«L’esclusione dei ragazzi disabili dalle finali dei Giochi Sportivi Studenteschi è gravissima e in netto contrasto con le norme di legge sull’integrazione scolastica, che da sempre costituisce un punto di forza del nostro sistema educativo»: questa la denuncia della deputata Manuela Ghizzoni, che il 14 marzo scorso ha presentato come prima firmataria, in Commissione Istruzione e Cultura della Camera, un’Interrogazione al ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini, in riferimento appunto alla Finale Nazionale di Corsa Campestre dei Giochi Sportivi Studenteschi, prevista per il 20 marzo a Nove, in provincia di Vicenza, «su uno spettacolare percorso ricavato nell’area golenale del fiume Brenta, teatro naturale costituito da prati e boscaglie, che offrirà suggestivi scorci paesaggistici, oltre a permettere di godere di un tracciato di gara visibile in ogni sua parte», come si legge nel sito della FIDAL del Veneto (Federazione Italiana Atletica Leggero). Gli atleti con disabilità, tuttavia, non ne godranno – di quel tracciato – a giudicare almeno da quanto scritto nell’Interrogazione al Ministro.
Vi si legge infatti che «con Nota prot. n. 1741 del 22/02/2011, al momento non ancora disponibile nella sezione Normativa del sito web del Ministero interrogato, la Direzione generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione ha comunicato che le Finali Nazionali dei Giochi Sportivi Studenteschi I e II grado, a.s. 2010/11, della disciplina Corsa Campestre si svolgeranno il giorno 20 marzo 2011 presso la località Nove (VI). Come di consueto, la nota comunica che alla manifestazione parteciperanno tutte le rappresentative scolastiche che ne hanno acquisito titolo, previa certificazione da parte delle C.O.R. [Commissioni Organizzatrici Regionali, N.d.R.] dell’avvenuto svolgimento delle fasi regionali o dalle stesse individuate attraverso criteri autonomamente applicati».
E tuttavia, prosegue il documento, «per la prima volta, da quando tale iniziativa è in essere, le studentesse e gli studenti diversamente abili sono stati esclusi dalla manifestazione sportiva. Lo si apprende non dal testo della citata Nota, bensì dall’assenza tra gli allegati dei moduli (Modello COR e Modello Iscrizione) abitualmente previsti per gli studenti disabili». «Tale decisione – si dichiara nell’Interrogazione – è in netto contrasto con le norme di legge sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, che da sempre costituisce un punto di forza del nostro sistema educativo. Tale scelta impedisce la piena esigibilità del diritto allo studio e alla crescita individuale e sociale di questi ragazzi e deprime lo stesso valore dei Giochi Sportivi Studenteschi, che sono un importante evento educativo in quanto non solo momento agonistico bensì veicolo di valori e di crescita della persona umana».
«Quali siano dunque le motivazioni che hanno portato per la prima volta all’esclusione dai Giochi Sportivi Studenteschi, nella disciplina Corsa Campestre, degli studenti e delle studentesse disabili», si chiede al Ministro «come intenda intervenire per ovviare ad una situazione discriminatoria che contrasta con la piena inclusione di questi alunni, anche attraverso progetti di diversità motoria e sportiva, quale obiettivo prioritario della scuola dell’autonomia».
Non è certo un “periodo fortunato” – in ambito di disabilità – per il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, sulle cui recenti dichiarazioni alla trasmissione televisiva Che tempo che fa abbiamo già avuto modo di scrivere nei giorni scorsi (se ne legga cliccando qui). Proprio in quell’occasione la stessa Gelmini aveva dichiarato di essere «per le pari condizioni di partenza» tra tutti gli studenti. Rispondere quindi in modo chiaro e netto alla discriminazione denunciata da quell’Interrogazione Parlamentare potrebbe essere un primo modo per dimostrarlo concretamente e anche per rispondere ad accuse non certo tenere, come quella proveniente da Nina Daita, responsabile dell’Ufficio Politiche Disabilità della CGIL Nazionale, che di fronte a tale fatto ha parlato di «vero e proprio razzismo». (S.B.)
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