Martino, a cinquantun metri sotto il mare

È stato stabilito nei giorni scorsi da uno sportivo siciliano con disabilità il nuovo record del mondo di immersione ad aria. Raggiunta nell’Area Marina Protetta del Plemmirio, in Sicilia, la nuova eccezionale misura è di 51 metri

Si chiama Martino Florio il giovane siciliano di Acireale che nei giorni scorsi, a 39 anni, ha stabilito nelle acque dell’Area Marina Protetta del PlemmirioLa soddisfazione di Martino Florio dopo avere stabilito il nuovo record – nel Siracusano – il nuovo record del mondo d’immersione ad aria per la sua categoria.
Paraplegico da quindici anni a seguito di un incidente stradale, Florio avrebbe dovuto raggiungere nelle acque della sua Sicilia i 51 metri sotto il livello del mare – misura ufficiale registrata come nuovo record – ma per una sorta di imprevisto egli è arrivato addirittura a 59 metri.

«È successo – ha raccontato il sub dopo avere compiuto l’impresa – che la forte corrente marina unita al peso collegato alla cima con la quale siamo scesi sul fondo del mare abbiano fatto in modo che il cartellino su cui era scritta la profondità che dovevamo raggiungere [51 metri, N.d.R.] si sia “spostato” più in basso. Il mio manometro, però, indicava quota 59 metri, e lo stesso quello dei miei accompagnatori… A quella profondità non ero mai arrivato, c’era un grande freddo e la visibilità era davvero scarsa. Solo a quel punto ci siamo resi conto che eravamo scesi ben oltre il limite che ci eravamo prefissi».Un momento della discesa di Florio verso gli oltre 50 metri di profondità

Con Florio, nei fondali di uno dei luoghi più incontaminati e suggestivi dei nostri mari, sono scesi anche Benedetta Spampinato, sub non vedente, e Giuseppe Marsiglia, tetraplegico, che lo hanno scortato fino ad un certo livello di profondità.
«Vorrei dire – ha dichiarato ancora Florio – che queste imprese hanno il carattere dell’eccezionalità perché non possono essere compiute da un giorno all’altro, ma richiedono una lunga e accurata preparazione. Niente, infatti, può essere lasciato al caso. Il reale motivo che mi ha spinto a sfidare un record mondiale per la mia categoria, però, è stato quello di richiamare l’attenzione sul mondo della disabilità, e ritengo di esservi riuscito».
(C.N.)

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