Dopo il restauro e la riapertura al pubblico, nel mese di giugno scorso, si può dire che oggi il Museo del Merletto di Burano – una delle più note isole della laguna veneziana – sia diventato anche completamente accessibile.
Infatti, durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio (situato nello storico Palazzetto del Podestà di Torcello, in Piazza Galuppi a Burano), tramite i quali sono stati razionalizzati gli spazi, adeguati gli impianti e le strutture e realizzati nuovi servizi (un book-shop, un guardaroba e una biglietteria più ampia e funzionale), è stata anche collocata una pedana elevatrice che collega il piano terra – dedicato ai segreti della tecnica del merletto e dei suoi punti più in uso (“Punto Venezia”, “Punto Burano” ecc.) – al primo piano.
Da qui, grazie alla presenza di un sistema di rampe, il percorso si sviluppa in quattro sale, che documentano l’evoluzione di quest’arte a Venezia dal Cinquecento al Novecento. (S.B.)
Ringraziamo per la segnalazione il Servizio Città per tutti del Comune di Venezia.
Le oltre duecento preziose opere d’arte della collezione (dei secoli XVI-XX) sono ospitate negli spazi della storica Scuola dei Merletti di Burano, fondata nel 1872 dalla contessa Andriana Marcello, per recuperare e rilanciare una tradizione secolare.
Dopo la chiusura della Scuola, si decise di iniziare un’attività di riscoperta e valorizzazione culturale di quest’arte: l’archivio dell’antica Scuola, infatti, ricco di importanti documenti e disegni, venne riordinato e catalogato; la sede ristrutturata e trasformata in spazio espositivo.
Dal 1995, poi, il Museo offre anche la possibilità di osservare il lavoro delle merlettaie che al mattino mettono in pratica le tecniche di lavorazione di cui sono depositarie, per creare lavori di notevole bellezza e valore.
L’arte del merletto nacque a Venezia durante il Rinascimento. Prima venne sviluppata soprattutto dalle nobildonne, poi si estese anche ad altri strati sociali: monasteri, scuole, ospizi.
A differenza che in altri luoghi, ove il merletto era lavorato “a fuselli”, a Burano la lavorazione avveniva attraverso l’impiego dell’ago e senza supporto tessile, in quanto questa tecnica permetteva di raggiungere effetti stilistici che erano consoni alle richieste della moda del tempo, e soprattutto permetteva di lavorare più velocemente.
Per ulteriori informazioni: museo.merletto@fmcvenezia.it.
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