«Accertata la natura discriminatoria della decisione delle amministrazioni scolastiche di ridurre le ore di sostegno scolastico per l’anno in corso rispetto a quelle fornite nell’anno scolastico precedente (2009/2010) ordina alle amministrazioni convenute la cessazione della condotta discriminatoria e condanna i convenuti, ciascuno per le rispettive competenze, a ripristinare, entro trenta giorni dalla comunicazione della presente ordinanza, per i figli dei ricorrenti il medesimo numero di ore di sostegno fornito loro nell’anno scolastico 2009/2010 [grassetti nostri nella citazione, N.d.R.]»: è stata dunque questa la decisione assunta dal giudice del Tribunale Ordinario di Milano Patrizio Gattari, che con il Decreto/Ordinanza emesso il 10 gennaio (lo si legga integralmente cliccando qui) ha accolto il ricorso presentato il 10 novembre scorso da trenta genitori di diciassette alunni con disabilità e dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), contro il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e quello Provinciale di Milano. A sostenere l’iniziativa vi erano anche l’Istituto Comprensivo Cavalieri, la Scuola Primaria Ferrante Aporti e l’ITSOS Albe Steiner, tutti di Milano.
«Con questa azione – aveva dichiarato due mesi fa Fulvio Santagostini, presidente della LEDHA – vogliamo non solo far rispettare il diritto all’istruzione delle Persone con Disabilità nel rispetto dell’Art. 3 della nostra Costituzione ed in base alle normative vigenti ed, in particolare, dell’art. 24 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità che il nostro parlamento ha ratificato nel febbraio 2009 [Legge 18/09, N.d.R.], ma sottolineare il paradosso che a partire dalla ratifica della Convenzione ONU si sono susseguiti una serie di atti Governativi che, con l’approvazione della prossima legge di stabilizzazione finanziaria [successivamente approvata, N.d.R.], segneranno nei fatti il requiem dell’inclusione sociale dei cittadini con disabilità di questo paese».
Base dell’iniziativa – esito di un confronto tra Gaetano De Luca, responsabile del servizio Legale della LEDHA e Livio Neri dell’Associazione Avvocati per Niente – è stata la Legge 67/06 che tutela le persone con disabilità da ogni discriminazione. «Nel ricorso – aveva infatti spiegato De Luca – si sostiene che il numero di cattedre predisposte per il sostegno (nonostante i recentissimi aumenti) è ancora assolutamente insufficiente per garantire un adeguato supporto che consenta agli alunni con disabilità di frequentare la scuola alla pari degli altri. In altre parole si sostiene che tale sistema non è sufficiente per rispettare il principio di uguaglianza sostanziale su cui si basa la tutela antidiscriminatoria».
Oggi, dunque, arriva l’importante risultato – tutto positivo – di questa vera e propria azione legale collettiva, che oltre ad essere importante per il metodo adottato – con le associazioni e le scuole a fianco dei genitori – costituisce un utilissimo precedente per tutto il nostro Paese, dando maggiore visibilità e rafforzando i princìpi di una legge come la 67/06, che è certamente uno strumento fondamentale, soprattutto in tempi come questi, in cui grande è la difficoltà a far rispettare i diritti dei Cittadini con disabilità. (Stefano Borgato)