Con i bravi docenti e i bravi audiodescrittori, Laura Giordani condivide una dote: rendere visibile ciò che già c’era di importante, ma che non vedevamo. «Lo ha fatto anche con me, suo alunno – scrive Savio Tanzi -, quando ero ancora totalmente estraneo a una disciplina che ora mi appassiona così tanto»
Ti darei gli occhi miei
per vedere ciò che non vedi.
Nei giardini che nessuno sa
(Renato Zero)
Nel mio ultimo contributo per Superando ho intervistato lo speaker cieco Mario Loreti, nell’ottica di portare ai lettori e alle lettrici di questa testata alcuni esempi positivi di persone che contribuiscono a rinnovare la speranza verso il mondo. Oggi desidero intervistare un’altra persona che rientra a pieno titolo in questa categoria, nonché penna già affermata di Superando, ovvero la mia ex docente di audiodescrizione Laura Giordani, firma di molte opere audiodescritte di cui si è potuto fruire su piattaforme streaming come Netflix, in diretta sui canali RAI o al cinema con l’app MovieReading.
È stata infatti lei a iniziarmi al mondo dell’audiodescrizione, quell’ausilio che opera nel settore dell’accessibilità e che si occupa di rendere un’opera audiovisiva fruibile anche alle persone con disabilità visiva, interponendo tra i vari dialoghi una traccia audio secondaria che chiarisca le clip incomprensibili al solo udito. È una pratica tanto apparentemente semplice ed elementare, quanto complessa dal punto di vista delle regole che, se trasgredite, portano a un ausilio che non è degno di questo nome.
Io ho avuto la fortuna di conoscere Laura Giordani nel corso di un master formativo in Traduzione Audiovisiva, come docente del modulo di audiodescrizione: da quel momento, è diventata e continua a essere una guida irrinunciabile e instancabile che mi assiste nel mio percorso. Che la conosciate già o meno e, nel caso, qualunque sia stato il contesto nel quale l’abbiate conosciuta, sono certo che – come me – troverete il suo percorso lavorativo e di vita “mirabile” nel senso più etimologico di tale termine, ossia degno di grande ammirazione – e quindi di esser raccontato. Il suo percorso è iniziato molto presto e ha collezionato con il tempo una serie di “gemme” che credo e spero ispireranno anche lettori e lettrici.
Alla domanda «Com’è iniziata la tua carriera?», Laura Giordani risponde sempre che tutto ha avuto inizio per caso, come fosse il cliché di un film hollywoodiano. Nel 1987, subito dopo gli esami di maturità, inizia a lavorare nello studio di un commercialista – la sua, infatti, è una formazione prettamente economico-matematica. Tra i clienti, in una Roma da sempre votata al cinema, c’è anche Roy de Leonardis, che le offre di entrare nella sua Royfilm a soli 19 anni.
Un’esperienza dopo l’altra, conosce la direttrice del doppiaggio Fede Arnaud: a contatto con queste personalità di spicco, Laura fiorisce già da giovanissima come adattatrice dialoghista di opere cinetelevisive sia uniche che seriali. Il cambio di rotta verso il mondo dell’accessibilità arriva invece diversi anni dopo. Un bel sabato pomeriggio del 2009, infatti, riceve una chiamata dalla funzionaria RAI Violetta Parodi e dall’allora dirigente Claudio Baldasseroni, per la proposta di un progetto che avrebbe rivoluzionato il settore dell’accessibilità nella televisione italiana: quello di produrre le audiodescrizioni filmiche “in casa” anziché continuare a commissionarle a società esterne. Così facendo, si sarebbe messo in campo un progetto non solo di potenziamento, ma anche di miglioramento qualitativo dell’ausilio. Si iniziò allora con l’audiodescrizione di quattro film di Nora Roberts, tratti da quattro romanzi rosa – molto melensi, ricorda Laura – i cui adattamenti cinematografici le hanno però permesso di sperimentare delle preferenze, delle regole di buona prassi da stilare per un progetto più sistematico e scientifico.
In contemporanea, inizia anche un lavoro di indagine sulle consuetudini straniere in materia di audiodescrizione: da un manipolo di linee guida base comuni nei Paesi che già audiodescrivevano, se ne aggiungevano altre via via più diverse e provenienti dalle fonti più disparate – spesso in contrapposizione tra loro. Laura Giordani, allora, pensa bene di interpellare coloro che più di chiunque altro avrebbe dovuto avere voce in capitolo: i fruitori. Da lì, nasce una stretta collaborazione con le Associazioni e le ONLUS di persone con disabilità visiva, basando ogni scelta sulle loro esigenze e desiderata. Così facendo, non trova soltanto un modo giusto e appropriato per affinare questa tecnica, ma anche tantissimi amici che riscaldano un lavoro il quale, nella solitudine del proprio studiolo, sarebbe certo assai più freddo.
Alla domanda «Che cosa ti piace di più del tuo lavoro di audiodescrittrice?», Giordani risponde che la sua soddisfazione sta tutta nel sapere che con la sua professione dona la possibilità a una fetta di popolazione spesso dimenticata di potere apprezzare la Settima Arte, che la appassiona da che ha memoria. È felice di poter mettere a disposizione le proprie competenze e la propria sensibilità di scrittrice al servizio di un ausilio che, se fatto con amore, cura e precisione, può diventare anche una forma d’arte. «Non bisogna dimenticare – ricorda – che agiamo nel settore dell’intrattenimento oltre che in quello dell’accessibilità: da qui la scelta di evitare cacofonie, ripetizioni e imprecisioni varie che affollano invece i copioni di certe audiodescrizioni realizzate con meno impegno e cura».
E infatti, “alla lunga”, la dedizione e l’amore per questa professione premiano. Nel 2021, viene insignita del premio alla carriera di Audiodescrittrice di Voci nell’Ombra, lo stesso festival in cui, nell’edizione dello scorso anno, lo speaker cieco Mario Loreti ha ricevuto il Premio Accessibilità per aver prestato la voce all’audiodescrizione nel biopic Netflix .
Tra i traguardi più recenti, Laura ricorda anche la pubblicazione – nel maggio del 2023 – di un saggio in collaborazione con Valerio Ailo Baronti, dal titolo Audiodescrizione: Il Signore degli Anelli: la Compagnia dell’AD, un libro che ha l’obiettivo di sensibilizzare il grande pubblico alla giusta causa dell’audiodescrizione e che non solo istruisce sulla teoria di questo ausilio, ma è corredato anche del copione dell’audiodescrizione del film Il Signore degli Anelli: la Compagnia dell’Anello (2001), realizzata pro bono da lei e altri undici tra audiodescrittori ed ex allievi.
«La scelta del prodotto audiovisivo è stata facile – racconta Laura -: è bastato raccogliere le richieste di alcuni fruitori su gruppi Facebook che lamentavano l’assenza di audiodescrizione per grandi film, come quello di Peter Jackson tratto dalle opere di Tolkien».
Laura Giordani, che attualmente lavora alla stesura di un quinto romanzo e a un manuale di audiodescrizione per studenti e appassionati, assiste da tanto tempo e in prima fila all’evoluzione di una pratica che lei ha visto nascere in Italia. Quando le chiedo quale crede che sarà l’evoluzione dell’audiodescrizione in un futuro prossimo, mi trasmette sentimenti ambivalenti: da un lato, nota con immenso piacere che sempre più emittenti e realtà audiovisive di post-produzione stanno capendo che l’accessibilità non solo è il futuro, ma in una società civile è un diritto e un dovere; dall’altro, sottolinea che le scadenze sempre più stringenti spingono molti a diffidare di questo ausilio e molti altri a realizzarlo in modo frettoloso e raffazzonato, magari con l’uso di traduzioni di audiodescrizione straniere o speakerandolo con sintesi vocali asettiche e “inascoltabili”.
Auspica ben presto il riconoscimento della professione dell’audiodescrittore, perché solo così lo si potrà salvaguardare e regolamentare, proteggendolo da interessi economici, mediocrità e dagli sconfinamenti di un’intelligenza artificiale minacciosa.
Nell’ascoltare le sue parole, tutti possono scorgere la passione e l’interesse tipici che animano coloro che non solo hanno trovato il proprio posto nel mondo, ma che ne sono anche soddisfatti e continuamente rinnovati nello spirito. Sono riconoscibili perché hanno sempre le “mani in pasta” e perché fanno del bene a loro stessi e agli altri. Lo sa bene il sottoscritto che, da quella che da docente è diventata una vera mentore, riceve continuamente la speranza e la tecnica che servono per entrare in questo affascinante settore lavorativo.
Se il doppiaggio traduce le battute di un’opera “mettendole” nella bocca degli attori come per magia, l’audiodescrizione sembra operare un vero e proprio miracolo: permette con disabilità visiva di “vedere” un’opera attraverso i nostri occhi.
Renato Zero, nel suo capolavoro Nei giardini che nessuno sa, cantava che «siamo noi gli inabili che pur avendo a volte non diamo». Laura Giordani è la prova che con l’audiodescrizione si può sopperire a questa inabilità: ci permette di “dare i nostri occhi per far vedere agli altri ciò che non vedono”. Lo stesso ha fatto con me, suo alunno, quando ero ancora totalmente estraneo a una disciplina che ora mi appassiona così tanto. È proprio così, i bravi docenti e i bravi audiodescrittori condividono una dote: rendono visibile ciò che già c’era di importante ma che non vedevamo.
Laura Giordani è esperta nazionale di audiodescrizione, adattatrice dialoghista, scrittrice e docente universitaria. Ne segnaliamo, sulle nostre pagine (a questo, questo e questo link), i recenti contributi intitolati La buona audiodescrizione di un “teen drama”, L’audiodescrizione del film “Sei nell’anima”, che racconta l’ascesa di Gianna Nannini e Accessibilità al quadrato: l’audiodescrizione di “All Blinds – Il baseball come non lo avete mai visto”.
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