«Prima che i caregiver familiari possano realmente accedere a quei fondi stanziati a livello nazionale – sottolineano dall’ANFFAS – vi sono sin troppi passaggi e adempimenti. Appare quindi necessario un importante intervento di semplificazione, per garantire ai caregiver interessati la continuità nell’assegnazione delle risorse a loro destinate e dei relativi interventi finanziati da quei fondi»
Nei giorni scorsi, all’interno della Gazzetta Ufficiale (n. 104 del 7 maggio, pagina 44) è stato dato avviso della pubblicazione del Decreto Interministeriale recante Criteri e modalità di riparto della quota parte di euro 30 milioni del Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità per finanziare interventi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare per l’anno 2024, risorse destinate alle Regioni per il successivo trasferimento agli ambiti territoriali sociali. «Ma prima che i caregiver delle persone con disabilità (e purtroppo ancora oggi si tratta di una ridottissima platea) possano accedere a tali fondi – commentano dall’ANFFAS Nazionale (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo) -, sono numerosi i passaggi e gli adempimenti che i soggetti a vario titolo coinvolti sono chiamati a porre in essere, con il concreto rischio di non garantire la continuità nell’erogazione di queste necessarie risorse per i caregiver interessati».
Da un’analisi di quel Decreto di Riparto effettuata infatti dal Centro Studi Giuridici e Sociali dell’ANFFAS Nazionale (la si legga integralmente a questo link), emerge che, prima che quelle risorse arrivino agli Ambiti Territoriali (e quindi solo dopo ai caregiver), vi sono una serie di adempimenti e scadenze, ovvero innanzitutto che le Regioni entro il 7 agosto prossimo dovranno trasmettere al Dipartimento per le Politiche in favore delle Persone con Disabilità la richiesta delle risorse, congiuntamente alla Delibera di Giunta Regionale contenente gli indirizzi di programmazione della regione stessa in materia, unitamente al monitoraggio sull’utilizzo del Fondo relativo, addirittura, all’annualità 2022. Solo dopo il 7 agosto, quindi, i Ministeri competenti potranno procedere alla verifica della coerenza della documentazione inviata dalle Regioni e avranno, a loro volta, quarantacinque giorni per dare loro riscontro: pertanto, saremmo già arrivati a fine settembre.
«Ma non finisce qui – sottolineano dall’ANFFAS – in quanto le Regioni, una volta ricevuto il via libera da parte dei Ministeri, avranno a disposizione ulteriori sessanta giorni per trasferire concretamente le risorse agli Ambiti Territoriali. Pertanto, se tutto dovesse andare bene e nella migliore delle ipotesi, i caregiver non vedrebbero assegnate loro le risorse prima della fine del mese di novembre. Appare quindi evidente come tale meccanismo necessiti di un importante intervento di semplificazione, per garantire ai caregiver interessati la continuità nell’assegnazione delle risorse a loro destinate e dei relativi interventi finanziati dal Fondo».
«Se per il 2023 – concludono dall’ANFFAS – le risorse erano state pari a 25.807.485,00, è certamente apprezzabile che per il 2024 esse siano state incrementate dal Ministero per le Disabilità a 30 milioni, ma, come detto, si auspica di poter intervenire per il futuro in termini di semplificazione. A ciò sicuramente potrà contribuire anche il Tavolo Tecnico – costituito attraverso il Ministero per le Disabilità d’intesa con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – per l’analisi e la definizione di elementi utili per una Legge statale sui caregiver familiari, auspicandone al più presto la conclusione dei lavori per arrivare appunto a una norma nazionale che riconosca e sostenga il fondamentale ruolo svolto dai caregiver familiari». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: comunicazione@anffas.net.
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