Un anno dopo la morte di Muhammed scegliamo di non dimenticarlo chiedendo la fine degli attacchi

«Nella Striscia di Gaza – dicono dall’AIPD – continuano ad essere uccise ogni giorno decine, centinaia di innocenti, una realtà cui non possiamo e non vogliamo assuefarci. L’anniversario della crudele uccisione di Muhammed Bhar, giovane con sindrome di Down, diventa quindi l’occasione per far sentire la nostra voce e per rilanciare un appello forte alle Istituzioni italiane, europee e internazionali alle quali chiediamo azioni concrete e costanti per fermare gli attacchi alla popolazione inerme»
Muhammed Bhar
Muhammed Bhar, giovane con sindrome di Down della Striscia di Gaza, ucciso un anno fa dall’esercito israeliano in circostanze mai del tutto chiarite (foto tratta da un volantino di famiglia di Muhammed Bhar, pubblicata nel luglio 2024 da «BBC.com»)

È trascorso un anno da quando, a Gaza, fu crudelmente ucciso Muhammed Bhar, giovane con sindrome di Down. «Come Associazione di persone con disabilità – scrivono dall’AIPD (Associazione Italiana Persone con Sindrome di Down) -, la sua drammatica vicenda ci turbò profondamente, tanto che subito ne denunciammo pubblicamente l’assurdità e la gravità con un comunicato urgente, chiedendo rispetto, protezione e visibilità per le persone con disabilità nei territori di guerra». Un comunicato, quello cui si riferisce l’AIPD, di cui Superando riprese i contenuti (a questo link).
«Oggi – proseguono dall’Associazione -, nella Striscia di Gaza continuano ad essere uccise ogni giorno decine, centinaia di innocenti. È una realtà drammatica e profondamente ingiusta, a cui non possiamo e non vogliamo assuefarci. L’anniversario della morte di Muhammed diventa quindi l’occasione per far sentire la nostra voce, ma soprattutto per rinnovare il nostro impegno e rilanciare un appello forte alle Istituzioni italiane, europee e internazionali alle quali chiediamo azioni concrete e costanti per fermare gli attacchi alla popolazione inerme; un impegno congiunto, anche in coordinamento con le Associazioni locali e internazionali, per conoscere la situazione attuale delle persone con disabilità nella Striscia di Gaza, raccogliendo dati, testimonianze e analisi; un collegamento e un sostegno alle Associazioni locali che operano in difesa dei diritti delle persone con disabilità nell’area; l’apertura di corridoi umanitari speciali, che garantiscano protezione, accesso a cure mediche, assistenza e possibilità di evacuazione per le persone con disabilità, a partire da coloro che sono rimasti senza alcun supporto familiare».

«Siamo pronti a fare la nostra parte – concludono dall’AIPD, Associazione aderente alla FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) -, attraverso reti internazionali, supporto istituzionale e azioni di advocacy, affinché il diritto alla vita e alla dignità non sia negato alle persone con disabilità. In ogni conflitto, sono sempre i più fragili a pagare il prezzo più alto. Se restiamo in silenzio, diventiamo complici. Per questo oggi ricordiamo Muhammed, ma soprattutto scegliamo di non dimenticarlo». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampaaipd@gmail.com.
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