Sei bambini con disabilità delle scuole sarde di Decimomannu, Carbonia, Selargius, Quartu Sant’Elena, Villasalto e di una scuola Media di Alghero – sostenuti dall‘ABC Sardegna (Associazione Bambini Cerebrolesi) – hanno vinto la loro prima battaglia per il diritto allo studio, dopo che il Tribunale Amministrativo (TAR) della Sardegna (Sezione di Cagliari) ha accolto in via cautelare – con altrettante Ordinanze – il ricorso delle loro famiglie, presentato a causa di un rapporto di sostegno inferiore a quello richiesto.
«È una battaglia vinta per tutti i nostri figli – commenta Luisanna Loddo, presidente dell’ABC Sardegna – con i tribunali che ancora una volta danno ragione alle famiglie, stabilendo che il diritto allo studio non può essere vincolato alla spesa pubblica».
«Nel provvedimento – sottolinea dal canto suo Francesca Palmas, responsabile per il settore della scuola nell’ABC Sardegna – viene richiamata anche la sospensiva del Consiglio di Stato dello scorso mese di febbraio [la si legga cliccando qui, N.d.R.], nella quale si legge chiaramente che la Finanziaria Nazionale [Legge 244/07, articolo 2, comma 413, N.d.R.] “nello stabilire un rapporto medio nazionale fra insegnanti di sostegno e alunni diversamente abili” non debba escludere “attente valutazioni caso per caso, al fine di assicurare pieno soddisfacimento delle ‘effettive esigenze rilevate’“. Il diritto allo studio, dunque, non è suscettibile di degradazione, soprattutto per motivazioni di tipo economico (cioè di contenimento della spesa pubblica), come invece continua a sostenere il Ministero».
Grande soddisfazione è stata espressa anche da Marco Espa, il primo consigliere regionale a firmare la mozione contro l’applicazione della Riforma Gelmini in Sardegna. «Si ritorna – ha commentato Espa – ad uno stato di legalità nei confronti degli alunni più bistrattati dallo Stato ai quali si vuole togliere anche il diritto all’istruzione e all’integrazione. Bravissime le loro famiglie e chi li ha sostenuti».
«Ma la battaglia non finisce certo qui», continua Espa. «Riporteremo infatti l’argomento in Consiglio Regionale, chiedendo all’assessore competente Maria Lucia Baire di difendere gli alunni con disabilità sardi e anche quelli che non hanno i soldi e la forza di ricorrere ai TAR, evitando così che le famiglie, già duramente impegnate nella loro vita, si debbano sobbarcare centinaia di ricorsi e di giudizi che, seppur potenziamente vincenti, costituiscono un forte carico emotivo e psicologico che non mi sembra degno, da parte di una nazione civile, caricare su chi difende i diritti dei propri bambini con disabilità».
Ora il Ministero – in attesa della sentenza definitiva prevista per il prossimo anno – sarà costretto a rivedere le proprie decisioni e ad integrare subito, con l’assunzione di nuovi insegnanti, il sostegno per queste famiglie alle quali il TAR di Cagliari ha accolto i ricorsi.
Nel frattempo, segnala Francesca Palmas, «il 4 novembre – data tra l’altro prevista per la presentazione di ulteriori ricorsi a Cagliari – siamo stati convocati a Roma per la Consulta dell’Osservatorio sull’Integrazione Scolastica Ministeriale, di cui facciamo parte dal 2000. In quell’occasione avremo modo di sostenere ulteriormente le ragioni delle famiglie, confermate anche in sede giudiziaria ormai da cinque anni, contro una politica dei tagli che rischia di far fare passi indietro all’integrazione scolastica e alla scuola nel suo insieme, e questo non lo possiamo accettare».
«Non ci saranno sconti per nessuno – conclude Luisanna Loddo – perché parliamo del diritto dei nostri figli, non di una concessione». (S.B.)