Ancora una volta la nostra riflessione sui servizi alle persone deve scontrarsi con parole come riduzione, tagli, crisi e il susseguirsi di manovre di finanza pubblica che hanno fortemente ridotto il finanziamento delle politiche sociali amplifica la preoccupazione circa il futuro di questo settore.
Dal 2009, infatti, si assiste a un pesante depauperamento dei fondi strutturali di carattere sociale da assegnare alle Regioni. Il Fondo Nazionale delle Politiche Sociali ha ormai una copertura puramente simbolica, mentre altri Fondi sono stati totalmente aboliti, come ad esempio quello per la non Autosufficienza. Paradossalmente siamo di fronte a un’aumentata domanda di protezione sociale e i Comuni – destinatari delle aspettative e delle richieste di protezione sociale provenienti dai Cittadini – sono anche le Istituzioni con maggiore affanno, alle prese con il Patto di Stabilità e con trasferimenti statali e regionali fortemente ridotti.
Ciò comporta per le Amministrazioni difficoltà nel compiere una pianificazione a medio-lungo periodo e problemi nella relativa allocazione della spesa e coloro i quali ne pagano le conseguenze sono ancora una volta le fasce di popolazione a maggiore rischio di fragilità: nuclei familiari in difficoltà, persone con disabilità, anziani non autosufficienti, minori a rischio.
In tal senso, siamo consapevoli delle difficoltà di scelta degli Enti Territoriali, ma ciò non può giustificare ulteriori indugi nella programmazione dei servizi territoriali alle persone.
In Sicilia, alla fine di questo 2012, si concluderà la terza annualità (2010-2012) del Piano di Zona dei Distretti Socio Sanitari. Ad oggi, da parte delle Istituzioni, non sono pervenute indicazioni in riferimento alla programmazione della prossima triennalità. Alcuni tavoli tecnici sono già stati istituiti, ma sembra che essi non siano in grado di fornire chiare direttrici in grado di garantire la continuità, a partire dal gennaio del 2013, degli interventi già in essere. Con grande preoccupazione, dunque, invitiamo ad accelerare i tempi nelle fasi di processo di formulazione del citato Piano di Zona (siamo già al mese di agosto!).
Se oggi siamo presumibilmente riusciti a mantenere il livello dei servizi esistenti perché stiamo ancora spendendo i fondi di competenza degli anni passati, quante e quali saranno le risorse da destinare alla programmazione dei Piani di Zona della prossima triennalità? Sarà garantita la continuità degli interventi a favore delle persone già in essere? Sarà possibile allargare la gamma di servizi a nuove tipologie di bisogno? E sarà una programmazione che adotterà una logica di tipo emergenziale oppure di tipo promozionale?
Formulare risposte a tutte queste domande dovrà essere la priorità dei nostri politici, nonostante le difficoltà dell’attuale scenario politico regionale. E servirebbe anche una politica regionale meno attenta alla sola logica della semplice dotazione economica per la soluzione dei problemi; una politica regionale, cioè, più impegnata a valorizzare la programmazione locale, sia in termini di trasferimenti regionali, sia dal punto di vista della promozione del ruolo dei soggetti del Terzo Settore, come l’ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), per essere maggiormente in grado di rispondere ai bisogni dei Cittadini.
Presidente dell’ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale).
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