È ovvia l’indignazione di un gruppo di genitori abruzzesi che denunciano come, nelle Scuole Superiori di Pescara, dopo più dieci giorni dall’apertura, gli alunni con disabilità siano ancora privi dell’assistenza specialistica. Ed è anche comprensibile lo sconforto di chi “tutti i giorni e tutti gli anni” è costretto a lottare per il rispetto dei diritti dei propri figli.
Nel dar voce a questa protesta – sin troppo simile a quella che proviene da tante altre parti d’Italia – il nostro auspicio è quello di riuscire a diffonderla il più possibile, magari scuotendo quelle Istituzioni che brillano per il loro silenzio, «calpestando i diritti dei più deboli che esse stesse dovrebbero far rispettare», come scrivono questi “genitori indignati”.
Le scuole sono aperte ormai da più di dieci giorni e gli alunni con disabilità delle Scuole Superiori di Pescara sono privi di assistenza specialistica! La Provincia, infatti, sta ancora espletando le operazioni per l’assegnazione del servizio, cominciate per altro con un notevole e ingiustificato ritardo.
Se tutto “va bene”, dunque, ad ottobre – ma non si sa in quale giorno – ai nostri figli verrà fornito il servizio, ma con una notevole riduzione del numero di ore e fino a dicembre. Poi, punto e a capo!
Mancanza di volontà, incompetenza, spregiudicatezza, superficialità, disinteresse, incoscienza, scelgano i Lettori il termine più adatto… Se l’obiettivo era quello di risparmiare sulla pelle dei più deboli, esso è stato sicuramente raggiunto. Evviva!
Per qualsiasi alunno l’avvio delle attività didattiche è particolarmente delicato, ma per ragazzi con difficoltà gravi di vario tipo diventa difficilissimo ed è del tutto evidente che la cosa non interessa particolarmente i nostri amministratori i quali sembrano forse più preoccupati di presenziare a manifestazioni pubbliche a difesa dei disabili, che non a fare concretamente ciò che spetterebbe loro per mandato popolare.
Un intero anno non è bastato a predisporre gli adempimenti affinché i nostri ragazzi, all’apertura delle scuole, avessero ciò che spetta loro non solo in base alla legge, ma soprattutto in base alla coscienza che un popolo civile dovrebbe avere.
Nessuna voce si è sollevata a tutela dei nostri figli, quasi facendo pensare che l’assuefazione alla mala amministrazione stia prendendo il posto dell’indignazione e che la rassegnazione all’impotenza di fronte alle ingiustizie stia letteralmente distruggendo le coscienze.
Noi genitori abbiamo ormai solo armi spuntate dalla fatica di dover lottare ogni giorno per la difesa dei diritti dei nostri figli. Diritti calpestati dalle quelle stesse Istituzioni poste – per Costituzione e per obbligo morale – proprio a tutela dei più deboli!
Forse è il caso di ricordare uno degli articoli più belli, ma anche più ignorati della nostra Carta Costituzionale, l’articolo 2, che recita: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale».
Un gruppo di genitori indignati
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