Il 22 luglio, davanti al Tribunale di Pisa, in corrispondenza di una nuova udienza del processo sui maltrattamenti attuati nella struttura di Montalto di Fauglia (Pisa), destinata a ospitare persone autistiche, e gestita dalla Fondazione Stella Maris, si terrà un nuovo presidio promosso dal Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa, dal Comitato Sanità Pubblica Versilia-Massa Carrara e dal Coordinamento Regionale Toscano Salute Ambiente Sanità

Nella mattinata del 22 luglio (ore 10.30), davanti al Tribunale di Pisa (Piazza della Repubblica), in occasione di una nuova udienza del processo sui maltrattamenti attuati nella struttura di Montalto di Fauglia (Pisa), destinata a ospitare persone autistiche e gestita dalla Fondazione Stella Maris, si terrà il diciannovesimo presidio indetto dalle nostre organizzazioni [si veda in calce, N.d.R.]. In tale udienza verranno ascoltati gli avvocati di altri imputati.
Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane, la struttura era stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa aveva configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti. Tra gli ospiti Mattia, morto nel 2018 per soffocamento, dovuto probabilmente al prolungato ed eccessivo uso di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia afferma di non essere mai stata informata. Per questa vicenda vi è un altro procedimento penale, il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura. È iniziato il processo d’appello presso il Tribunale di Firenze, rinviato addirittura al prossimo mese di novembre.
Il processo per maltrattamenti, invece, va avanti lentamente da oltre 6 anni: le udienze sono diradate, considerando l’elevato numero di testimoni. Si tratta infatti del più grande “processo sulla disabilità” in Italia, che nel periodo della pandemia è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa.
Gli imputati sono 15, di cui due dottoresse che gestivano la struttura e il direttore sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il direttore generale che, dopo il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi, poi assolto nel processo d’appello.
I genitori, i tutori e altri testimoni ascoltati hanno riportato le violenze subite dalle persone di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni che testimoniano oltre 280 episodi di violenza in meno di 4 mesi; violenza non episodica ma strutturale. In una delle ultime udienze una delle dottoresse ha dichiarato che a Montalto di Fauglia venivano usati, in caso di crisi, i “tappeti contenitivi”, dove il paziente veniva immobilizzato, contenuto e arrotolato.
Come riporta la relazione del consulente tecnico, professor Alfredo Verde: «Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture». E ancora: «In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo. Il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali».
Per questi motivi e per ricordare le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale non in grado di difendersi da sole, è un dovere seguire le vicende del processo nell’interesse di tutte/i.
*Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa, Comitato Sanità Pubblica Versilia-Massa Carrara e Coordinamento Regionale Toscano Salute Ambiente Sanità.
Per ulteriori informazioni: antipsichiatriapisa@inventati.org. Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti dovuti al diverso contenitore, insieme all’immagine utilizzata, per gentile concessione. Lo stesso sito di Informare un’h ha seguito costantemente, nei mesi scorsi, la vicenda di cui si parla nel presente testo (l’elenco dei contributi è in calce a questo link).
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