Quindici anni di guerra (tanta) e di pace (poca) con l’istituzione scolastica

«Lo legga, Signor Ministro, magari anche solo di sfuggita: avrà l'occasione di scoprire o quanto meno di approfondire "l'altra faccia dell'integrazione", quella delle "famiglie con disabilità", di cui spesso tutti parlano, dicendo di volerle aiutare, anche se poi nessuno fa nulla di concreto per migliorarne l'esistenza». Scrive così, Giorgio Genta, al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, nel donarle una copia del suo nuovo libro, il cui sottotitolo - che noi abbiamo scelto invece come titolo di questa presentazione - svela il tema trattato: la lunga e spesso tormentata esperienza vissuta nel campo dell'integrazione scolastica da una studentessa con gravissima disabilità

Copertina del libro di Giorgio Genta «La scuola di Silvia»«Onorevole Ministro, l’integrazione scolastica delle studentesse e degli studenti con disabilità è probabilmente il maggior punto d’orgoglio della scuola italiana. Noi confidiamo che Lei condivida questa affermazione, anche se recenti provvedimenti  in materia fanno nascere non pochi dubbi al riguardo. E tuttavia, da un’illuminata legislazione in materia, nella scuola italiana “eternamente riformata per non cambiare mai”, spesso deriva un’attuazione della normativa non all’altezza della medesima. Alcuni Suoi collaboratori lamentano gli alti costi dell’integrazione scolastica; sarebbe  interessante se gli stessi si chiedessero cosa costa l’integrazione scolastica (quella reale, quella “che c’è”) alle famiglie degli studenti con disabilità. Le nostre famiglie ritengono che l’integrazione possa e debba essere un processo di reciproco scambio, un arricchimento a due. Per illustrarle le nostre idee abbiamo pensato di farle, un po’ in anticipo, un piccolissimo regalo di Natale (e con Lei ai dirigenti e ai funzionari del Suo Ministero): un librettino intitolato La scuola di Silvia. Se troverà il tempo di leggerlo, magari anche solo di sfogliarlo di sfuggita, avrà l’occasione di scoprire o quanto meno di approfondire l’altra faccia dell’integrazione. Quella delle “famiglie con disabilità”, di quelle famiglie di cui spesso tutti parlano, dicendo di volerle aiutare, anche se poi nessuno fa nulla di concreto  per migliorare la loro esistenza. Si tratta di una reale, fruibile e puntuale integrazione scolastica, senza tribunali e senza liti, per il bene delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, che poi è anche il bene della società».

Valeva la pena riprenderla quasi integralmente la lettera accompagnatoria con cui Giorgio Genta ha voluto donare al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini il suo libro uscito in questi giorni, dal titolo La scuola di Silvia, pubblicato dall’Associazione DopoDomani di Loano (Savona) e dall’ABC Liguria (Associazione Bambini Cerebrolesi), con il patrocinio della Federazione Italiana ABC.
Già autore di Mai soli! e coautore di Mio figlio ha le ali (di quest’ultimo si legga nel nostro sito cliccando qui), è nel sottotitolo di questo nuovo testo – Quindici anni di guerra (tanta) e di pace (poca) con l’istituzione scolastica che Genta svela il tema prescelto: si tratta infatti di uno snello e sapido scritto sull’esperienza vissuta nel campo dell’integrazione scolastica di una studentessa “gravissima”.
Ma perché quindici anni se poi il libriccino narra con humour mai acido l’indomita perseveranza dei cinque anni della scuola secondaria superiore? «Perché – spiega lo stesso Genta – bisogna aggiungere anche gli anni della scuola non frequentata, anni di intenso lavoro burocratico per costruire quella vera, la “scuola a scuola” e “l’insegnamento anche domiciliare” per i gravissimi, un lavoro fortemente innovativo da paragonare, come fatica, alla costruzione di una piramide».

Un testo tutto da leggere, dunque, scritto da «un genitore che non sa fare altro», come egli stesso si autodefinisce, un testo che è piaciuto molto, ad esempio, al vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Salvatore Nocera, che ne ha “griffato” la copertina scrivendo: «L’integrazione scolastica di qualità vista dalle famiglie».
«Dovrebbe piacere – secondo Genta – ai genitori delle ragazze e dei ragazzi con disabilità, ma non solo a loro. Dirigenti scolastici, insegnanti curricolari e di sostegno, assistenti alla comunicazione, funzionari di ogni ordine e grado di Comuni, Province, Regioni, Ministeri, sottosegretari, ministri: ci sono dentro tutti, chi con gloria, chi con infamia».

A questo punto, per tutti gli interessati ad acquisire il libro, va detto che esso non è in vendita, ma è stato stampato – come già riferito – da due associazioni di volontariato che lo distribuiscono gratuitamente, su richiesta da inviare all’indirizzo abcliguria@gmail.com («naturalmente – ci segnalano le stesse associazioni – è gradita una piccola offerta, che servirà a completare la realizzazione di un dopo-di-noi per persone con disabilità anche grave»). (S.B.)

La scuola di Silvia. Quindici anni di guerra (tanta) e di pace (poca) con l’istituzione scolastica

La Prefazione
La scuola di Silvia è ormai terminata e forse con un po’ di presunzione abbiamo voluto salvarne il ricordo e le conquiste, partecipandole a tutti coloro che avranno la bontà di leggere le pagine che seguono.
Perché farne un piccolo libro se esisteva già il video, invitato, presentato con successo e premiato al concorso Le chiavi di Scuola 2008 a Milano?
Perché se il video colpisce con la semplice forza delle immagini (la lunga rampa che permette l’accesso in carrozzina alla scuola come simbolo del percorso tuttora in salita che deve compiere ogni studente con disabilità), nel testo scritto è rivissuto il lungo viaggio di una famiglia con disabilità con un compagno di percorso un po’ particolare (l’istituzione scolastica), con i frequenti litigi e le brevi paci che sempre ci sono tra compagni di strada che vedono il viaggio comune da due punti di vista diversi.
E perché speriamo e crediamo che la mappa tracciata possa essere utile ad altri viaggiatori.
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