Entro con la vettura in una zona a traffico limitato. L’accesso è consentito solo ad autorizzati e disabili. C’è un’area con cinque posti per persone con disabilità, senza altri parcheggi intorno. Lascio la vettura e comincio a passeggiare con la mia carrozza a motore lungo le strade di questa città, assolata e splendidamente in ordine.
Mi fermo per un caffè al bar: 0,80 euro al banco, 1 euro al tavolo. La barista, anziché sul banco, lo mette su un vassoio e me lo serve al primo tavolo vicino, con l’accortezza anche di togliere una sedia che mi impediva di avvicinarmi. Finito di berlo, mi avvicino per pagare: 0,80 euro… Gentilissima!
Mentre poi ritorno verso il centro, noto un carabiniere a fianco dell’area park disabili, impegnato a verificare che tutti siano in regola con i tagliandi arancione. Scoprirò più tardi che ogni trenta minuti, a turno, le varie forze dell’ordine effettuano la medesima verifica… Efficienza!
Proseguo fra i portici della città più antica, ove spiccano negozi e boutique, dai più cari a quelli economici. La Cattedrale irrompe con la sua maestosità al termine del corso. Nonostante la storicità della piazza – sopraelevata rispetto all’area circostante – una comoda rampa mi permette di accedere al luogo. Qui i vari accessi sono tutti in piano…
Poi ritorno verso il centro alla ricerca di una farmacia. La trovo e le porte automatiche mi permettono di entrare senza difficoltà. C’è un sacco di gente in attesa e mi accingo ad aspettare il mio turno, tenendo d’occhio che altri non mi passino davanti. Mi guardo in giro e noto che una farmacista, dopo avere terminato con un cliente, chiede a chi tocca. Io sono l’ultimo della fila, ma la signora davanti a me la avvisa che «c’è il signore», indicandomi. E allora quella esce dal bancone, viene a chiedermi di cosa ho bisogno e quindi, sempre fuori dal bancone, mi serve dicendomi di non esitare a contattarla ancora, se avessi bisogno di lei. Sogno? No, Merano!
Accessibilità e prezzi modici
Nell’estate scorsa, dunque, armato del mio solito blocchetto per gli appunti, ho voluto tornare ai luoghi della mia infanzia, l’alta Val di Non in Trentino, e da quei giorni (pochi, purtroppo!), una domanda mi frulla dentro: è possibile che dopo tutte le lotte fatte per l’eliminazione delle barriere, esista un posto ove i negozi e le strutture accessibili siano più di quelle ancora off-limits per i carrozzati? Forse sì, è il Trentino Alto Adige!
La storia con cui ho iniziato questo mio scritto, infatti, non era un sogno, ma la pura realtà di Merano, che ho ritrovato dopo dieci anni, per la gita di un giorno.
La ricordavo diversa, più “difficile”, anche nei rapporti personali. Ora l’ho rivista bella, vitale, accessibile e pulita – come tutte le città da quelle parti – con prezzi assolutamente normali e dove il villeggiante non viene trattato come una sorta di “pollo da spennare”.
Un altro giorno l’ho dedicato poi a Caldaro, città del vino, storica, bella, con incantevoli passeggiate fra le viti ed un lago stupendo. Una città, questa, solo parzialmente accessibile, ma con l’attenuante di essere quasi medievale.
Da Brez a San Romedio
Ma torniamo al luogo ove ho soggiornato, Brez, paesino di ottocento anime, l’ideale per chi vuole stare “fuori dal mondo”, con i suoi alberi di melo, due negozi, la posta, il Municipio e poco altro, a cinque minuti, però, dal più noto paese di Fondo, con tutto ciò di cui si può avere bisogno.
Brez si trova in un ideale crocevia per qualunque direttrice, consentendo in mezz’ora di raggiungere le mete più disparate, dall’Alto Adige a Trento, dal Lago di Santa Giustina al Passo Predaia, con i vari paesi culminanti nel Santuario di San Romedio (quello degli orsi), quest’ultimo accessibile solo nel piazzale, nel bar e nell’area orsi.
A Brez abbiamo soggiornato all’agriturismo La Canonica (tel. 0463 874399), dotato di parcheggio e dall’accesso completamente asfaltato. La soglia presenta uno scalino di due centimetri e mezzo. Vi sono una camera e un appartamento accessibili a chi sta in carrozzina e ampi spazi di manovra all’interno, sia nella camera che in cucina. Il bagno ha la doccia a pavimento e i sanitari a norma, con l’unica nota stonata dovuta alla mancanza di maniglioni, per cui bisogna provvedere a degli appoggi personalizzati.
La Canonica propone unicamente la soluzione pernottamento e piccola colazione, buona anche perché le torte e le marmellate proposte dalla signora Viola sono memorabili. A disposizione degli ospiti pure il giardino che consente di pranzare all’esterno.
Nel mio gironzolare, abbiamo avuto la conferma del senso di ospitalità di queste montagne, ove tutti per prassi ti salutano anche senza conoscerti. L’accessibilità dei luoghi è garantita quasi ovunque.
E per mangiare…
Alcuni riferimenti per rifocillarsi: a Fondo Il montanaro esigente (tel. 0463 831624), a prezzi ottimi e con locale e bagno accessibili.
Sul Passo Predaia – tutti accessibili – il Bar Solarium Predaia (tel. 0463 463015), con uno spettacolo mozzafiato, il Sores (tel. 0463 463500), immerso nel verde e il Rifugio Predaia ai Todés Ci (tel. 0463 463138), ideale per chi voglia abbuffarsi con i sapori trentini ad un prezzo conveniente.
A San Felice, poi, sulla strada che porta al Passo Palade, un’autentica “chicca”: l’agriturismo Hofschank Köfele (tel. 0463 886262), del tutto accessibile e dalla cucina genuina, in un ambiente tipicamente altoatesino. E i prezzi? Una favola!
Per finire, chi vuol farsi “coccolare”, assaggiando deliziose specialità trentine, tra spettacoli naturali unici, può andare all’Hotel Ristorante Il Falchetto, a Regole di Malosco, frazione di Fondo (tel. 0463 832108). Oltre ad essere completamente accessibile nelle aree comuni, questa struttura ha a disposizione varie camere attrezzate per disabili.
Due note per chiudere
Per godere appieno di una vacanza in questi luoghi, è consigliabile usare la carrozzina elettrica. Pur essendo infatti l’accessibilità garantita quasi ovunque e i sentieri asfaltati, ci sono le normali salite e discese dei posti di montagna.
E ancora, i vari prezzi indicati in internet o nei dépliant sono solo indicativi; poi, a seconda del cliente o della stagione, il gestore tende a “personalizzarli”. Per mangiare, comunque, sono senz’altro abbordabili, con porzioni sempre generose.
*Vicepresidente del Comitato Regionale Veneto UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare). Testo già apparso in «DM» (n. 163, settembre 2007), periodico nazionale della UILDM e qui riprodotto per gentile concessione di tale testata.
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