dichiarato in tal senso Fiammetta Colapaoli, portavoce del CAD – c’erano in una classe ben trentuno alunni e un disabile grave, mentre negli Istituti Professionali di Bologna (Fioravanti, Rubbiani e l’Istituto Alberghiero Bartolomeo Scappi), a fronte di classi che sfiorano i trenta studenti, si contano due o tre ragazzi con disabilità. Questo è causato dal fatto che il ministro Gelmini ha abrogato la norma che limitava a venti il numero degli alunni in un’aula in cui fosse presente un ragazzo con disabilità, riducendo anche le ore di sostegno. È una vera e propria lesione del diritto allo studio».
Allarmi ben noti – specie in queste settimane – a chi frequenta abitualmente le colonne del nostro sito. Ad essi si aggiunge anche quello del taglio complessivo del personale docente e non docente, che nella Provincia di Bologna raggiunge le 579 unità a fronte di circa 3.000 studenti in più. Lo stesso CAD, dunque, ha annunciato battaglia, invitando «i genitori a ricorrere al TAR. Noi siamo pronti ad appoggiarli dal punto di vista legislativo. Per questo abbiamo diramato un volantino informativo che parla dell’impossibilità di fare integrazione in queste condizioni. La sentenza del TAR della Sicilia che dichiara “contraria alla Costituzione” l’eliminazione delle deroghe per classi numerose è il precedente a cui dobbiamo appigliarci». Una precisazione: si tratta in realtà della Sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana del 12 marzo 2009, sulla quale suggeriamo la lettura di una scheda realizzata nel sito dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), dal vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Salvatore Nocera (la si legga cliccando qui).
«L’assenza delle compresenze – ha dichiarato dal canto suo Romana Veronesi, maestra della Scuola Elementare Scandellara di Bologna – ha danneggiato anche i ragazzi con disabilità, senza contare che spesso si chiede all’insegnante di sostegno di fare da supplente all’insegnante di ruolo in un’altra classe, minando così il diritto allo studio del disabile. Questo non è tollerabile». «La contrazione dei servizi scolastici – ha annotato infine Roberto Alvisi della UILDM di Bologna (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) – obbliga chi ne usufruisce a una sorta di “percorso di guerra”. Non abbiamo ancora ricevuto segnalazioni specifiche, ma siamo pronti a qualsiasi evenienza».
Da segnalare, nel frattempo, che il Comune di Bologna è intervenuto con alcune misure “salvascuola”, prendendo provvedimenti «sugli aspetti specifici che gli istituti ci hanno richiesto», ha dichiarato Simona Lembi, assessore comunale all’Istruzione, come «il sostegno all’ingresso e all’uscita dei ragazzi dalle scuole».
*Testo ricavato in parte – con adattamenti – da quello pubblicato da «Redattore Sociale», a firma di Gianluca Mezzofiore, con il titolo Bologna, alunni disabili: sos sovraffollamento per istituti tecnici e professionali. Si ringrazia per la concessione.