Venezia a ruota libera

di Lucia Baracco*
Quanto conta un'informazione adeguata per muoversi agevolmente anche in carrozzina? Molto, e in una città come Venezia più che mai. Ecco come provare a superare gli ostacoli in un luogo che nell'immaginario collettivo è visto spesso come "un'unica barriera architettonica", mentre in realtà non è affatto così

Mappa B (2)Venezia è, come noto, patrimonio culturale di tutta l’umanità e in quanto tale è da sempre mèta turistica di persone provenienti da tutto il mondo.
Nell’immaginario collettivo, il centro storico di Venezia è visto come un’unica grande “barriera architettonica”: la sua particolarissima morfologia (costituita da circa 100 isole collegate tra loro da oltre 420 ponti) induce ad immaginare questa splendida città come difficile da percorrere e da fruire.
I ponti, con i loro gradini, rappresentano l’ostacolo per eccellenza per chi è costretto su una carrozzina, ma costituiscono un problema anche per le persone anziane, i genitori con passeggino, i cittadini che vanno a fare la spesa, i turisti che arrivano e partono da Venezia carichi di valigie, i trasportatori di ogni genere.

Inaccessibilità urbana
Ma proviamo a visualizzare questi ostacoli. La Mappa A qui a fianco rappresenta graficamente l’inaccessibilità urbana conseguente alla particolare morfologia della città: le aree con campitura rossa sono appunto quelle non accessibili, quelle con campitura verde (chiaro e scuro) sono invece accessibili.
Mappa A (1)Emerge chiaramente che le persone con disabilità che arrivano a Venezia, se in carrozzina, possono a malapena visitare il 2% della città storica e solo nelle aree limitrofe ai terminali turistici (Ferrovia, Piazzale Roma e Stazione Marittima).
Ma se solo proviamo ad inserire in questa mappa le informazioni sul trasporto pubblico di navigazione e sugli interventi realizzati per eliminare le barriere architettoniche, emerge un quadro di accessibilità molto più soddisfacente di quanto si possa immaginare: a quel punto, infatti, quasi il 70% della superficie della città storica risulta accessibile alle persone con disabilità motoria (Mappa B).

Il trasporto pubblico
Grazie al trasporto pubblico di navigazione, la maggior parte dei luoghi più belli e suggestivi di Venezia e delle aree più ricche di monumenti diventano visitabili senza alcuna barriera.
La passerella a raso (4)Il trasporto pubblico viene garantito da mezzi attrezzati per lo spostamento delle persone in carrozzina: i vaporetti per più carrozzine, i motoscafi “Giracittà” per il trasporto di una carrozzina alla volta.
Anche gli approdi (oltre 55 imbarcaderi localizzati lungo tutto il Canal Grande e lungo le fondamenta esterne del centro storico) sono adeguati alle esigenze delle persone con disabilità.
L’accesso avviene a raso e attraverso una passerella galleggiante collegata ad una zattera che rende agevole l’imbarco di chiunque, anche con diversi livelli di marea. Insomma si tratta dell’unico sistema di trasporto pubblico italiano completamente accessibile.
La comprensione e la consapevolezza delle grandi potenzialità offerte da questa particolare situazione nascono dalla discussione e dalla stretta collaborazione tra i seguenti uffici comunali che da alcuni anni stanno lavorando sul tema dell’accessibilità urbana.
Si tratta dell’Ufficio EBA – Eliminazione Barriere Architettoniche e dei servizi di comunicazione sull’handicap Informahandicap e Progetto Lettura Agevolata, coordinati da una figura di nuova istituzione, il consigliere delegato del Sindaco per i problemi della mobilità delle persone disabili.
La rampa (3)Si sta lavorando su due fronti paralleli, ma tra loro complementari e sinergici: la comunicazione e le opere pubbliche.

La comunicazione
Una corretta informazione può aiutare a superare anche le barriere architettoniche. A questo fine è stata di recente pubblicata la mappa Venezia Accessibile che fornisce indicazioni pratiche per agevolare la mobilità delle persone con ridotta capacità motoria (dettagliate informazioni sui trasporti pubblici, sui terminali turistici, sugli sportelli informativi, sui parcheggi, sui servizi igienici ecc.).
A corredo di essa sono stati pubblicati alcuni itinerari senza barriere che suggeriscono una serie di particolari percorsi, fornendo le informazioni di dettaglio sull’accesso ai singoli monumenti e beni culturali della città.
I primi sei itinerari fanno riferimento ad alcune delle aree più ricche di monumenti del centro storico (Marciana, Rialto, Dorsoduro, Frari, Santo Stefano e Santi Giovanni e Paolo), ma altri sono in preparazione.
Il servoscala (5)Disponibili anche in lingua inglese, questi materiali sono reperibili agli Sportelli URP Comunali (Uffici Relazioni con il Pubblico) e negli IAT (Informazione Accoglienza Turistica) della Provincia di Venezia, ma possono essere richiesti anche direttamente al Servizio Informahandicap.
Sono inoltre consultabili e scaricabili on line nella sezione Venezia Accessibile del sito dello stesso servizio.

Le opere pubbliche
Le opere pubbliche hanno l’obiettivo di migliorare progressivamente l’accessibilità urbana, realizzando interventi di eliminazione delle barriere architettoniche in alcune aree strategiche, in attuazione del PEBA (Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche), lo strumento di programmazione settoriale approvato dal Consiglio Comunale, all’unanimità, alla fine del 2004.
Il gradino agevolato (6)È nota a tutti la difficoltà di intervenire in un tessuto tanto delicato e fragile quale il centro storico di Venezia. La sua complessità e unicità morfologica impongono la massima cautela. Ma tale difficoltà non può costituire un alibi al non fare.
C’è dunque una sfida progettuale stimolante per chiunque si avvicini a questi temi (architetti, amministratori, soggetti pubblici e privati), per far sì che si possano contemperare le esigenze della salvaguardia di un patrimonio storico-monumentale tanto importante con quelle del diritto di cittadinanza.
Gli interventi fino ad oggi realizzati non sono moltissimi e vanno letti nella maggior parte dei casi come interventi di ricerca e di sperimentazione.Il caregòn (7) Non hanno cioè consentito di arrivare ad una modalità d’intervento risolutiva.
Le diverse scelte progettuali, piuttosto sofferte e difficili, hanno portato a risultati molto discussi, a volte guardati con cautela dalla Soprintendenza, a volte poco accettati dalla cittadinanza. Interventi strategici
A partire da un’accessibilità urbana già soddisfacente (quasi il 70% delle aree, come abbiamo visto, è visitabile senza alcuna barriera), si tratta ora di individuare gli interventi prioritari e strategici per la città, con l’obiettivo non solo di aumentare tale percentuale, ma anche di porre sempre più attenzione alla qualità degli interventi, con la consapevolezza che comunque Venezia non potrà mai diventare totalmente accessibile.
L'elevatore (8)È in questa direzione che vanno inquadrate altre politiche integrative, tra le quali il servizio di “trasporto speciale” per favorire la mobilità delle persone con disabilità.
Altrettanto importante è, in questo contesto, l’ottimo rapporto di confronto e di collaborazione che da tempo si è instaurato con la Soprintendenza.
Ulteriori tavoli di lavoro sono stati infine recentemente avviati con l’Università, con la Provincia, con la Biennale e con gli operatori turistici.

Interessanti e bene accettate dalla cittadinanza sono state invece alcune iniziative sviluppate negli ultimi due anni per sensibilizzare sul tema dell’accessibilità urbana. Tra queste ricordiamo quelle che riteniamo più innovative.
Aperto per lavori
Le passerelle a raso poste in prossimità dei ponti oggetto di restauro rendono di fatto accessibili, sia pur temporaneamente, alcune aree della città.
L’iniziativa consiste nel dare informazione in tempo reale sulla possibilità di visitare tali zone. In fondo il potenziale disagio per la città, rappresentato dai lavori in corso, diventa un’opportunità di ulteriore mobilità per le persone con disabilità e occasione di sensibilizzazione.
Rampa provvisoria (9)Venice Marathon
Da due anni l’evento sportivo nazionale è diventato pretesto per creare da un lato un laboratorio di progettazione e di formazione di giovani architetti sul tema dell’accessibilità urbana, dall’altro per estendere il periodo di permanenza delle rampe poste sui tredici ponti del percorso per ben due mesi (un sesto dell’anno!), rendendo anche in questo caso accessibili alle persone in carrozzina alcune aree altrimenti non raggiungibili.

Venezia città speciale
Venezia, insomma, è una città molto speciale e non solo per le sue ricchezze monumentali e ambientali. «In nessun’altra città al mondo, infatti – afferma il consigliere delegato Giuseppe Toso – il ruolo del trasporto pubblico è così fondamentale nel determinare l’accessibilità urbana. Ma è altrettanto importante il ruolo di regia che il Comune è chiamato a svolgere, in quanto soggetto competente in materia di manutenzione urbana e realizzatore di opere pubbliche».
È evidente la necessità che queste opere vengano individuate tenendo conto delle esigenze dei diversi soggetti e categorie operanti in città.

Disabili visivi
Anche le esigenze di mobilità in sicurezza e autonomia delle persone con disabilità visiva, del tutto diverse e particolari rispetto a chi è costretto su una carrozzina, sono state affrontate con grande attenzione e determinazione dall’Amministrazione Comunale veneziana.
Le nostre riflessioni e le sperimentazioni avviate su questi temi saranno oggetto di prossimi approfondimenti.

Si ringrazia per la collaborazione l’architetto Franco Gazzarri, responsabile dell’Ufficio EBA (Eliminazione Barriere Architettoniche) del Comune di Venezia.

Legenda delle immagini a corredo del testo

– Mappa A (1)
Una persona in carrozzina può a malapena visitare il 2% della città storica e solo nelle aree limitrofe ai terminali turistici (in verde nella mappa)

– Mappa B (2)
Utilizzando i mezzi di trasporto pubblico, quasi il 70% della superficie della città storica risulta accessibile alle persone con disabilità motoria.

– La rampa (3)
Si tratta di una soluzione considerata efficace, ma per una pendenza adeguata è necessario molto spazio, difficile da trovare nel centro storico veneziano.
Le due uniche rampe esistenti sono state realizzate in situazioni particolari e periferiche, sul Ponte dei Lavraneri alla Giudecca (foto 3) e sul Ponte Zaniòl nell’Isola di Murano.

– La passerella a raso (4)
Sicuramente più comoda e accessibile della precedente, ma anche meno proponibile perché di fatto impedisce il traffico delle imbarcazioni.
Ne sono state realizzate due, in forma provvisoria, sul Rio della Crea, a Cannaregio, e nel centro dell’Isola di Burano (foto 4).

– Il servoscala (5)
Questo “marchingegno”, composto da due piattaforme meccaniche agganciate a un binario a cremagliera che corre lungo la balaustra del ponte, provoca a volte polemiche e accese discussioni tra gli addetti ai lavori.
Nel caso di Venezia, i servoscala vengono azionati con chiavi facili da reperire in tutte le sedi IAT della Provincia (Informazione Accoglienza Turistica), Sportelli Informahandicap e URP Comunali (Uffici Relazioni con il Pubblico), unitamente a un kit d’istruzioni (nella foto 5: Servoscala sul Ponte Goldoni – Bacino Orseolo).

– Il gradino agevolato (6)
Si crea – solo nel caso le pedate del ponte siano sufficientemente profonde – una rampa con gradini ad alzata ridotta e con angolo smussato, che permette alla persona disabile con accompagnatore di superare agevolmente il ponte.
La si trova sul Ponte delle Guglie a Cannaregio e sul Ponte delle Cappuccine nell’Isola di Burano (foto 6). Altre stanno per essere realizzate.

– Il caregòn (7)
Il cosiddetto “caregòn” (nella foto 7 sul Ponte Ognissanti a Dorsoduro) è una sorta di piattaforma mobile che scorre orizzontalmente lungo un binario posto sul fondo del canale.
La sperimentazione di questo prototipo è stata molto discussa e criticata per il suo difficile funzionamento, per il grande impatto visivo e per l’ingombro eccessivo, nonché per gli alti costi di gestione.

– L’elevatore (8)
Soluzione sperimentata sul Ponte Longo nell’Isola della Giudecca (foto 8).
Due piattaforme elevatrici “protette”, poste all’inizio e alla fine del ponte, collegano verticalmente il livello della fondamenta con quello di una lunghissima campata orizzontale in ferro. L’effetto finale è piuttosto impattante dal punto di vista visivo e forse impegnativo dal punto di vista gestionale. Difficilmente esportabile in altre situazioni.

– Rampa provvisoria (9)
La classica rampa in tubo-giunto e tavolato in legno è una soluzione di forte impatto ambientale, poco gradita alla Soprintendenza.
Meno invasiva la soluzione applicata nel caso del Ponte della Paglia a ridosso del Palazzo Ducale a San Marco (foto 9). La rampa è costituita da una pedana componibile in elementi di materiale plastico antisdrucciolo. Essa è condizionata dalla tipologia del ponte: necessita infatti di pedate molto profonde.

*Responsabile del Progetto Lettura Agevolata del Comune di Venezia.
Si ringrazia la rivista «Mobilità» per la gentile concessione del presente testo.

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