Lavoro, disabilità e Centri per l’Impiego: ci mancavano solo i disservizi!

In un quadro, infatti, in cui un’accettabile occupazione lavorativa delle persone con disabilità resta un traguardo del tutto lontano, è grave dover registrare la denuncia dalle componenti laziali dei sindacati CGIL, CISL e UIL, che segnalano il perdurare da alcuni mesi di una situazione di disservizio nel settore del collocamento mirato del SILD (Servizio Inserimento Lavoro Disabili)-Centro per l’Impiego di Roma, ciò che rende ulteriormente difficile fare incontrare le eventuali offerte di lavoro con la domanda proveniente dalle persone con disabilità

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Lavoro e disabilità: quanti altri protocolli si dovrebbero sottoscrivere?

«Bene quel protocollo – scrive Sandro Paramatti – siglato nei giorni scorsi tra la Regione Lazio, l’INAIL e tante altre organizzazioni, che punta a promuovere l’inclusione lavorativa delle persone con una disabilità conseguente a un infortunio sul lavoro o a una malattia professionale. Esso, però, riguarda solo qualche centinaio di persone. Quanti altri protocolli, invece, si dovrebbero sottoscrivere in tempi brevi per rendere giustizia alle migliaia e migliaia di persone con disabilità che hanno diritto ad essere incluse nel lavoro?»

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Lazio: lavoro congiunto per l’occupazione delle persone con disabilità

«Questo è un risultato importante, che mostra l’intento della Regione Lazio di ampliare il coinvolgimento partecipativo delle organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità nelle tematiche che le riguardano»: così Daniele Stavolo, presidente della FISH Lazio, si sofferma sul Protocollo siglato tra la Regione Lazio, l’INAIL e numerose altre organizzazioni del mondo del lavoro e del Terzo Settore, che avrà l’obiettivo di promuovere l’inclusione lavorativa e il reinserimento delle persone con una disabilità conseguente ad un infortunio sul lavoro o ad una malattia professionale

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Campania: positive misure per il lavoro delle persone con disabilità

«Siamo molto soddisfatti di queste misure e anche del fatto che esse siano state condivise con le Federazioni Regionali delle Associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie. Ora ci auguriamo che ci sia una forte risposta da parte del mondo del lavoro»: così Daniele Romano, presidente della FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), commenta la pubblicazione da parte della Regione Campania di un Decreto Dirigenziale, tramite il quale sono state approvate tre misure di politica attiva per il lavoro a favore delle persone con disabilità

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Avviati gli sportelli del progetto “PLUS” per l’inclusione lavorativa

Dopo l’apprendimento teorico e l’avvio della fase di formazione pratica, con oltre cinquanta persone con disabilità impegnate all’interno di imprese, cooperative ed enti pubblici, vengono avviati in queste settimane gli sportelli di accoglienza e ascolto nell’àmbito del progetto “PLUS”, con il quale l’Associazione UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) aveva vinto il primo “Bando Unico” previsto dalla Riforma del Terzo Settore e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

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L’inclusione lavorativa (e sociale) resta ancora un traguardo lontano

«A 20 anni dalla legge sul collocamento mirato (Legge 68/99), l’inclusione lavorativa e sociale delle persone con disabilità resta ancora un traguardo lontano da raggiungere nel nostro Paese»: lo si legge in un rapporto presentato recentemente dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e basato sui dati ministeriali resi per la prima volta disponibili, riguardanti la dichiarazione che i datori di lavoro pubblici e privati con più di quattordici dipendenti sono tenuti a trasmettere, per comunicare la propria situazione occupazionale rispetto alle assunzioni di persone con disabilità

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Più di 770.000 persone con disabilità in attesa di lavoro (e di dignità)

«Esprimiamo una forte preoccupazione per le oltre 770.000 persone con disabilità iscritte ai Centri per l’Impiego in attesa non solo di un lavoro, ma anche di dignità. Al Governo chiediamo dunque di affrontare il tema con più determinazione e impegno, anche con un piano straordinario per l’occupazione delle persone con disabilità, che possa riportare finalmente un po’ di giustizia»: lo ha dichiarato Nina Daita, responsabile delle politiche per la disabilità nella CGIL Nazionale, in una nota diffusa ieri, 3 Dicembre, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità

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Laboratori, percorsi e comunità di pratica per l’inclusione lavorativa

Con il progetto “JobLab – Laboratori, percorsi e comunità di pratica per l’occupabilità e l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità”, la Federazione FISH intende fornire, in particolare ai dirigenti associativi e a chi opera nei servizi sociali e in quelli per l’impiego, strumenti e percorsi di inclusione lavorativa replicabili efficacemente in diversi àmbiti locali e realtà. Lo farà con ben quattordici incontri territoriali di approfondimento (aperti a tutti e gratuiti), i primi due dei quali si tengono in questi giorni a Cinisello Balsamo (Milano) e a Torino

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Ma non sarà discriminante chiedere la patente di guida tra i requisiti?

Si può escludere a priori da un bando di concorso pubblico un’assistente sociale con disabilità motoria, per il fatto che tra i requisiti obbligatori di partecipazione vi è il possesso della patente di guida B, incompatibile con la disabilità della persona? È davvero necessaria la patente per esercitare la professione di assistente sociale, quando se ne hanno tutti i titoli? E i modi alternativi per muoversi, magari con un proprio assistente personale? Secondo la SIDIMA (Società Italiana Disability Manager), in un caso specifico da essa seguito si deve parlare di discriminazione

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La chimera del posto pubblico

«Come può essere credibile un Legislatore – scrive Marino Bottà – quando egli stesso non ottempera agli obblighi di legge? È quanto avviene nei confronti della Legge 68/99 (“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”), rispetto alla quale i maggiori evasori sono state proprio le Istituzioni e gli Enti Pubblici (Ministeri, Regioni, Province, Comuni, Aziende Ospedaliere, ASL). Alle imprese private si è chiesto di essere sensibili e di farsi carico di parte del welfare, mentre lo Stato è rimasto spettatore, in coerenza con il detto popolare «fate quel che dico, ma non quello che faccio!»

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