Un centinaio di genitori con i loro bambini disabili sono scesi in piazza a Napoli, per una manifestazione promossa dall’Associazione Tutti a Scuola, uniti nella protesta contro i tagli al sostegno scolastico e all’assistenza sanitaria in Campania. Tagli che colpiscono anzitutto le famiglie più povere (il nostro sito aveva presentato l’iniziativa con il testo disponibile cliccando qui).
«Sono stati cancellati 135 milioni destinati alle fasce deboli», è l’allarme lanciato da Antonio Nocchetti, presidente di Tutti a Scuola, che ha snocciolato una serie di dati: «Tra il 2010 e il 2011, il Governo ha ridotto i finanziamenti da 44 a 22 milioni. Ma la Regione Campania ha fatto anche di più, lasciando cioè 17 milioni in bilancio, 113 in meno dei fondi previsti l’anno precedente. Ciò significa azzerare i trasporti per i disabili che devono effettuare le terapie, eliminare i sussidi che fino all’anno scorso aiutavano i meno abbienti ad acquistare pannolini, cateteri e tante altre cose necessarie. In una parola, è la politica che volta le spalle ai genitori dei disabili, lasciati soli ad affrontare una doppia situazione di disagio, economica e sociale. Chiediamo dunque ragione di queste decisioni e silenzi inspiegabili, ma anche di un anno di ritardi ingiustificati».
La manifestazione, infatti, sotto le finestre di Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania, è stata organizzata in un giorno simbolico, vale a dire a distanza di un anno – il 9 marzo 2010, appunto – dagli impegni formali assunti da Stefano Caldoro nel corso della campagna elettorale, tre giorni prima di essere eletto presidente della Regione. «Tutte promesse mancate – sottolinea Nocchetti – tra le quali l’annunciata revisione dei criteri di formazione delle classi, con l’inserimento di un solo alunno disabile, come stabilito dalla Legge 104, sin dal 1992, ciò che invece in Campania non accade. Altro problema quello della formazione degli insegnanti e anche l’assistenza materiale nelle scuole, dove, in attesa di un chiarimento definitivo (pure promesso da Caldoro), continua il rimpallo di responsabilità tra bidelli e dirigenti dei plessi, mentre i bambini tornano spesso a casa con i pantaloni bagnati di pipì».
«Per affrontare le problematiche dell’istruzione – ricorda ancora il presidente di Tutti a Scuola -, il presidente Caldoro si era anche mostrato disponibile, un anno fa, a fare pressioni sul ministro dell’Istruzione Gelmini. Pressioni che, se ci sono state, non hanno sortito alcun effetto». Sul fronte dell’integrazione, poi, a tre giorni dalla manifestazione organizzata per il 12 marzo a Roma in difesa della scuola pubblica, Tutti a Scuola segnala un altro dato emblematico: solo 180 bambini con disabilità su 21.200 frequentano le scuole private e paritarie in Campania. Meno dell’1 per cento!
Infine, ancora sul fronte dell’assistenza, la Campania resta una delle poche Regioni in Italia che non ha un’anagrafe delle persone con disabilità. «La conseguenza – conclude Nocchetti – è che la Regione, non avendo censito i bisogni, può formulare solo progetti inefficaci, pur volendo fronteggiare reali esigenze. C’è quindi il rischio concreto che ai tagli indiscriminati si sommi lo sperpero (altrettanto indiscriminato) di denaro pubblico». (S.B.)
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