Fondamentale la stabilità della relazione educativa

«Con questa decisione il TAR ha riconosciuto l’importanza cruciale della continuità educativa per garantire il diritto all’istruzione degli studenti e delle studentesse con disabilità»: lo dicono dalla Federazione FISH, commentando la decisione con cui il TAR del Lazio ha respinto l’istanza cautelare promossa da alcune organizzazioni sindacali contro il Decreto Ministeriale 32/25, riguardante «la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno per l’anno scolastico 2025/2026»

Disegno di insegnante di sostegno con una bimbaIl TAR del Lazio ha respinto l’istanza cautelare promossa dalle organizzazioni sindacali FLC CGIL e Gilda-UNAMS contro il Decreto Ministeriale 32/25 (Misure finalizzate a garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno per l’anno scolastico 2025/2026, a norma dell’articolo 8, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2024, n. 106), iniziativa segnalata a suo tempo anche su queste pagine, nei confronti della quale la Federazione FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) si era costituita in giudizio.

«Con questa decisione – si legge in una nota diffusa dalla stessa FISH – il TAR ha riconosciuto non solo la fondatezza giuridica della norma, ma soprattutto l’importanza cruciale della continuità educativa per garantire il diritto all’istruzione degli studenti e delle studentesse con disabilità. Si tratta di una decisione che segna un passaggio decisivo nel cammino verso una scuola realmente inclusiva. Sancisce infatti che la continuità non è un’opzione organizzativa, ma una condizione indispensabile per percorsi di apprendimento coerenti e relazioni educative significative. È il superamento di una visione frammentaria dell’inclusione, in favore di un approccio fondato sulla progettualità, sulla competenza e sulla stabilità. Non si tratta infatti di creare corsie preferenziali per alcune categorie di docenti, ma di garantire il pieno esercizio di un diritto per migliaia di studenti e studentesse con disabilità, se è vero che una scuola che cambia continuamente figure di riferimento indebolisce il percorso educativo, disperde competenze e relazioni, mina l’efficacia dell’inclusione».

«Questa vittoria giuridica – concludono dalla Federazione – rappresenta un passo avanti concreto, ma molto resta da fare. Ora è necessario vigilare sull’applicazione omogenea della norma, rafforzare la formazione dei docenti, investire risorse adeguate affinché l’inclusione scolastica non resti un principio astratto, ma si traduca in prassi quotidiane».

«Questa sentenza – commenta Vincenzo Falabella, presidente della FISH e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) – afferma con chiarezza che la continuità educativa non è un optional o una semplice comodità organizzativa, bensì una condizione essenziale per garantire il diritto all’istruzione. Troppo spesso abbiamo assistito allo svilimento di percorsi educativi faticosamente costruiti, vanificati dal continuo avvicendarsi di figure di riferimento. Ora viene sancito un principio inequivocabile: la stabilità della relazione educativa costituisce parte integrante e imprescindibile del processo di apprendimento per gli studenti e le studentesse con disabilità». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.
Share the Post: