Finalmente cesserà la discriminazione sulle polizze

di Centro per l'Autonomia Umbro*
Un passaggio fondamentale per superare l’inaccettabile discriminazione a causa della quale le persone con disabilità cognitive, psichiche e psichiatriche - ma anche, in certi àmbiti, quelle con disabilità motorie e sensoriali - non potevano accedere alla stipula di polizze assicurative, si è avuto il 19 giugno scorso e ora l’auspicio è che le regole possano concretamente cambiare entro pochi mesi

Persona con disabilità a uno sportelloFino al 19 giugno scorso, le persone con disabilità cognitive, psichiche e psichiatriche – ma anche, in certi àmbiti, quelle con disabilità motorie e sensoriali – non potevano accedere alla stipula di polizze assicurative. Questo, naturalmente, comportava notevoli disagi – a loro e alle loro famiglie – ma soprattutto costituiva un trattamento altamente discriminatorio, in particolare perché fondato sul pregiudizio della non convenienza ad assicurare una persona con disabilità (rischio enorme e quindi perdita assicurata), fatto assolutamente non supportato da dati statistici e fonti scientifiche.
E così, il 6 aprile del 2011, alcune associazioni che tutelano persone con disabilità hanno spedito una lettera all’ISVAP (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo) e all’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), per denunciare l’illegalità delle esclusioni contenute nelle polizze di assicurazione a danno delle persone con disabilità cognitive, psichiche e psichiatriche.
In tale rivendicazione, determinante è stato il supporto dell’Associazione Progetto Itaca, che opera sia per l’informazione, la prevenzione, il supporto e la riabilitazione rivolti a persone con patologie o disturbi psichici o psichiatrici, sia per il sostegno alle loro famiglie.

Giuridicamente, le associazioni rivendicavano la non applicazione dell’articolo 25 (Salute), lettera e) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, in cui essa raccomanda agli Stati Membri di: «vietare nel settore delle assicurazioni le discriminazioni a danno delle persone con disabilità, le quali devono poter ottenere, a condizioni eque e ragionevoli, un’assicurazione per malattia e, nei paesi nei quali sia consentito dalla legislazione nazionale, un’assicurazione sulla vita». Dal momento poi che la Convenzione è stata ratificata dall’Italia con la Legge 18/09 e che contro le discriminazioni a danno di persone con disabilità esiste dal 2006 una legge ad hoc (67/06), l’inadempienza degli Istituti Assicurativi diventava sempre più grave e ingiustificabile. E tuttavia, fino al 19 giugno, nessuna risposta.
Da quel giorno, invece, un parere dell’Ufficio Legale dell’ANIA ha riconosciuto come «non conforme alla legge l’esclusione delle persone con disabilità cognitiva, psichica e psichiatrica dalla possibilità di sottoscrivere un contratto di assicurazione».
Nella pratica, l’iter burocratico prevederà ora che l’ISVAP comunichi all’ANIA, tramite un’apposita direttiva, l’illegittimità dell’esclusione delle persone con disabilità (un’operazione che dovrebbe concludersi entro un mese); che poi l’ANIA, ricevuta la direttiva, informi le compagnie, le quali saranno tenute a modificare il testo delle Condizioni generali, eliminando i riferimenti discriminatori e non conformi alla legge, relativi alle persone con disabilità cognitiva, psichica e psichiatrica.

L’intesa – per il momento solo verbale e che oltre a ISVAP, ANIA e Progetto Itaca, ha coinvolto anche l’UNASAM (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale) – presto dovrebbe diventare ufficiale e mettere la parola fine a tante situazioni di discriminazione.
L’auspicio è quindi che già dalla fine dell’estate possa essere possibile stipulare i primi contratti.

Il Centro per l’Autonomia Umbro è anche sede della FISH Umbria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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