All’inizio c’era Tornavento

a cura di Barbara Pianca
Ci siamo spesso occupati di imbarcazioni accessibili, seguendo in particolare le iniziative del primo catamarano accessibile al mondo, Lo Spirito di Stella. L’adattamento delle barche e degli strumenti di navigazione alle esigenze delle persone con disabilità è avvenuto solo negli ultimi anni. Prima, il mare era precluso a molti. Ma come mai si è cominciato così tardi? E ora cosa si riesce ad offrire? Lo chiediamo ai “genitori” di Tornavento, la barca italiana probabilmente “madre” di tutte le altre imbarcazioni per tutti

La barca Sabaudia PrimaSabaudia è un comune in provincia di Latina, sulle cui coste è nata Sabaudia Etica, centro specializzato nella produzione di barche accessibili che ha anche appoggio nella didattica (Scuola di Vela Sabaudia).
Un’offerta completa, quindi, che ha mosso i primi passi già nel 1998 con la costruzione di Tornavento, la prima barca a vela di grandi dimensioni (10 metri) adattata alle esigenze delle persone con ridotta mobilità fisica degli arti inferiori, grazie a una passerella per salire a bordo e a una piattaforma idraulica per l’ingresso sottocoperta.
Sabaudia Etica è un cantiere realizzato anche grazie al supporto della Regione Lazio, del Comune di Sabaudia, dell’Agenzia Giornalistica Ansa e di Cosis, la prima merchant bank europea con l’obiettivo di sviluppare imprese sociali.
Il suo presidente, Luigi Zambon, non sa spiegarsi come mai nessun’altro prima della fine degli anni Novanta abbia pensato alla costruzione di imbarcazioni attrezzate: «È sorprendente», ci dice infatti, «che prima di Tornavento nessuno avesse mai fatto uno serio sforzo creativo e imprenditoriale per aprire il mondo del mare a persone in carrozzina. Il motivo non mi è chiaro».

Dopo la messa a punto di Tornavento non vi siete fermati. Il cantiere ha prodotto anche altre barche…
«Il cantiere è nato con lo scopo di sviluppare progetti via via più accessibili (con specifica attenzione alle persone con disabilità degli arti inferiori), ma anche di dimensioni maggiori e in grado di affrontare crociere e regate».

Cosa siete riusciti a costruire?Gli interni di Sabaudia Prima
«Nel 2001 abbiamo varato Sabaudia Prima, un vero e proprio gioiello, dove la creatività non ha richiesto il ricorso a tecnologie troppo elaborate. La barca è dotata anche di un sistema brevettato per il bagno in mare. Inoltre, drizze, avvolgifiocco, avvolgiranda e scotte vengono gestite con un winch elettrico e l’àncora funziona con un telecomando. I comandi sono a motore e radio e strumenti di bordo sono disposti in modo da trovarsi a portata di mano. L’interno è spazioso, sopratutto uno dei bagni. Infine, la zattera autogonfiabile d’emergenza può essere rilasciata facilmente tirando una cimetta e l’accesso alla stessa è reso possibile dalla poppa aperta».

Sabaudia Prima può affrontare viaggi più lunghi?
«Sì, la barca nasce proprio per crociere e vacanze. L’estate scorsa è arrivata fino ad Atene, in Grecia, salpando da San Felice Circeo e al ritorno si è fermata in Puglia. Una crociera durata tre mesi. Ai comandi c’era Cesare Rinaldi, paraplegico. Ma Sabaudia Prima è anche veloce e snella, per cui non sfigurerebbe affatto nelle regate. Vogliamo farne il più possibile e per questo stiamo diffondendo un CD-Rom illustrativo e organizziamo crociere dimostrative, grazie anche al sostegno di Unicredit Banca».

Vi occupate solo di barche a vela?
«No, stiamo lavorando anche sulle barche a motore, perché anche su gommoni, scafi open e gozzi c’è un inspiegabile vuoto nei confronti della disabilità. Abbiamo realizzato ad esempio Easyboat, con passerella telescopica, ancoraggio telecomandato, altalena per la discesa in acqua e la risalita in carrozzina e WC chimico. È una barca a motore per uscite giornaliere, accessibile alle persone paraplegiche o che comunque non hanno più l’età per arrampicarsi sulla scaletta o saltare a bordo della barca dal molo».

Per ulteriori informazioni:
Sabaudia Etica, Via Casali di Paola, 6, 04016 Sabaudia (Latina)
tel. e fax 0773 596841, info@velaetica.it
www.velaetica.it.
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