Lo sport elitario per antonomasia che diviene accessibile e formativo per i “più fragili”

di Elisabetta Piselli*
Il golf come strumento di inclusione, riabilitazione e benessere psicofisico: questo dal 2008 è il lavoro di Golf senza Barriere, Associazione lombarda che è riuscita a rendere lo sport elitario per antonomasia, qualcosa di accessibile e formativo per i “più fragili”. Protagonisti assoluti di questo progetto, infatti, sono gli atleti con disabilità dei Centri Diurni Disabili (CDD) del Comune di Milano e della Regione Lombardia
Golf senza Barriere
Persone con disabilità coinvolte nel progetto promosso in Lombardia da Golf senza Barriere

Il golf come strumento di inclusione, riabilitazione e benessere psicofisico: questo dal 2008 è il lavoro di Golf senza Barriere, Associazione lombarda che è riuscita a rendere lo sport elitario per antonomasia, qualcosa di accessibile e formativo per i “più fragili”.
Controllo, Concentrazione e coordinazione vengono sollecitate dalle decine di persone che in questi anni hanno praticato il golf e i benefici sono sotto gli occhi di tutti gli educatori che lavorano con loro. A questo si aggiunge la socializzazione e l’attività all’aria aperta in contesti belli e curati.
Il progetto vive grazie all’ospitalità di importanti strutture come il Golf Club di Camuzzago, il Golf Club Ambrosiano e Lainate Golf Club, che mettono a disposizione gratuitamente gli spazi per le gare di fine stagione.

Protagonisti assoluti di questa iniziativa sono gli atleti con disabilità dei Centri Diurni Disabili (CDD) del Comune di Milano e della Regione Lombardia, che durante l’anno hanno partecipato ai corsi organizzati all’interno dei Centri di Riabilitazione e in strutture comunali, grazie a un modello inclusivo e terapeutico che ha già dimostrato i propri benefìci. E dopo mesi di allenamenti indoor, sono tornate le attesissime gare di fine stagione, a partire da quella del 6 maggio all’Urban Gold Tee Up di Milano.
Il ritorno alle gare rappresenta un momento di grande festa e condivisione, ma anche un traguardo importante per chi, attraverso il golf, ha intrapreso un percorso di crescita e autonomia. I partecipanti, allenati durante i mesi invernali in ambienti indoor, si misureranno sul campo, mettendo in pratica le competenze acquisite e vivendo l’emozione della competizione.
Le prossime date saranno il 13 maggio (Urban Golf, Tee Up, Milano); 20 maggio (Golf Club Camuzzago); 26 maggio (Golf Club le Robinie); 3 giugno (Golf Club Ambrosiano); 4 giugno (Golf Club Lainate); 6 giugno (Golf Club Camuzzago); 10 giugno (Golf Club Camuzzago).

Sostenuto anche dalle Istituzioni locali, che riconoscono il valore sociale e terapeutico dell’iniziativa, il progetto è supportato da un Comitato Medico-Scientifico, che ha da subito evidenziato i benefìci psicofisici del golf adattato: miglioramenti nella coordinazione, nelle relazioni interpersonali, nel controllo emotivo e fisico e nella consapevolezza delle proprie capacità.
Golf Senza Barriere si conferma così come un punto di riferimento per lo sport inclusivo in Lombardia, capace di unire passione, impegno e solidarietà. Perché il golf, quando è davvero per tutti, diventa molto più di uno sport: diventa un’occasione di rinascita.
Anche i progetti più belli, per altro, hanno bisogno di sostegno per continuare il loro percorso. Come segnalato da Pierluigi Locatelli, istruttore del golf dell’Associazione, nonostante i risultati e l’interesse sempre crescente da parte di nuovi centri, oggi l’iniziativa rischia di interrompersi per mancanza di risorse economiche. Golf Senza Barriere ha lanciato quindi un accorato appello a istituzioni, aziende e cittadini sensibili al tema dell’inclusione, affinché questo “gioiello di civiltà” possa continuare a esistere.

*Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Il golf senza barriere che manda in buca l’autonomia e l’autostima” e viene qui ripreso – con minime modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.

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