Audiodescrizione: non è forse l’accessibilità una forma di galanteria?
«In linea di massima – scrive Laura Giordani, adattatrice di dialoghi e audiodescrittrice, prenendo spunto dalle differenze esistenti tra le audiodescrizioni dei vari Paesi – lo “spettatore galantuomo” si riconosce per la sua capacità di saper apprezzare le differenze del cinema di ciascun Paese, ma il buon audiodescrittore dovrebbe comunque rispettare quegli accorgimenti che, oggettivamente, garantiscono il minimo indispensabile: una fruizione ottimale di un’opera audiovisiva che rispetti le necessità del pubblico cieco e ipovedente. Non è forse l’accessibilità una forma di galanteria?»