Agire sui contesti di vita per renderli accessibili e inclusivi: un nuovo Corso di Laurea Magistrale

di Fabio Sacchi*
Per dare una chance concreta all’ormai non più prorogabile necessità di trasformazione in senso inclusivo dei contesti in cui si vive, è stato istituito, a partire dall’anno accademico 2025/2026, un nuovo Corso di Laurea Magistrale Interateneo – fra l’Università di Bergamo e l’Università del Salento – dal titolo “Progettazione di contesti di vita accessibili e inclusivi”, un’iniziativa che presenta una serie di innovative peculiarità
Disegno raffigurante un'ideale città accessibile
Disegno raffigurante un’ideale città accessibile

La data di entrata in vigore dell’European Accessibility Act, la Legge Europea sull’Accessibilità, è ormai dietro l’angolo, giugno 2025, praticamente domani; in tanti la aspettano, non già come il momento della “resa dei conti”, ma più realisticamente come l’occasione per tirare le somme: a che punto siamo, con l’accessibilità di prodotti, servizi, contesti? A che punto si vuole arrivare, in quanto tempo, e come?
Come spesso accade, l’evoluzione normativa a livello internazionale e nazionale evidenzia una crescente attenzione del Legislatore verso la necessità di progettare contesti di vita inclusivi per tutte le persone, comprese quelle con disabilità: basterebbe citare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che pone l’inclusione tra gli obiettivi centrali dello sviluppo sostenibile o, nel nostro Paese, il recente Decreto Legislativo 62/24, che indirizza le politiche per la disabilità.
Ciò che appare chiaro, ormai, è che non ci si può più accontentare di interventi a posteriori sui prodotti, sui servizi, sulle costruzioni e in generale in tutto ciò che riguarda la vita collettiva ad ogni livello: non si deve più “fare” secondo tradizione o secondo pregiudizio, per poi modificare, accomodare, approssimare: si tratta invece di concepire fin dall’inizio ogni progettazione secondo il principio-guida dell’accessibilità, di radicarlo culturalmente e strutturalmente in ogni fase della progettazione stessa, di adottare insomma una vera e propria “postura culturale” lungimirante e inclusiva, un’attitudine che rappresenti concretamente una società impegnata a garantire a ciascuno – indipendentemente da età, genere, provenienza o abilità – pari opportunità di partecipazione, apprendimento, lavoro e vita sociale.

Non vi è dubbio che in questa rinnovata prospettiva progettuale le tecnologie, con le loro recenti innovazioni e sviluppi, possano essere strategiche nel promuovere la realizzazione di contesti realmente accessibili e inclusivi: a condizione, però, che siano scelte e integrate in modo consapevole, ossia tenendo conto delle complesse relazioni tra le caratteristiche delle persone, le attività che intendono e desiderano svolgere, e i diversi contesti in cui tutto ciò si declina, con i cambiamenti e gli sviluppi che le differenti età della vita pretendono.
Tradurre questa prospettiva in trasformazioni concrete, capaci di migliorare la partecipazione sociale di ogni persona, richiede figure professionali adeguatamente formate che siano in possesso di competenze multidisciplinari, fra cui quelle: pedagogiche, per leggere i bisogni nella prospettiva del progetto di vita e promuovere l’autodeterminazione; giuridiche, per garantire l’applicazione dei diritti e delle normative; tecnologiche, per selezionare, adattare e sviluppare strumenti adeguati ed efficaci per gli scopi perseguiti; organizzative, per coordinare interventi efficaci in sistemi complessi.
Solo una formazione interdisciplinare può preparare a governare questa complessità e a progettare soluzioni sostenibili, condivise e realmente inclusive.
È necessario, inoltre, sviluppare capacità dialogiche e di mediazione, per ricomporre in un unico quadro le esigenze, i limiti, le opportunità e le capacità progettuali, per disegnare il percorso, insieme ai protagonisti, e per definire i tempi per l’attuazione di esso.

È proprio per dare una chance concreta a questa necessità di trasformazione in senso inclusivo dei contesti in cui viviamo, che è stato istituito, a partire dall’anno accademico 2025/2026, un nuovo Corso di Laurea Magistrale Interateneo – fra l’Università di Bergamo e l’Università del Salento – dal titolo Progettazione di contesti di vita accessibili e inclusivi.
Il corso nasce nell’ambito della rete nazionale EDUNEXT (Italian Universities Digital Education Hub) ed è unico nel suo genere in Italia per numerose caratteristiche di originalità: è rivolto a studenti provenienti da lauree in Scienze dell’Educazione, Psicologia, Filosofia, Economia, Giurisprudenza, Ingegneria; si fonda su una forte interdisciplinarietà, con un bilanciamento totale fra insegnamenti di carattere umanistico e di carattere scientifico-tecnologico; prevede laboratori intensivi in presenza, nel corso dei quali, secondo metodologia didattiche mirate, verranno analizzati e risolti problemi concreti di casi-studio, portandoli a soluzione. Il corso stesso affronterà tematiche legate alla disabilità e alle tecnologie assistive, ma anche alla progettazione urbanistica accessibile, alla valutazione dell’accessibilità di contesti e strumenti, e all’individuazione di soluzioni risolutive: l’obiettivo, in sostanza, è quello di formare esperti in grado di agire sui contesti di vita – scolastici, lavorativi, residenziali, culturali – per renderli appunto inclusivi e accessibili.

Uno dei punti di forza della proposta è la modalità prevalentemente a distanza della formazione, che garantisce flessibilità e accessibilità a studenti, studenti-lavoratori e professionisti residenti in qualunque Regione italiana, rispondendo così alla necessità di una formazione avanzata, fruibile in momenti dedicati che permettano ad ognuno di conciliare i tempi di studio, di lavoro e personali.
Inoltre, per ampliare l’accessibilità formativa, il corso offre la possibilità di frequentare singoli insegnamenti, rivolgendosi anche a chi, già impegnato in àmbiti professionali (medici, ingegneri, architetti, consulenti del lavoro, pedagogisti, logopedisti, riabilitatori, operatori del terzo settore), voglia acquisire nuove competenze specifiche nel settore, aggiornandosi sui temi dell’accessibilità, dell’innovazione tecnologica e dell’inclusione.
Nel caso poi si tratti di dipendenti della Pubblica Amministrazione, essi potranno fruire del programma PA 110 e lode, che favorisce l’iscrizione e la partecipazione.
Il completamento di questi singoli moduli o insegnamenti è riconosciuto attraverso Open Badge, attestati digitali delle competenze acquisite, validi anche nel contesto europeo e spendibili nel mercato del lavoro.

Il nuovo corso si colloca dunque in una posizione strategica per contribuire alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030, attraverso l’integrazione di inclusione sociale, innovazione tecnologica ed equità.
In un tempo che chiede di ripensare radicalmente le modalità, le possibilità e le impossibilità con cui la vita collettiva si dipana, progettare contesti di vita accessibili e inclusivi non è solo una scelta tecnica o etica: è un atto di giustizia, che la nuova Laurea Magistrale può sostenere. fornendo gli strumenti per compierlo.

*Professore associato in Educazione Speciale al Dipartrimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Bergamo (fabio.sacchi@unibg.it).

Maggiori informazioni sul corso di laurea di cui si parla nel presente contributo sono disponibili a questo link, mentre a quest’altro link vi è anche un video di presentazione delle tematiche trattate nel corso stesso.
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