La lista di medaglie e coppe conquistate è lunga, un’esperienza ventennale nell’ambito dello sci alpino e tanta voglia di vivere per lo sport: non parliamo di un campione qualsiasi, ma di una persona davvero speciale.
Si tratta di Gianmaria Dal Maistro, trentenne di Schio (Vicenza), ipovedente da sempre, a causa di una rara malattia agli occhi. La sua carriera agonistica incomincia prestissimo e i primi risultati arrivano a 14 anni. Tanti, poi – come detto – gli ori, gli argenti e i bronzi che a partire dal 1998 hanno accompagnato la storia sportiva di questa persona con disabilità. Ben nove, ad esempio, le medaglie vinte alle Paralimpiadi, oltre alle quattro Coppe del Mondo e alle due d’Europa, cui si aggiungono le onorificenze di Ufficiale e Commendatore della Repubblica. Gianmaria, inoltre, ha ricevuto anche i massimi riconoscimenti dal CONI e dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico), vale a dire il Collare d’Oro nel 2002 e la Goccia d’Oro nel 2005 ed è cittadino onorario di Torino.
Sciare, per Dal Maistro, è stata una passione nutrita fin da piccolo, grazie all’interesse degli zii per questa disciplina e all’insostituibile appoggio dei genitori, che non lo hanno mai limitato nelle sue attività.
Lo sport è stato un insegnamento di vita e di crescita morale che ha fatto di un bambino appassionato un uomo stimabile. «È proprio così. Lo sport mi ha dato molto, è stata una vera scuola di vita, mi ha insegnato a seguire delle regole, a rispettare gli avversari, ad essere puntuale, ad avere degli obiettivi e a lavorare per raggiungerli. Mi ha aiutato anche con la scuola e soprattutto a superare la timidezza adolescenziale».
Lo sport, dunque – come ogni altro tipo di interesse o passione – che rende la vita una sorta di “sfida”, in cui gli ostacoli devono essere superati, senza limitare il percorso del destino.
«Se realmente si vuole ottenere qualcosa, con probabilità molto alte di farlo, ci si può arrivare, magari in modo differente, ma anche con più soddisfazione», dice al riguardo Gianmaria che, nonostante l’handicap visivo, ha trovato il modo di vincere e non solo nella disciplina sportiva praticata. Un bell’esempio, insomma, di quanto la forza di volontà e le aspirazioni contino anche in ambienti in cui gli obiettivi possono sembrare dei sogni. Le persone con disabilità, infatti, sono abituate a perseverare per il raggiungimento di un obiettivo, ciò che spesso non forma solo il carattere e la forza interiore, ma “costruisce” un vero e proprio stile di vita.
«Mi sono spesso sentito inferiore agli altri coetanei – sottolinea a tal proposito Gianmaria – solo perché vedevo meno di loro. Purtroppo mi sono reso conto in tarda adolescenza che ho anche avuto molte cose positive che altri non hanno mai avuto e che difficilmente potranno avere. Sono infatti riuscito a raggiungere i miei obiettivi sportivi e non credo siano in molti a poter dire altrettanto».
Parole significative per far capire come le situazioni di “svantaggio” possano spesso essere ribaltate in momenti di vita brillanti e senza eguali, che inducono a pensare come la perseveranza sia il motore di ogni vittoria che una condizione problematica non può di certo limitare. (B.P.)