Una diffamazione collettiva di tutte noi persone con disabilità

di Salvatore Nocera
«Se ci siamo indignati per la terminologia errata con cui veniamo chiamati – scrive Salvatore Nocera – se ci battiamo per contrastare le discriminazioni, cosa dovremmo dire e fare di fronte alla diffamazione collettiva di un Presidente degli Stati Uniti che attribuisce la causa di un gravissimo incidente aereo al fatto che il suo predecessore avesse nominato “troppi controllori di volo disabili”?»

Mano che dice stopIl mondo della disabilità italiana ha giustamente discusso sulla terminologia corretta con la quale dovessimo essere indicate noi, persone con disabilità, e il mondo associativo, specie la Federazione FISH, è riuscito a fare introdurre nell’articolo 2 del Decreto Legislativo 62/24 la definizione più confacente alla nostra dignità di persone come tutte le altre, con il termine di “persone con disabilità”.
Se ci siamo dunque battuti per una dignitosa e corretta terminologia, cosa dovremmo dire e fare nei confronti dell’ennesima “sparata” del Presidente degli Stati Uniti, che ieri, mentendo sapendo di voler mentire, con assoluta ignoranza dei fatti, ma con la consueta sicumera, ha attribuito la causa del gravissimo incidente aereo avvenuto a Washington al fatto che il suo predecessore avesse nominato «troppi controllori di volo disabili», per perseguire le sue politiche di inclusione.
Se ci siamo dunque indignati per la terminologia errata, cosa dovremmo dire e fare di fronte ad una strumentalizzazione, per propaganda politica, della nostra dignità personale?
Noi siamo considerati da quel signore come una categoria di incapaci, messi per pietà in posti di lavoro a noi non adatti, il che significa compiere una vergognosa denigrazione nei nostri confronti.
Se quindi giustamente ci battiamo per contrastare le discriminazioni, cosa dovremmo fare di fronte a questa diffamazione collettiva?
E non dico certo questo perché il presidente Trump sia un illustre politico di estrema destra e si stia comportando con incredibile disumanità, contro gli immigrati, considerati tutti “criminali”, e contro le donne, con un antifemminismo di genere che da noi sarebbe pure perseguibile penalmente; egli è il capo di un Paese da noi tutti sempre considerato come la guida dei Paesi democratici nel mondo. Però, con questa sua disinvolta affermazione contro di noi, egli opera una gravissima diseducazione mondiale, alla quale si atterranno i milioni di suoi fanatici elettori, che saranno anzi elettrizzati da questa sua “battuta esilarante”!
Ribadisco: sono profondamente indignato e lo avrei fatto, naturalmente, anche se un’offesa alla nostra dignità umana fosse venuta da un grande politico di sinistra. Sono però certo che le Associazioni si faranno presto sentire sulla stampa.

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