Nel mese di luglio dello scorso anno avevamo segnalato come la Corte Suprema del Giappone, con una Sentenza definita “storica”, avesse dichiarato incostituzionale la Legge sulla Protezione Eugenetica, in vigore dal 1948 al 1996, che aveva portato alla sterilizzazione forzata di circa 25.000 persone con varie disabilità. Ebbene, nello scorso mese di febbraio è stata divulgata la notizia che il Governo nipponico ha iniziato a dare attuazione alla Legge che prevede il risarcimento delle vittime

Nel mese di luglio dello scorso anno avevamo segnalato su queste stesse pagine come la Corte Suprema del Giappone, con una Sentenza definita “storica”, avesse dichiarato incostituzionale la Legge sulla Protezione Eugenetica, in vigore dal 1948 al 1996, una norma che aveva portato alla sterilizzazione forzata di circa 25.000 persone con varie disabilità. Ebbene, nello scorso mese di febbraio è stata divulgata la notizia che il Governo nipponico ha iniziato a dare attuazione alla Legge che prevede il risarcimento delle vittime (Jiji, Japan enforces compensation law for forced sterilization victims, in «The Japan Times», 10 febbraio 2025).
In Giappone, dunque, è entrata in vigore una Legge che prevede un indennizzo governativo alle vittime di interventi di sterilizzazione forzata eseguiti su persone con disabilità, ai sensi della ormai abolita Legge sulla protezione eugenetica. In base alla norma sull’indennizzo, le vittime di sterilizzazione forzata riceveranno 15 milioni di yen di risarcimento (poco meno di 92.500 euro), mentre i/le loro coniugi avranno diritto a 5 milioni di yen (poco meno di 31.000 euro). Qualora poi entrambi fossero morti, il risarcimento potrà essere richiesto dalle loro famiglie.
Inoltre, a coloro che hanno abortito senza consenso verrà erogato un pagamento forfettario di 2 milioni di yen (poco più di 12.300 euro). Per supportare le vittime nel processo di richiesta, il Governo ha istituito un sistema che offre assistenza legale gratuita.
La Legge sui risarcimenti, redatta da un gruppo apartitico di legislatori, è stata promulgata con voto unanime nell’ottobre del 2024. La norma ha fatto seguito alla menzionata Sentenza della Corte Suprema del luglio 2024, che aveva appunto dichiarato incostituzionale la Legge sulla Protezione Eugenetica e ritenuto il Governo responsabile del risarcimento. Il preambolo della Legge include anche le sincere scuse da parte del Parlamento e del Governo.
La norma è entrata in vigore il 17 gennaio 2025, data in cui il Governo ha iniziato ad accettare le domande di risarcimento. Le richieste potranno essere presentate fino al 16 gennaio 2030.
Secondo la Children and Families Agency, sarebbero circa 25.000 le persone che hanno diritto al risarcimento in quanto vittime di sterilizzazione forzata, ma di queste, quelle ancora in vita, sono circa 8.400. Il numero di coniugi che hanno diritto al risarcimento è stimato in 7.600, compresi quelli deceduti, mentre il numero di vittime di aborto forzato è stimato in 15.000 donne, anche in questo caso stima comprensiva di quelle decedute.
Va inoltre segnalato che molte vittime incontrano difficoltà nel raccogliere prove a sostegno delle loro affermazioni. In particolare nei casi di aborto, perché questo tipo di interventi non lascia cicatrici chirurgiche e i registri conservati presso le istituzioni sanitarie sono scarsi.
In risposta a ciò, diverse organizzazioni, tra cui l’Agenzia e la Federazione degli Ordini degli Avvocati giapponesi, hanno introdotto un sistema di assistenza legale gratuito che mira ad incoraggiare il maggior numero possibile di vittime e familiari a presentare le domande di risarcimento. In base ad esso, le vittime che si recano presso gli uffici della Prefettura per richiedere un risarcimento possono essere indirizzate, su richiesta, ad avvocati appositamente formati, disponibili ad assisterle nell’organizzazione di prove oggettive e nella preparazione delle dichiarazioni necessarie per le domande.
Già prima dell’attuale Legge sui risarcimenti, un’altra norma del 2019 aveva previsto un pagamento una tantum uniforme di 3,2 milioni di yen (poco meno di 20.000 euro) alle vittime di sterilizzazione forzata. Tuttavia, a novembre dell’anno scorso, solo 1.154 vittime erano state riconosciute idonee al risarcimento finanziario. Questo perché alcune vittime non hanno rivelato la sterilizzazione forzata alle loro famiglie, oppure preferiscono non rivivere le loro dolorose esperienze. Inoltre, per questioni di privacy, la Legge del 2019 non prevedeva notifiche individuali per i destinatari idonei, e si ritiene che questa modalità abbia determinato il basso numero di richiedenti. Dunque ora l’attenzione è rivolta a quante vittime il Governo riuscirà a raggiungere e ad incoraggiare a presentare domanda di indennizzo entro il periodo di richiesta di cinque anni.
Ancora una volta il Governo centrale ha lasciato il compito delle notifiche individuali alle Prefetture. Tuttavia, per supportare la predisposizione di risposte appropriate, il Governo stesso ha fornito loro esempi tratti dal precedente processo di pagamento una tantum. Sempre il Governo si è inoltre impegnato ad aiutare a coprire i costi correlati, comprese le spese del personale per le notifiche.
«Procederemo con i risarcimenti e gli altri pagamenti con continuità, collaborando con i governi locali», ha dichiarato, in una conferenza stampa, Junko Mihara, ministro per le Politiche relative all’Infanzia.
Infine, il Governo sta lanciando una nuova iniziativa per prevenire che simili ingiustizie accadano in futuro. Infatti, nello scorso mese di dicembre ha adottato un piano d’azione per sensibilizzare i dipendenti pubblici sulla necessità di eliminare la discriminazione e i pregiudizi contro le persone con disabilità, proprio traendo insegnamento dalla defunta Legge sulla protezione eugenetica.
Intervenendo sulla questione, il primo ministro Shigeru Ishiba ha sottolineato che «per realizzare una società veramente inclusiva, l’intera società deve cambiare». (Simona Lancioni)
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti dovuti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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