Nelle scorse settimane, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha ricevuto a Montecitorio una delegazione del Comitato Promotore della petizione popolare nazionale sui LEA (Livelli Essenziali di Assistenza Socio-Sanitaria per le persone non autosufficienti), iniziativa della quale anche il nostro sito si è già occupato più volte in questi mesi (si veda qui a fianco l’elenco degli articoli correlati).
Alla riunione hanno preso parte anche il presidente della Commissione Affari Sociali della Camera Giuseppe Palumbo e il segretario di Presidenza Mimmo Lucà, nonché, in rappresentanza della delegazione ricevuta, Maria Grazia Breda, presidente della Fondazione Promozione Sociale di Torino; Michele Assandri, presidente dell’Anaste Piemonte (Associazione Nazionale Strutture Terza Età) e in rappresentanza dell’Anaste Liguria e Lombardia; Luigi Gabriele di Codici – Rapporti Istituzionali; Giuliano Maggiora, presidente della Sezione Piemonte dell’Associazione Alzheimer; Ellade Peller, presidente del Consorzio Servizi Sociali in-Rete di Ivrea (Torino) e portavoce degli Enti Gestori dei Servizi Socio-Assistenziali della Regione Piemonte; Luigia Pitascio, vicepresidente nazionale dell’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri); Salvatore Rizza, vicepresidente dell’EISS (Ente Italiano di Servizio Sociale).
Con tale petizione – aperta fino al prossimo 31 dicembre – si chiede che il Parlamento e il Governo assumano i provvedimenti necessari a mettere a disposizione delle Regioni, delle ASL e dei Comuni le risorse economiche indispensabili per l’attuazione dei citati LEA, in base ai quali, come spiega Francesco Santanera della Fondazione Promozione Sociale, organizzazione che coordina la segreteria dell’iniziativa, «oltre un milione di nostri concittadini – anziani colpiti da patologie croniche e da non autosufficienza, persone affette dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile, malati psichiatrici gravi, soggetti con handicap intellettivo gravemente invalidante e con limitata o nulla autonomia ecc. – hanno il diritto pienamente e immediatamente esigibile alle prestazioni socio-sanitarie semiresidenziali (centri diurni per i succitati soggetti con handicap intellettivo o per i malati psichiatrici molto gravi) e residenziali (RSA – Residenze Sanitarie Assistenziali e strutture analoghe per i malati cronici non autosufficienti o comunità alloggio per le persone con handicap)».
«E tuttavia – prosegue Santanera -, in violazione alle leggi vigenti, molto spesso alle persone di cui sopra non vengono fornite le prestazioni dovute obbligatoriamente dal Servizio Sanitario Nazionale e dai Comuni singoli o associati, con il pretesto, costituzionalmente illegittimo, della carenza di risorse economiche pubbliche, la cui ripartizione dovrebbe tener conto in primo luogo delle esigenze vitali delle persone non autosufficienti (e quindi anche di coloro che non sono in grado di autodifendersi), come può capitare a ciascuno di noi anche da un momento all’altro». «Mentre per le prestazioni residenziali – conclude poi – le vigenti norme sui LEA consentono già attualmente agli utenti e a coloro che li rappresentano di ottenere l’attuazione dei loro diritti, per gli interventi domiciliari, vista la generica formulazione delle disposizioni nazionali, vi è la necessità che il Parlamento approvi una legge in cui siano precisati i necessari contenuti e le relative modalità di funzionamento».
Oltre sedicimila firme sono state finora consegnate consegnate alle Segreterie della Camera, del Senato e dei Ministri della Salute e del Lavoro e Politiche Sociali, insieme a sessantadue adesioni di sostegno sottoscritte da personalità e da organizzazioni pubbliche e private. (S.B.)
Per aderire alla petizione e per ogni altra informazione: tel. 011 8124469, info@fondazionepromozionesociale.it.
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