È ormai imminente la tredicesima edizione del Torneo Internazionale di tennis in carrozzina “Alpi del Mare”, che si terrà a Cuneo da giovedì 22 a domenica 25 marzo, manifestazione organizzata dalla locale Associazione P.a.s.s.o. (Promozione Attività Sportiva Senza Ostacoli), patrocinata tra l’altro anche dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e dalla FIT (Federazione Italiana Tennis).
Si tratta di un appuntamento ormai consolidato, grazie alla passione di tanti volontari, guidati dal vulcanico Remo Merlo, che quest’anno si avvarrà della collaborazione di Alberto Bessone, giunto a sostituire nel ruolo di coordinatore Angelo Pollio il quale, dopo anni di prezioso lavoro, ha “passato la mano” per motivi familiari.
Parola d’ordine dell’evento è passione, sottolineata da tutti gli intervenuti alla presentazione dell’8 marzo scorso, una parola che ha caratterizzato tutti questi anni di successo di una manifestazione che fa anche parte del NEC Wheelchair Tennis Tour 2012, il circuito internazionale del grande sport dei disabili. Quella “passione” che hanno messo per anni in campo due amici del torneo, come il volontario Pier Franco Lovera e Corrado Cornara, dirigente del tennis provinciale cuneese.
Alla citata presentazione dell’8 marzo, oltre a Mario Rosso e a Remo Merlo, presidente e coordinatore tecnico di P.A.S.S.O., hanno partecipato numerose autorità cittadine: per il Comune di Cuneo, gli assessori allo Sport Valter Fantino e quello ai Servizi Sociali Elio Ambrosino e, in rappresentanza della Provincia, l’assessore allo Sport Giuseppe Lauria.
Ventiquattro saranno i protagonisti del tabellone maschile, suddivisi in due diverse fasce, per un torneo che si preannuncia avvincente, sia nel singolare che nel doppio. Solamente cinque, invece, le donne in gara, tutte italiane, a disputarsi il titolo del singolare, con una favorita d’obbligo, l’azzurra Marianna Lauro.
«La crisi economica internazionale – dichiara Remo Merlo – sta pesando molto. La mancanza di sponsor degli atleti, nell’anno in cui si disputeranno le Paralimpiadi londinesi, ha costretto infatti le federazioni delle nazionali a rivedere i propri budget e molti atleti, solitamente presenti a Cuneo, hanno dovuto rinunciare alla trasferta. Non saranno del torneo ad esempio i russi, solitamente numerosi, gli spagnoli e i francesi. Ma in quest’ultimo caso si tratta di un’assenza dovuta alla concomitanza con gli Open transalpini. E tuttavia, il livello e il fascino del torneo restano intatti. Basti pensare che ci ha contattato anche una tennista giapponese che avrebbe voluto venire a conoscerci e che ci ha promesso di essere con noi il prossimo anno».
Graditissimo sarà poi il ritorno dell’austriaco Martin Legner, numero uno del tabellone cuneese (17° nel ranking mondiale), che aveva già partecipato alla prima edizione del 2000, vincendo per ben due volte nel singolare e per quattro volte nel doppio. Fra gli italiani spicca la presenza del bolognese Fabian Mazzei, secondo lo scorso anno e c’è curiosità anche per il francese Laurent Giammartini, che ha ripreso l’attività dopo essersi ritirato anni fa, quando fu anche il numero due al mondo.
Anche quest’anno all’organizzazione collaborano la GIS (Gestione Impianti Sportivi) di Cuneo e la PRO GIS, presenti alla presentazione del torneo. Incoraggiamenti, auguri e ringraziamenti sono arrivati anche dalle autorità. L’assessore comunale Fantino ha affermato ad esempio che «Cuneo è onorata per il lavoro della P.A.S.S.O.» e l’assessore provinciale Lauria ha sottolineato che «tredici anni rappresentano la capacità di un territorio come quello cuneese, attraverso la “famiglia P.A.S.S.O.” di credere nell’integrazione per atleti che hanno già vinto, dando a tutti una lezione di vita».
A soffermarsi sulla storia del sodalizio organizzatore è infine Mario Rosso, che dichiara: «Sedici anni fa in provincia non si parlava di sport dei disabili e dopo pochi anni questo torneo ha assunto un carattere internazionale. Si tratta di un risultato eccezionale, soprattutto perché chi ha lavorato lo ha fatto in modo disinteressato e merita una medaglia». (Aldo Baudino)