La prassi non corrisponde alle Linee Guida

Emanate in pieno agosto dal Ministero, le Linee Guida per l'Integrazione Scolastica degli Alunni con Disabilità erano state giudicate anche su queste colonne «un buon punto di partenza». Oggi, però, i provvedimenti e le prassi amministrative, in particolare sulla formazione delle classi, non corrispondono certo a quanto scritto in quel documento. Lo denunciano la Fondazione Zancan di Padova e la Fondazione Paideia di Torino che dopo un seminario di ricerca in settembre, si sono direttamente rivolte al ministro Gelmini, ponendo una serie di precise richieste

Bimbo in carrozzina entra a scuolaSono state le Linee Guida per l’Integrazione Scolastica degli Alunni con Disabilità – emanate in piena estate dal Ministero – al centro del seminario di ricerca svoltosi a Padova, qualche settimana fa, a cura della locale Fondazione Zancan di Padova, in collaborazione con la Fondazione Paideia di Torino, sul tema L’integrazione degli alunni con disabilità gravi e gravissime nella scuola: problemi e prospettive. Ai lavori hanno partecipato genitori e rappresentanti di associazioni di persone con disabilità, docenti ed educatori, pro­venienti da tutta Italia.

«A tal proposito – scrive Giuseppe Benvegnù-Pasini, presidente della Fondazione Zancan in una lettera indirizzata al ministro Mariastella Gelmini – i partecipanti hanno osservato come le Linee Guida da lei recentemente emanate non corrispondano agli attuali provvedimenti e prassi amministrative sulla formazione delle classi, in contrasto con la qualità dell’integrazione scolastica».

Queste dunque le richieste del gruppo di lavoro dedicato, delle quali le Fondazioni Zancan e Paideia si sono rese portavoce al Ministro:
«1. l’intervento del Ministero affinché venga ridotto il numero degli alunni nelle classi, fissando a due il numero massimo di alunni con disabilità in ciascuna classe;
2. l’emanazione di un regolamento che normi la formazione iniziale dei docenti, prevedendo un congruo numero di semestralità obbligatorie sui temi dell’integrazione scolastica, anche per i docenti delle scuole secondarie di secondo grado;
3. una maggiore attenzione alla programmazione organizzativa interistituzionale dell’integrazione scolastica regionale e sub-regionale, riprendendo gli orien­tamenti contenuti nell’Intesa della Conferenza Stato-Regioni del 20 marzo 2008, approvata da tutte le Regioni e apprezzata dalle Associazioni». (S.N.)

Sul tema trattato suggeriamo anche la lettura – sempre in questo sito – del testo intitolato E c’è chi vuole seriamente insidiare quel triste primato…, disponibile cliccando qui.

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