Nella seduta di ieri, 5 settembre, il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto “Decreto Balduzzi”, Decreto Legge che ora passa all’esame delle Camere, dal significativo titolo di Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute.
Dal testo del Decreto – i cui intenti sono tutt’altro che disprezzabili – si lascia intendere di aver compreso che la qualità della vita dei Cittadini incide sullo sviluppo del Paese. In realtà, se tale è l’assunto, l’attenzione è notevole anche rispetto alla revisione e al contenimento della spesa pubblica in ambito sanitario. «Non giudichiamo negativamente il testo approvato in Consiglio dei Ministri – commenta dopo una prima analisi Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap -, anche se necessita di evidenti assestamenti. La revisione della spesa, se condotta con attenzione e nelle giuste direzioni, è un intervento che può giovare a tutti, compensando alcune storture, sprechi e sperequazioni. Certo, proprio in tema di spending review [revisione della spesa pubblica, N.d.R.], ci aspettavamo un intervento deciso anche nell’ambito degli iter di accertamento e controllo degli stati invalidanti. L’attuale sistema, infatti, è dimostratamente fonte di sprechi enormi e di disagi per i Cittadini. Si pensi che un bambino con una grave disabilità congenita può essere visitato anche otto o nove volte prima di arrivare ai 18 anni». Proprio la FISH, del resto, ha più volte denunciato l’eccesso di risorse immotivatamente sprecate per visite e controlli che producono ben poca qualità di vita.
«C’era poi anche un’altra aspettativa!», continua Barbieri, «un’aspettativa motivata da dichiarazioni di alcuni esponenti del Governo negli ultimi mesi: è il tema della politiche per la non autosufficienza e della disabilità, più volte rilanciato come oggetto di nuove politiche e di nuovi servizi». E invece nel “Decreto Balduzzi”, contrariamente alle attese, non vi è cenno alla riorganizzazione dei servizi per la non autosufficienza e, più in generale, sulla disabilità, che pur è stata considerata nelle analisi degli ultimi mesi un aspetto significativo per riqualificare la spesa pubblica e per garantire livelli essenziali di assistenza sociale in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.
«È verosimile – conclude il presidente della FISH – che nel ridisegnare ipotesi di politiche future, qualche Ministero si sia reso conto di quanto limitate siano oggi le risorse impiegate e di come la spesa aumenterebbe se i diritti delle persone con disabilità dovessero essere effettivamente garantiti». Nelle prossime settimane, pertanto, la Federazione riaprirà un confronto con il Ministro della Salute e con quello delle Politiche Sociali, per rilanciare queste tematiche. (Ufficio Stampa FISH)
Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.
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