Dunque sembra proprio che il sit-in di Perugia promosso dalle associazioni il 19 giugno e l’audizione in Consiglio Regionale del 10 luglio [dell’uno e dell’altra si legga ampiamente nel nostro sito, N.d.R.] abbiano portato i loro frutti: il Consiglio Regionale dell’Umbria, infatti, nella seduta del 31 luglio scorso, ha approvato all’unanimità una mozione proposta da tutti i gruppi consiliari e dai componenti dell’Ufficio di Presidenza, a sostegno di quanto il movimento associativo che tutela i diritti delle persone con disabilità e le associazioni riunite nel Forum del Terzo Settore avevano presentato il 10 luglio.
In quella data, lo ricordiamo, davanti all’Ufficio di Presidenza, alla Conferenza dei Capigruppo del Consiglio Regionale e all’assessore regionale alla sanità Franco Tomassoni, il movimento associativo aveva chiesto un confronto sulla situazione attuale e sulle prospettive future delle politiche regionali sulla disabilità, alla luce della “difficile” situazione determinata dalla riduzione delle risorse statali.
Si tratta esattamente della Mozione n. 948/12, con la quale il Consiglio Regionale Umbro ha sostanzialmente accolto le richieste che il movimento associativo impegnato nella difesa dei diritti delle persone con disabilità (FISH Umbria – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, FAND Umbria – Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità e FADA – Federazione Associazioni Diversamente Abili) e le associazioni aderenti al Forum del Terzo Settore avevano richiesto in un proprio documento congiunto i cui punti essenziali sono diventati i contenuti principali della mozione approvata.
Da un punto di vista politico, si tratta certamente di un passaggio importante, perché in Umbria è la prima volta che la Politica – almeno quella del “Palazzo” – viene sollecitata con un documento sottoscritto sia dal movimento associativo, sia dalle organizzazioni aderenti al Terzo Settore.
Rispetto per altro alle intenzioni di queste ultime, nella Mozione qualche “sbavatura” c’è: a cominciare dal fine stesso che gli interventi proposti si prefiggono, che non dovrebbe limitarsi solo all’assistenza (così come riportato nel titolo del documento: Urgente adozione da parte della g.r. di interventi finalizzati alla riqualificazione del sistema di assistenza alle persone con disabilità), bensì alla presa in carico delle persone con disabilità.
Per non parlare, poi, dell’assenza del riferimento normativo, oltre che culturale, alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, nonché della presenza del concetto di integrazione, anziché di quello di inclusione, quest’ultimo certamente più “evoluto” nell’ambito del pieno riconoscimento dei diritti alle persone con disabilità. E ancora, sui destinatari degli interventi proposti, la mozione confonde un po’ tra le persone non autosufficienti e quelle con disabilità, tra le quali ultime non tutte sono non autosufficienti. Veniale, infine, ma significativa dell’indice del progressivo svilimento della prima e unica legge-quadro sul welfare della storia repubblicana, l’assenza del riferimento alla Legge 328/00 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) e in particolare all’articolo 14 della stessa, ove si parla del progetto individuale.
E tuttavia, la mozione fa propria la richiesta più importante per le associazioni: il Consiglio Regionale chiede infatti alla Giunta di promuovere la pratica della presa in carico globale delle persone con disabilità, prevedendo cioè interventi che comprendano la complessità del loro progetto di vita, secondo i princìpi definiti dal modello del progetto individuale.
Rispetto a ciò, il Consiglio propone di avviare una sperimentazione in almeno uno dei Distretti Sanitari delle quattro ASL dell’Umbria – anche se le associazioni avevano chiesto che fosse sperimentato in almeno un Distretto di “ciascuna” delle quattro ASL – verificando costi e risultati.
Gli altri punti del documento approvato riguardano poi:
– la necessità di garantire maggiori risorse per la non autosufficienza. Nella mozione si ricorda infatti che le varie risorse destinate al welfare sono passate dai 2 miliardi e 526 milioni di euro del 2008 ai 229 milioni di Euro del 2012, con un taglio del 90%;
– la necessità di emanare una direttiva vincolante per le ASL che, nei processi di riorganizzazione dei servizi, garantiscano il pieno coinvolgimento delle persone con disabilità titolari di diritti e dei familiari, predisponendo anche strumenti, come ad esempio l’audit civico, utili a garantire la continuità e l’efficacia dell’interlocuzione tra i soggetti interessati e le Direzioni delle ASL, per valutare il profilo qualitativo e quantitativo dei servizi erogati e per valutarne l’efficacia e l’appropriatezza. Rispetto a ciò va aggiunto anche che la FISH Umbria ha sottolineato come la continuità dell’interlocuzione debba avvenire anche con le associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità, garanti e portavoce delle persone e delle famiglie;
– il coordinamento tra le attività dei Distretti Sanitari e quelle dell’Osservatorio Regionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, promuovendone la funzione di Tavolo Tecnico di Livello Regionale, preposto alla rilevazione e analisi dei servizi, nonché alla risoluzione di eventuali controversie.
La Mozione 948/12, infine, impegna la Giunta Regionale ad effettuare un monitoraggio presso tutti i Comuni umbri, finalizzato a conoscere l’entità della spesa sociale destinata con fondi propri dalle Amministrazioni Locali nell’ultimo triennio e trasmettendone i risultati alla III Commissione Consiliare della Regione entro il prossimo mese di ottobre.
Il presidente del Consiglio Regionale Eros Brega ha voluto sottolineare il valore dell’atto approvato, affermando che esso «fa parte anche di un lavoro importante fatto in passato sia dal Consiglio che dalla Giunta Regionale».
Il Centro per l’Autonomia Umbro è anche sede della FISH Umbria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Per ulteriori informazioni: web@cpaonline.it.
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