Attenti alle generalizzazioni e ai pregiudizi!

di Elisabetta Tundo*
«Destinato a far discutere», avevamo detto del commento di Gian Antonio Stella, ripreso anche dal nostro sito, riguardante un recente dossier di «Tuttoscuola», secondo il quale - tra l'altro - i posti di insegnanti di sostegno in organico di diritto non verrebbero equamente distribuiti nelle varie zone del nostro Paese. Ed è quanto sta succedendo, con reazioni motivate e puntuali come quella cui diamo spazio qui di seguito, ove si mette in guardia da ogni generalizzazione, perché, in ambito di sostegno, «c'è veramente di tutto»

Bimbo con disabilità insieme a insegnante di sostegnoSono una docente di sostegno da oltre quindici anni, lettrice di Superando e anche di Gian Antonio Stella di cui apprezzo la minuziosa cura nella ricerca che generalmente caratterizza i suoi articoli e i suoi libri.
Nel caso però del suo recente intervento sul sostegno [ripreso anche dal nostro sito. Titolo: I «furbetti del sostegno» che truffano sui disabili, disponibile cliccando qui, N.d.R.], mi sento di fare qualche doverosa precisazione.

1. I docenti che si sono specializzati con un semestre in più [«un semestre aggiuntivo all’università», si era scritto nel citato articolo di Stella, N.d.R.] sono frutto di quell’infernale sistema delle cosiddette SSIS (Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario) – meno male abolite! – che non sono un’invenzione del Sud e che ha sfornato docenti di ogni classe di concorso e non solo di sostegno, perché qualcuno guadagnava di più in quel modo che non con un concorso pubblico.

2. Non tutti gli insegnanti specializzati si sono formati in soli sei mesi, ma hanno magari frequentato corsi biennali con centinaia di ore di frequenza, con grandi sacrifici, con un numero di esami e tesi finale pari ad un corso universitario.

3. Non tutti gli insegnanti specializzati chiedono di passare sulla disciplina [«all’insegnamento tradizionale», si era scritto nell’articolo di Stella, N.d.R.], dopo anni di esperienza sul campo, aggiornamenti e risultati positivi raggiunti.

4. Se anche qualcuno ottiene il passaggio, porta con sé un bagaglio che può solo arricchire il “normale” insegnamento di una qualsiasi disciplina. Basta chiedere agli alunni quanta differenza ci sia tra la spiegazione di un docente curricolare con esperienza solo nella sua disciplina e un docente con esperienza di sostegno, oltre alla sensibilità che ha sviluppato nei confronti della persona-alunno.

5. Attenti a non generalizzare! Ogni situazione dev’essere analizzata singolarmente. Ci sono zone che presentano maggiori incidenze di patologie specifiche per tare ereditarie piuttosto che altre, ci sono ASL che non concedono deroghe per paura di sbagliare, ci sono dirigenti che rifiutano la disabilità. C’è veramente di tutto, ma generalizzare porta solo alla formazione di falsi pregiudizi!

*Docente di sostegno.

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