Audiodescrivere per i giovani: la serie “Adorazione”

di Laura Giordani*
«Credo fermamente – scrive l’audiodescrittrice Laura Giordani – nell’importanza di audiodescrivere anche e soprattutto i prodotti per le fasce di età più giovani, a partire dai cartoni animati per i bambini, sino ai film e alle serie per ragazzi e giovani adulti. L’audiodescrizione, infatti, è un veicolo culturale oltre a essere un grande ausilio, e già solo il fatto di parlarne ci dice che il mondo in cui viviamo, seppur con lentezza, sta facendo dei passi avanti in termini di accessibilità»
Protagoniste della serie televisiva "Adorazione"
Le giovani protagoniste della serie televisiva “Adorazione”

Vorrei oggi parlare di una delle serie Netflix che ha riscosso più successo in Italia durante lo scorso anno, Adorazione (2024), una produzione Picomedia con Stefano Mordini alla regia e tratta dall’omonimo romanzo di Alice Urciolo.
Racconta la storia di un gruppo di amici, poco meno che maggiorenni, che viene stravolto da un evento inenarrabile: una di loro, Elena, scompare nel nulla. Le indagini che verranno messe in campo per ritrovarla faranno riemergere segreti, tradimenti e complesse dinamiche adolescenziali che si scioglieranno, purtroppo, nell’epilogo più tragico.
La serie si consuma a Pontinia (Latina), giocandosi tra il gruppo di ragazzi da una parte, che prova a reagire all’accaduto, e le famiglie dall’altra che, ognuna a suo modo, cerca di scoprire la verità e far fronte al duro colpo che ciascuno dei propri figli ha subìto.

Si tratta di una serie Netflix che anche grazie alla presenza di talent come la cantante Noemi – laureata in Storia del Cinema, ma al debutto come attrice – e Fabri Fibra – come cantante dell’omonima sigla Adorazione – è riuscita a guadagnarsi l’attenzione e la stima del pubblico più giovane, target indiscusso di questa opera audiovisiva.
Nel cast, tra i “ragazzi”, troviamo attori giovani ed emergenti come Alice Lupparelli nei panni di Elena e Noemi Magagnini nei panni di Vanessa, la sua migliore amica. E poi ancora Giulio Brizzi, Beatrice Puccilli, Penelope Raggi e Luigi Bruno. Tra gli “adulti”, Barbara Chichiarelli nei panni di Chiara, la poliziotta che si occuperà del caso di Elena.

Anche questa serie è corredata di audiodescrizione (d’ora in poi AD) grazie all’attenzione che Netflix mostra verso le disabilità sensoriali, e nel caso dell’AD parliamo naturalmente di disabilità visiva. Questo ausilio sfrutta i momenti di silenzio – o assenza di dialogo – di un’opera audiovisiva unica o seriale per inserire una traccia audio secondaria che, per mezzo di frasi lette da uno speaker professionista, chiarisca tutte quelle scene che rimarrebbero incomprese all’udito di ciechi e ipovedenti che non possono fare affidamento sulle immagini. Così facendo, il prodotto audiovisivo in questione viene reso perfettamente fruibile nell’interesse di tutti: fruitori ciechi e ipovedenti – che, come gli altri, pagano un servizio – e la stessa piattaforma o emittente distributrice – che così potrà contare su un bacino di spettatori più grande.

Com’è ormai consuetudine per me su Superando, ho il piacere di introdurre Lettori e Lettrici nel mondo di una determinata opera cinetelevisiva, “passeggiando” tra le parole delle clip descrittive che ne hanno composto l’audiodescrizione. Analizzando infatti il metodo che ne ha condotto la realizzazione, si approfondiscono quelle che sono le peculiarità di un prodotto specifico.
Innanzitutto, un buon audiodescrittore dovrebbe sempre cogliere gli indizi che il regista lascia qui e lì e che fanno capire agli spettatori dettagli importanti sulla narrazione filmica:
«Passa per le strade cittadine. Su dei cartelli, le indicazioni per Roma e Latina. Si ferma in un parcheggio vuoto».
Quello che in altre scene sarebbe stato un dettaglio di poco conto, di sottofondo, nel primo minuto del primo episodio ci serve per collocare la storia.

Trattandosi poi di un dramma TV che parla di una ragazza scomparsa, quel che amo chiamare l’“occhio clinico” dell’audiodescrittore deve posarsi anche su quei dettagli che – come fossimo degli investigatori privati – devono portarci alla risoluzione del caso o, quanto meno, all’analisi di tutte le piste investigative possibili. Ecco dunque un esempio tratto da una clip del primo episodio, che vede protagonisti la ragazza scomparsa (Elena) e un innocuo senzatetto, bonariamente soprannominato “Ricotta”: «Elena si incammina dalla parte opposta. Al suono del clacson si volta e va verso il fidanzato. Nel prendere il cellulare dalla borsa, fa cadere un elastico per capelli nero a fiori. Ricotta lo raccoglie».
Specificare questi dettagli apparentemente insignificanti in realtà preparano il fruitore a uno sviluppo che, due episodi dopo, nel terzo, assumeranno un rilievo importante: «Ricotta le fa il gesto dell’ombrello con una smorfia grottesca. Diletta si allontana pensierosa […] Alla cassa del ristorante, Diletta ripensa a Ricotta che le fa il gesto dell’ombrello. (suono) Al polso dell’uomo, un elastico nero a fiori come quello di Elena».
Ecco dunque svelato il collegamento tra due scene relativamente distanti (primo e terzo episodio) in una miniserie composta da sei. Per intercettare questi collegamenti e non perdere il “filo” della narrazione filmica, sarebbe pertanto sempre auspicabile un’attenta visione preliminare dell’intera serie. In questo caso, essendo solo composta da sei episodi – come sempre più spesso accade – è un’accortezza ancor più facile da assicurare. Infatti, in mancanza di una visione di insieme, questo collegamento si sarebbe perso e al fruitore non sarebbe stato chiaro il motivo per cui, da quel momento in poi, i sospetti si sarebbero concentrati sul clochard.

Un’ultima riflessione – ma non per importanza – va dedicata al registro linguistico, dal momento che quello dell’audiodescrizione è un vero e proprio testo autoriale. Visto il target ben definito di quest’opera – ovvero adolescenti e giovani adulti – bisogna certamente indirizzarsi a loro chiamando le cose come loro le chiamano – senza però mai allontanarsi dai vincoli della lingua italiana, così com’è prescritta dai vocabolari più autorevoli. Il linguaggio del copione descrittivo dev’essere sempre capace di fondersi con i dialoghi, per assicurare un testo coeso e coerente. Ecco alcuni esempi tratti dai vari episodi:
° «Vanessa posta la foto di Elena. In un messaggio, le chiede: “Siamo ancora scazzate?”. Elena le risponde “Che palle che sei”».
° «In camera, Elena si sistema vestiti e capelli davanti allo specchio. Controlla la posizione di Enrico a Cassino tramite un’applicazione».
° «A casa, Diana riceve un vocale da Vera».
° «(ACC fiati) In camera, Giorgio legge i commenti sotto un suo post: (letto) “La gente come te merita di marcire in galera”, “Vergognati!”, “Da bruciare all’inferno!”, “Ergastolo!”, “Fai schifo!”, “Sei un criminale!”, “In galera!”, “Schifoso assassino!”».
° «(ACC musica) Bevono uno shottino in discoteca, poi ballano».
° «A casa, Enrico gioca alla playstation».

Credo fermamente nell’importanza di audiodescrivere anche e soprattutto i prodotti per le fasce di età più giovani, a partire dai cartoni animati per i bambini, sino ai film e alle serie per ragazzi e giovani adulti. L’AD è un veicolo culturale oltre a essere un grande ausilio, e già solo il fatto di parlarne ci dice che il mondo in cui viviamo, seppur con lentezza, sta facendo dei passi avanti in termini di accessibilità.
Questa serie tratta tematiche importanti come l’amicizia, l’amore, il rispetto, l’adolescenza, la crescita, il rapporto con la verità, e molto altro che sarebbe meglio non spoilerare. Il mio auspicio è che, fruendo dell’audiodescrizione di questa serie, comodamente sulla piattaforma Netflix, possiate davvero “adorarla”!
Buon ascolto!

*Adattatrice di dialoghi, audiodescrittrice, docente universitaria. Ne segnaliamo anche, sempre sulle nostre pagine (a questo, questo e questo link), i recenti contributi intitolati “La buona audiodescrizione di un ‘teen drama’”, “L’audiodescrizione del film ‘Sei nell’anima’, che racconta l’ascesa di Gianna Nannini” e “Accessibilità al quadrato: l’audiodescrizione di ‘All Blinds – Il baseball come non lo avete mai visto’”.

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