«Il piano dell’auspicata ricostruzione dell’Ucraina può rappresentare un grande banco di prova per sperimentare e attuare il principio di accessibilità universale sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità»: lo ha deto tra l’altro Roberto Speziale, che ha rappresentato la Federazione FISH a un evento collaterale dedicato alla disabilità e all’inclusione, nell’àmbito della quarta Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, in corso di svolgimento a Roma

Abbiamo dedicato ieri ampio spazio, grazie a un approfondimento curato da Luisella Bosisio Fazzi, consigliera dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, alla quarta Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, in corso di svolgimento a Roma e, nello specifico, alla presenza in tale evento del movimento italiano della disabilità, insieme a quello europeo, per far sì che il lavoro di ricostruzione dell’Ucraina stessa sia rispettoso dei diritti umani delle persone con disabilità e che ogni azione che si intraprenderà veda il coinvolgimento e la partecipazione attiva delle loro organizzazioni.
Come avevamo riferito, uno degli eventi collaterali della Conferenza, promosso dall’EDF e dal Ministero per le Disabilità, è stato dedicato al tema Una ricostruzione centrata sull’uomo: perché l’inclusione della disabilità è importante e a rappresentare per l’occasione la FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) è stato il vicepresidente vicario Roberto Speziale, che ha dichiarato tra l’altro: «Fermo restando che il nostro auspicio è di poter vedere, al più presto, concreti segnali che portino verso una pace giusta, riteniamo che la ripresa e la ricostruzione dell’Ucraina possa rappresentare un’occasione imperdibile per rendere concreto il principio di solidarietà tra i popoli, attuando quanto detto dal Santo Padre, ovvero che bisogna tutti operare per una pace disarmata e disarmante. Prima di tutto, dunque, occorre mettere fine alle indicibili sofferenze del popolo ucraino e delle persone con disabilità, divenute tali anche a causa della guerra. Detto questo, il piano dell’auspicata ricostruzione può rappresentare un grande banco di prova per sperimentare e attuare il principio di accessibilità universale sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Serve, quindi, un cambio di passo affinché ogni investimento tenga conto dei diritti delle persone con disabilità e sia davvero rivolto a tutti, nessuno escluso. Questa ricostruzione dev’essere centrata sull’accessibilità e sull’universalità degli interventi» (a questo link è disponibile il testo integrale dell’intervento di Roberto Speziale al citato evento collaterale della Conferenza di Roma).
«La sfida che attende l’Ucraina – commenta dal canto suo il presidente della FISH Vincenzo Falabella – è enorme, ma renderla inclusiva è un dovere giuridico, etico e politico, non una scelta. Nessuna crescita è sostenibile se lascia indietro le persone più vulnerabili. Non si può parlare di ricostruzione senza ascoltare chi quella ricostruzione la vive, la aspetta, la costruisce ogni giorno. Non possiamo parlare di rinascita se non ascoltiamo e coinvolgiamo chi quella rinascita la vive, la aspetta, la costruisce ogni giorno. Le organizzazioni di persone con disabilità, dunque, non devono solo essere ascoltate, ma coinvolte attivamente nella progettazione e nel monitoraggio della ricostruzione. Perché l’inclusione è una scelta che conviene, è giustizia e sviluppo insieme. Ricostruire significa infatti immaginare un futuro nuovo: facciamolo davvero insieme, nessuno escluso!». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishets.it.
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