Per coniugare scientificità, appropriatezza e prossimità

«Continuiamo ad affrontare la sfida di coniugare scientificità, appropriatezza e prossimità, secondo il modello della presa in carico globale e della continuità assistenziale. Il tutto per il bene dei bambini, delle bambine e delle loro famiglie»: lo dichiara Luisa Minoli, presidente dell’Associazione La Nostra Famiglia, presentando i dati del 2024 riguardanti tale organizzazione, che parlano di circa 23.000 bambini/bambine e ragazzi/ragazze accolti, con 2.345 operatori
Bambini e bambine seguiti dalla Nostra Famiglia
Bambini e bambine seguiti dalla Nostra Famiglia

28 sedi in Italia, più di 23.000 bambini e bambine accolti, 2.345 operatori: sono i numeri di un anno di attività, dati e risultati dell’Associazione La Nostra Famiglia, la cui presidente Luisa Minoli dichiara: «Ci avviciniamo all’80° dell’Associazione e ovviamente sono cambiati i tempi, gli strumenti e la cultura della riabilitazione; la missione, però, è ancora quella che ci aveva affidato il fondatore beato Luigi Monza nel 1946, quando prese il via la nostra attività: stare cioè dalla parte dei bambini con la semplicità e la tenacia dei gesti quotidiani della cura e della riabilitazione, con le domande della ricerca, con l’impegno della formazione».
«Come molte strutture sanitarie non profit – prosegue -, stiamo vivendo un periodo difficile: tuttavia continuiamo ad affrontare la sfida di coniugare scientificità, appropriatezza e prossimità, secondo il modello della presa in carico globale e della continuità assistenziale. Il tutto per il bene dei bambini, delle bambine e delle loro famiglie».

È una missione, quella della Nostra Famiglia, che trova riscontro nei questionari proposti ai genitori, i quali hanno fatto registrare un elevato grado di soddisfazione circa i servizi offerti e l’accoglienza ricevuta e che prende vita nelle parole di un padre, la cui figlia è stata ricoverata nell’Unità Operativa Clinica di Riabilitazione per le cerebrolesioni acquisite di Bosisio Parini (Lecco): «Vi abbiamo consegnato, nel lontano dicembre, una ragazza appena uscita dal coma, che non parlava, non mangiava, muoveva a malapena un braccio e una gamba, con un po’ di tubi attaccati. Ci riportiamo a casa la nostra Cate, con il suo bastone e la sua carrozza; traballante, ma connessa, consapevoli di avere davanti a noi un cammino ancora impegnativo, lungo e in salita, ma carichi di speranza per un futuro dignitoso.

Nel dettaglio dei dati riguardanti il 2024, per quanto riguarda l’attività dei Centri di Riabilitazione della Nostra Famiglia, nelle 28 sedi dell’Associazione presenti in Italia, sono state accolte 19.458 persone, soprattutto bambini/bambine e ragazzi/ragazze con disabilità congenite o acquisite, mentre sono stati 3.813 i piccoli e i giovani ricoverati presso le Unità Operative Cliniche per malattie neurologiche e neuromotorie, per disturbi cognitivi o neuropsicologici, per disturbi emozionali o psicosi infantili, oppure perché hanno perso funzioni e competenze in seguito a traumi cerebrali o a patologie del sistema nervoso centrale.
Sul fronte della ricerca scientifica, lo scorso anno sono stati realizzati 160 progetti, i cui risultati sono stati oggetto di 149 pubblicazioni su riviste indicizzate, con una partecipazione dell’IRCCS Eugenio Medea – Sezione scientifica dell’Associazione – alle maggiori reti nazionali e internazionali.
Il 2024 si è caratterizzato inoltre per una particolare attenzione alle nuove tecnologie: a Bosisio Parini, ad esempio, è stato inaugurato ActivePark, come riferito ampiamente anche sulle nostre pagine, un parco giochi hi-tech inclusivo, progettato in collaborazione con il Politecnico di Milano, che si adatta alle caratteristiche di ogni bambino e bambina grazie a sensori e feedback personalizzati, mentre a Pasian di Prato (Udine) hanno preso il via nuovi laboratori di realtà immersiva e stimolazione multisensoriale dove le attività riabilitative assumono la forma di un gioco (se ne legga anche nel nostro giornale).
E ancora, il Polo Ospedaliero Scientifico di Brindisi ha avviato la prima terapia specifica per l’atassia di Friedreich, malattia degenerativa progressiva del sistema nervoso (se ne legga sulle nostre pagine), mentre il Polo di Conegliano (Treviso) ha condotto una ricerca internazionale sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per una diagnosi più precisa e meno invasiva dell’epilessia (anche di questo si legga nel nostro giornale). (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficio.stampa@lanostrafamiglia.it (Cristina Trombetti).
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